Intervista a Giuseppe Balluzzo.

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Fashion News Magazine- Giuseppe Balluzzo

Di Denise Ubbriaco

Intervista a Giuseppe Balluzzo.

Intervista al cantautore romano Giuseppe Balluzzo.

La passione per la musica è qualcosa di innato. In genere, è connaturata in chi decide di intraprendere questa carriera. Un percorso lungo e faticoso, fatto di tanti sacrifici, studio e sfide da affrontare. L’esperienza del cantante, come quella delle arti sceniche in generale, si costruisce sul palcoscenico. Ho intervistato un giovane cantautore romano, Giuseppe Balluzzo. Da pochi giorni è uscito “Scivola”: il suo singolo d’esordio e primo brano dell’album “Tra i Miei Colori” (etichetta Ultratempo), un disco pop con influenze rock,  che uscirà prima dell’estate. In questa intervista, scoprirete tutte le curiosità sul suo conto.

Raccontami chi è Giuseppe Balluzzo.

Una delle domande più difficili. Ho 23 anni e canto da quando ero piccolo. Fra i diversi generi musicali, ho capito che quello più simile a me era il soul, cioè l’ “anima”, perché trovo che la musica sia mettere a nudo la propria anima. Dopo aver fatto tanti concorsi e provini, un anno fa, ho intrapreso un percorso tutto mio. Non voglio più che qualcuno mi dica come devo eseguire un brano. Voglio che la gente ascolti la mia musica, tramite i miei filtri e le mie parole. Voglio che la gente ascolti chi sono veramente.

Qual è stato il momento in cui hai iniziato a coltivare questa passione?

Ho vinto il mio primo premio all’età di tre anni, cantando al karaoke “La solitudine” di Laura Pausini. Da quel giorno, ho iniziato ad amare il canto. I miei mi hanno regalato una tastiera giocattolo. Pian piano, ho capito che la musica era la strada giusta per me.”

Per forgiare un artista ci vuole il talento, quello vero. E’ una componente indispensabile per affermarsi nel panorama musicale.

Come hai detto tu, deve essere innato. Molti cantanti studiano per mantenere la nota ad una certa durata, ma nell’esibizione diventa tutto freddo. Lo studio del canto deve essere la chiave attraverso cui facciamo uscire quel qualcosa di più.”

Diciamo la verità. Molti si avvicinano al mondo del canto, pensando di diventare grandi artisti col solo fatto di aver acquisito la tecnica, ma la sola tecnica non porta da nessuna parte, se non si è in grado di trasmettere emozioni. Cantando con il cuore, si arriva alla gente.

Esattamente. Ho iniziato a studiare canto a 16 anni. Ho studiato per un anno e mezzo con un’insegnante, ma non faceva per me, così ho smesso. Ho fatto ricerche sui libri e su internet, ho iniziato ad ascoltare i concerti live dei grandi cantanti come Stevie Wonder e Whitney Youston. Da loro ho appreso tanto, perciò ho preferito studiare attraverso me stesso, cercando di combinare chi sono con ciò che sono in grado di fare o meno. Tutti possono diventare cantanti, ma chi ha qualcosa da dire attraverso il canto è tutta un’altra cosa.”

Ad un certo punto, dopo aver fatto un percorso da interprete, senti l’esigenza di raccontare fatti o storie con le tue parole, di esprimere le tue sensazioni, di proporre il tuo punto di vista. Insomma, senti il bisogno di dar voce alle tue emozioni. Non è cosi?

“Assolutamente si. Se devo dire qualcosa a qualcuno e non ho il coraggio di dirlo in altri modi, lo dico con la musica. Almeno, sono parole mie. Quando canto le mie canzoni, ogni singola parola ha un significato e fa riferimento ad un momento preciso della mia vita. E’ tutta un’altra storia. Ad oggi, la musica è standardizzata: tutti gli stessi argomenti, parole uguali.”

Quanto è difficile, per un cantautore, farsi spazio nel panorama musicale?

