Bob Dylan il Camaleonte

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Di Noemi Bruni

Bob Dylan il Camaleonte.

Standing Ovation per Bob Dylan live per tre serate all’Arcimboldi di Milano.

 

Fresco di nomina al nobel, Robert Allen Zimmerman ha fatto il suo debutto italiano il 2 Novembre al teatro Arcimboldi di Milano. Alla veneranda età di 72 anni Bob Dylan ha deciso di buttarsi in un tour mondiale, toccando anche il belpaese con tre location, Milano, Padova e Roma. Ad un concerto di Bob Dylan bisogna arrivare preparati, chi lo conosce e lo segue da anni sa che il buon vecchio ‘menestrello’, per tre quarti della sua performance ha fatto canzoni dell’ultima decade, e per il restante quarto si è esibito in cover dei suoi stessi successi, con arrangiamenti totalmente ribaltati e sound che nemmeno ai più affezionati suoneranno familiari.

Perché è l’evoluzione che contraddistingue questo artista camaleontico. Sempre controverso, capace di reinventarsi in costanti reincarnazioni e di assumere diverse identità, per sfuggire agli schemi entro cui, di volta in volta, il mondo ha cercato di intrappolarlo. Bob si è esibito per la maggior parte in brani dell’ultimo album ‘Tempest’, uscito nel 2012, come volevasi dimostrare, intervallandoli con perle storiche, naturalmente trasformate e rivisitate, come «Tangled Up in Blue»,«Blood on the Tracks» e un’ indimenticabile esecuzione di «Desolation Row». Non escludendo la chicca finale per i più nostalgici,«Blowin’ in the Wind».

Bob è indubbiamente invecchiato, gli anni passano anche per lui e per i suoi folti riccioli, un tempo corvini ed ora imbiancati dal tempo. La sua voce matura, si trasforma e come il vino Bob invecchiando migliora. E’ una voce cavernosa, calda, dai toni autunnali. E l’autunno di Bob è un autunno smagliante. All’Arcimboldi di Milano il sempiterno Bob è davvero sul pezzo, non è annoiato ma indossa il suo ruolo con sicurezza e partecipazione, diversamente ad altre performance del passato. Passa con disinvoltura dal piano all’armonica, ancheggiando in vero stile cowboy .

Alle sue spalle una band formidabile, e una location minimal, intima, accogliente, priva di orpelli, perché la forza è la potenza dei suoi testi. Un mix di vari generi, dal folk al country, dal rythm and blues al rock’n’ roll, fino ad arrivare al blues. Il pubblico è partecipe e per un attimo sembra di non essere a tetaro. Non solo over 60 che hanno ripescato dall’armadio vecchi giubbini a frange e cappelli stile Far West, ma anche giovani ventenni, studenti, genitori e figli, nonni e nipoti, prova che Bob Dylan non è solo Mr Tambourine man, ma un profeta trasversale che continua con i suoi testi a coinvolgere varie generazioni.