Società no food

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Della dottoressa Michela Monaco

Quando la società fa ammalare.

Nel mondo occidentale i disturbi del comportamento alimentare risultano essere in costante e considerevole aumento. Patologie che interessano fasce d’età sempre più ampie.

 

Nonostante l’esordio sia tipicamente adolescenziale, tra i 14 e i 18 anni, sempre più di frequente si registrano forme precoci, che si manifestano a partire dagli 8, 9 anni o tardive, dai 25 anni sino ai 40 anni ed oltre. In Italia i disturbi alimentari colpiscono tra le 150 e le 200 mila persone e sono la prima causa di morte nelle giovani tra i 12 e i 25 anni.

Il problema è diffuso soprattutto nei paesi industrializzati e colpisce le adolescenti e le giovani donne in misura superiore rispetto agli uomini, anche se si sta assistendo a un aumento dell’incidenza nella popolazione maschile. Le cause che concorrono allo sviluppo di un disturbo dell’alimentazione sono di tipo multifattoriale, ossia riconducibili a complesse interazioni tra fattori biologici, psicologici, individuali, familiari e socio-culturali.

La componente sociale gioca un ruolo molto importante nell’insorgenza e nella diffusione di questi disturbi. I media propongono spesso modelli di identità femminile stereotipata, vincolata a un’immagine di estrema magrezza. Ciò sollecita l’insoddisfazione per il proprio corpo, che non risponde ai proposti canoni di perfezione corporea, lusso e successo.

Su tali temi verterà la tavola rotonda promossa dalla FIDA (Federazione Italiana Disturbi Alimentari), in occasione dell’inaugurazione della sua sede di Roma prevista per il 19 aprile. Titolo del dibattito: “Modelli socio-culturali e integrazione tra pubblico e privato nella prevenzione e nella cura dell’anoressia, bulimia e obesità”.

In Galleria: quadro Botero, scatti V Magazine, campagna pubblicitaria Nolita di Oliviero Toscani

 

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