Della Dott.ssa Michela Monaco
Autismo
Un disturbo in costante crescita
Quando si parla di Autismo si fa riferimento a ciò che la comunità scientifica definisce Disturbo Pervasivo dello Sviluppo caratterizzato da uno sviluppo notevolmente anomalo o deficitario dell’interazione sociale e della comunicazione e da una marcata ristrettezza del repertorio di attività e di interessi. Le manifestazioni del disturbo variano ampiamente a seconda del livello di sviluppo e dell’età cronologica del soggetto autistico.
Compromissione dell’interazione sociale: Nei soggetti con autismo può essere compromesso l’uso di diversi comportamenti non verbali quali lo sguardo diretto, le espressioni del viso, le posture corporee o le gestualità che regolano l’interazione sociale e la comunicazione.
Nei bambini più piccoli si può riscontrare uno scarso interesse nel fare amicizia/giocare con altri bambini. Soggetti più grandi, possono mostrare interesse verso rapporti d’amicizia ma allo stesso tempo avere difficoltà nella comprensione delle convenzioni sociali che regolano i rapporti tra le persone.
Il soggetto autistico può non essere in grado di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al suo livello di sviluppo. Manca spesso la ricerca spontanea di condivisione di gioie, interessi e obiettivi con altre persone.
Compromissione della comunicazione: Nel soggetto autistico si può assistere ad un ritardo, o all’assenza dello sviluppo del linguaggio parlato. In tali casi la comunicazione non si sviluppa nemmeno attraverso modalità alternative, quali gesti o mimica.
I soggetti in grado di parlare, possono avere grandi difficoltà nell’iniziare o sostenere una conversazione con altri. In questi casi l’uso del linguaggio si presenta in modo ripetitivo e stereotipato e, spesso, è basato sull’ecolalia immediata (ripetizione di parole o frasi subito dopo l’ascolto) e/o ritardata (ripetizione a distanza di tempo di frasi o parole sentite in precedenza). Anche se le capacità imitative sono integre, queste persone spesso hanno notevoli difficoltà a impiegare i nuovi apprendimenti in modo costruttivo a situazioni diverse da quelle che li hanno generati in prima istanza.
Il gioco di immaginazione è spesso assente o notevolmente compromesso. Il soggetto autistico tende a non dedicarsi a giochi semplici di imitazione o alle consuete occupazioni dell’infanzia o della prima fanciullezza, oppure ci si dedica solo al di fuori del contesto adeguato e in modo meccanico.
Anche la comprensione del linguaggio è spesso molto compromessa per cui l’individuo può essere in difficoltà nel capire semplici domande o indicazioni.
Modalità di comportamento, interessi e attività: La persona con autismo mostra una gamma di interessi notevolmente ristretta e spesso è assorbita da un singolo o limitato interesse (ad es. numeri di telefono, date, ecc). Si riscontrano modalità di comportamento monotono, ripetitivo e stereotipato e avversione o malessere per cambiamenti anche banali (ad es. una piccola variazione nella disposizione dei mobili, un cambiamento nell’ambiente, ecc).
I movimenti corporei stereotipati riguardano le mani (battere le mani, schioccare le dita), o l’intero corpo (dondolarsi, buttarsi a terra, oscillare). Possono essere presenti anomalie della postura (as esempio camminare in punta di piedi, movimenti delle mani o atteggiamenti del corpo bizzarri). Questi soggetti mostrano un persistente, eccessivo interesse per parti di oggetti (bottoni, parti del corpo). Possono essere anche affascinati dai movimenti (ad esempio ruote dei giocattoli che girano, aprire e chiudere la porta, un ventilatore elettrico, o altri oggetti che ruotano rapidamente). Vi può essere intenso attaccamento ad alcuni oggetti inanimati (ad esempio un pezzo di spago oppure un elastico).
Per definizione, l’esordio del Disturbo autistico si situa prima dei 3 anni. Le manifestazioni del disturbo durante l’infanzia sono difficili da definire rispetto a quelle che si vedono dopo il 2 anni di età. Nei bambini in età infantile vi può essere l’incapacità di stare in braccio, indifferenza o avversione all’affetto o al contatto fisico, mancanza di contatto visivo, di risposta mimica e mancanza di risposta alla voce dei genitori. Non di rado, infatti, i genitori mostrano timori rispetto al fatto che il bimbo sia sordo.
Negli ultimi 20 anni si e’ passati da 1 bambino su 2.000 coinvolto nella sindrome autistica ad 1 bambino su 200. Una crescita esponenziale del disturbo che pone l’accento sulla necessità di diagnosi puntuali volte ad accertare la reale presenza del disturbo, le sue diverse manifestazioni e la gravità della sintomatologia all’interno della disomogenea categoria dei disturbi dello spettro autistico. Ciò al fine di identificare l’approccio terapeutico più idoneo per il trattamento di tali disturbi, tema che la recente pubblicazione delle Linee Guida del Ministero della Salute ha posto al centro di un vivace confronto fra quanti in Italia si occupano di autismo.