E’difficilissimo. Alcune delle persone con cui ho collaborato, anche se il pezzo funzionava, mi dicevano, ad esempio: fai il pezzo più corto altrimenti non lo mandano in radio, oppure togli questa parola e sostituiscila con un’altra più banale così la gente la ricorda. Se mi pongono dei limiti nello scrivere, dov’è l’ispirazione? Dov’è la creatività? E’ come se consegnassero a Giotto uno schizzo da colorare. Per questo l’arte, spesso, non va a braccio con il commercio. In ogni caso, mai dire mai.”

L’importante è proseguire per la propria strada, seguire il proprio sogno e con il duro lavoro, prima o poi, le soddisfazioni arrivano. Quando si decide di intraprendere un percorso di questo tipo, in cui oggi sei sulla cresta dell’onda e domani non si sa, è fondamentale il sostegno della propria famiglia. Tu hai trovato questo tipo di riscontro nei tuoi cari?

“Il supporto della mia famiglia è stato fondamentale. C’è da dire che molte volte ho pensato di mollare ed è stata proprio la mia famiglia a spingermi ad andare avanti, senza farmi scoraggiare dalle critiche. In questo mondo, tutti i complimenti e tutte le critiche vanno prese con le pinze. Bisogna rimanere con i piedi per terra. La questione è sempre una: possono darti qualsiasi consiglio, possono farti qualsiasi critica, ma devi seguire ciò che ti piace, ciò che ti rende felice e rispecchia quello che sei.”

Certo. Altrimenti non saresti tu, ma il prodotto di qualcun altro.

Infatti, soprattutto quando sei giovane e non sei ancora plasmato. La musica è un percorso quasi psicologico, una sorta di psicoanalisi e, piano piano, scopri chi sei.

Da quando hai iniziato, cosa è cambiato?

E’ cambiato il mio approccio alla musica che, prima, era un gioco ed ora è diventata una fonte di sfogo. Ad oggi, cerco di trasformare la mia passione in un lavoro. E’ cambiato il mio rapporto con la voce. Nel percorso di crescita di un uomo, la voce varia notevolmente e questo cambiamento, all’inizio, è stato difficile da accettare. Dopo un po’ di tempo, ho trovato il mio equilibrio vocale e artistico. Oggi, so dove sono, conosco i miei limiti ed il colore della mia voce. Sono cambiate tante cose, com’è giusto che sia.

Hai fatto grandi passi dagli esordi ed ora hai una band tutta tua. Quando è nata?

La mia band è nata un anno fa. Avevo scritto un po’ di pezzi e, allora, ho preso alcuni musicisti che avevo ascoltato e con cui avevo suonato ed ho proposto di creare una band. Ci stimavano molto come musicisti. Dopo un paio di mesi, abbiamo fatto piccoli concerti per far sentire alla gente che stavamo arrivando. Eravamo molto carichi e, così, è nato l’album.”

Qual è il primo inedito dell’album?

Il primo inedito è “Scivola” e risale ad un anno e mezzo fa.”

Vuoi raccontarmi com’è nato questo brano?

E’ nato in un periodo difficile della mia vita. Non riuscivo a trovare la mia strada. Ero completamente chiuso. Ricordo, ancora, che stavo scrivendo questo pezzo sul tavolo di casa mia. Mi sono detto: Basta, non ce la faccio più. Scrivo questo brano, esco, mi diverto e, poi, la faccio finita. Non so il  perché, ma ho cambiato idea ed è nato Scivola.”

Di cosa parla questo singolo?

Parla del passato indelebile dentro di noi, il presente che a volte sembra così ostile, e il futuro che troppo spesso è in “bianco e nero”, non definito, confuso. Ma, arriva sempre un momento in cui succede qualcosa e ti accorgi che la vita è a colori, è magica.”

Ascoltare il pezzo, conoscendo la storia, è ancora più emozionante. Da questo momento difficile, è nato un testo meraviglioso. L’ inedito è inserito nell’album “Tra i miei colori”. Dieci canzoni tutte scritte da te. Spiegami il perché di questo titolo.

