Di Tiziana Galli
“Il Surrealismo sono io”
Un’affermazione che nessuno mai oserebbe obiettare.
E’ in questo modo che uno degli artisti più irriverenti, anticonvenzionali e contraddittori del Novecento rispondeva, nel 1940, ad un giornalista che gli chiedeva una dichiarazione sul suddetto movimento artistico.
Salvador Dalì, formalmente Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech, marchese di Púbol, nato a Figueres il giorno 11 maggio 1904 e scomparso il 23 gennaio 1989 nella stessa città.
Eccentrico, visionario e strepitosamente ispirato.
Si è inaugurata il 10 Marzo la mostra dedicata al suo genio creativo, ai suoi deliri, al suo sogno tutto italiano.
L’esposizione, allestita negli spazi del Vittoriano, rimarrà aperta fino al 30 giugno, promettendo un considerevole movimento ai botteghini.
La cultura continua a far parlare, ma non potrebbe essere altrimenti considerando l’argomento di conversazione.
Come non lasciarsi sedurre da un personaggio così accattivante?
Maliardo per il suo ego, per la sua raffinatezza, per l’ eccentricità, per il suo assoluto essere se stesso, nella continua ricerca della perfezione.
Raffaello, il suo mito: l’icona del classicismo rinascimentale.
Forse questa la sua più grande contraddizione.
O forse no?
La mostra affronta, come in un viaggio ideale, la pluralità del suo linguaggio artistico, lasciando allo spettatore l’opportunità di riscontrare l’estro, la fantasia e le suggestioni di un uomo che ha attraversato il Novecento interpretandone le polarità e rimanendo sempre se stesso.
[ScrollGallery id=21]