Tra i miei colori è nato per il fatto che sono daltonico. Non vedo i colori come tutti gli altri li vedono. Pensa che un giorno sono andato a lavoro con una camicetta fuxia, pensando che fosse blu. Da quel giorno, ho capito che dovevo stare un po’ più attento ai colori. Siccome nella vita, mi sono sempre adattato, nel mio album vorrei mostrare alla gente il mio mondo con i miei colori. Da qui, il titolo dell’album.”

Quali sono i generi che hai sperimentato in questo album?

Questo album è un misto di generi: dalle influenze più rock a quelle reggae, da esperienze pop, acustiche. E’ un mix di colori.”

Fashion News Magazine-Giuseppe Balluzzo

Hai fatto mai qualche rinuncia nel mondo della musica?

Si. Mi era stato proposto di fare alcuni programmi importanti, a cui ho deciso di non partecipare perché, dopo, l’esperienza dei talent, sapevo come andavano le cose. Ho deciso di declinare ciò che, in verità, è tutta illusione. Vendere la mia immagine per fare un po’ di soldi, non mi stava bene, perciò ho rinunciato a proposte molto interessanti per dignità. Sono un musicista, sono un cantante e voglio che la gente mi conosca per come sono e non come qualcuno vorrebbe farmi apparire.”

In genere, come nascono i tuoi brani?

Bella domanda. A volte, sono impegnato in qualcosa, ad esempio sto lavorando, sto prendendo un caffè, ad un certo punto mi viene in mente una nota con le parole ed inizio a cantarla. Parole e musica dal nulla, senza poterle bloccare. Poi, ci lavoro su.”

Quali emozioni provi quando incidi un tuo pezzo?

Faccio sempre mente locale a quando l’ho scritto. Faccio il paragone dall’inizio alla fine e penso a come ha preso vita. Per me, ogni canzone è come un piccolo bambino. E’ una parte di me. Mi do una pacca sulla spalla e mi rendo conto che ho fatto un buon lavoro.

Quali emozioni provi quando sali sul palco e canti i tuoi brani?

Quando salgo su un palco, ho sempre una paura allucinante. Cerco di mascherarla facendo il simpaticone, ma dentro muoio. Quando la musica parte, non mi ferma più nessuno. Siamo io, il microfono ed i musicisti.

Progetti futuri?

Mi piacerebbe portare il mio album in giro per d’Italia. Inoltre, sono stato contattato dall’estero, per promuovere il mio progetto anche in Spagna, a Londra, negli Stati Uniti. Ho la fortuna di parlare diverse lingue, perciò non mi dispiacerebbe il passaggio oltre oceano.

Sogno nel cassetto?

Sembra banale, ma il mio sogno è affermarmi nel campo musicale come artista. Acquistare credibilità. Il mio sogno è di affermarmi ed essere riconosciuto come professionista.

Quale consiglio dai a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

Seguire il proprio istinto, senza lasciarsi condizionare dagli altri. Esporsi, mettersi in gioco, farsi promuovere. Poi, prendere le batoste, perché anche quelle servono. Io ne ho prese tante e mi hanno fatto arrivare fin qui. Prendere tutto come una lezione e non come una sconfitta. Consiglio di non farsi mai buttare giù, da nessuno. Il giudizio di un’altra persona è solo un giudizio. Consiglio di non dar retta ai consigli, a meno che non siano costruttivi. Cosa fondamentale, bisogna credere in quello che si fa, perché se non si crede in se stessi, non si può pretendere che lo facciano gli altri. Vedere la musica come un mezzo per esprimersi, non come un mezzo per far soldi o successo. La musica è come un dio, bisogna portargli rispetto se ci si crede.

Potrete assistere al concerto di Giuseppe Balluzzo, domenica 13 aprile, presso “Spazio 47” di Aprilia (LT), in apertura del concerto di Danilo Sacco, dove presenterà in trio acustico i brani del suo disco di inediti. Potrete acquistare i biglietti, al costo di 15 euro, sul sito o presso la biglietteria del teatro.

05.04.2014