Di Denise Ubbriaco
Intervista ad Andrea Martini
Dal disegno al cartoon: intervista ad Andrea Martini
Il mondo dell’animazione affascina proprio tutti, grandi e piccini. E’ una porta di accesso al mondo dei sogni. Un mondo in cui fantasia e realtà si incontrano e, intrecciandosi, possono condurre alla scoperta di storie fantastiche all’insegna della magia, dello stupore e dell’avventura, comunicando al pubblico una miriade di insegnamenti. L’elaborazione di una storia avvincente, la creazione di un’idea brillante, la scelta dei personaggi, il passaggio dal disegno al cartoon, rappresentano fasi molto delicate e complesse, da cui deriva la riuscita o meno di un progetto. Per approfondire al meglio questo discorso e conoscere quali sono tutte le fasi per la realizzazione di un cartone animato, ho avuto il piacere di intervistare Andrea Martini, grande professionista del settore e fondatore, insieme a Raffaele Bortone, della società “Animundi.”
Raccontami chi è Andrea Martini.
“All’anagrafe 50 anni suonati (quasi 51) e non sentirli. Merito di una compagna meravigliosa e dei miei quattro ragazzi. Musicista per diletto, architetto pentito, cartonist per passione, da oltre 5 lustri. Ahimè, ho festeggiato le nozze d’argento con questo lavoro!”
Come ha avuto inizio la tua carriera nel mondo dell’animazione?
“Come tutte le migliori storie: casualmente. Nel 1987, dopo il servizio militare e complice un momento di crisi della mia vena “architettonica”, mi sono iscritto ad un misterioso corso regionale full-immersion di 900 ore denominato: “Grafica d’Animazione”. Da quel momento, tutto è passato in secondo piano (musica, studio e quant’altro). Da lì, è partito un percorso di collaborazioni con vari studi e professionisti del settore fino all’incontro con Raffaele Bortone (il mio socio) e la nascita di Animundi.”
Quando è nata Animundi?
“Ufficialmente nel 2002. Già da un paio di anni, io e Raffaele avevamo iniziato a studiare le varie possibili tecniche computerizzate da abbinare all’animazione. Sfruttando l’utilizzo di software vettoriali (come ad esempio Flash e Moho) abbiamo codificato una metodologia di lavorazione che permetteva di ridurre, di molto, tempi e costi di produzione. L’abbiamo chiamata P.M.S. (Poligonal Motion Sistem) e su di essa abbiamo basato il nostro progetto d’impresa.”
Da cosa è partita l’idea di fondare questa società?
“L’idea era e rimane quella di ottimizzare i processi produttivi per realizzare cartoni animati di elevata qualità, abbassando il più possibile i costi (nota dolente per la produzione di un prodotto in animazione).”
Dal disegno al cartoon. Quali sono le fasi per la realizzazione di un cartone animato?
“Il cartoon è, anzitutto, identificato con il disegno, ma le fasi di produzione sono tante e tutte fondamentali, spesso propedeutiche una all’altra. Tutto inizia con uno script. Come dice qualche sceneggiatore illuminato:“Per fare un buon prodotto ci vogliono 3 cose: una buona sceneggiatura, una buona sceneggiatura e… una buona sceneggiatura!” Ed io, in parte, concordo. Dallo script nascono i personaggi (characters) e le ambientazioni (backgrounds) che vanno ovviamente disegnati e colorati. Una volta terminata la fase del character design, si passa alla stesura dello storyboard, cioè la regia del cartone animato, in cui vengono scelte le singole inquadrature, così i disegni statici si trasformano in azione. Fino a qui abbiamo parlato di “pre-produzione”. Ora, finalmente, si passa alla fase della “produzione”, ovvero a quella dell’animazione vera e propria. La fase più affascinante e, indubbiamente, più impegnativa. Una volta create tutte le singole scene del filmato, inizia la fase di “post-produzione”, cioè il montaggio (editing) e la sonorizzazione (dialoghi, rumori e musiche). Quindi si mette tutto insieme e il gioco (si fa per dire) è fatto!”
Fra le serie animate televisive più avvincenti, ci sono “I Saurini”, cinque cuccioli di dinosauro che viaggiano nel tempo e nello spazio affrontando mille peripezie e fantastiche esperienze. Com’è scoccata la scintilla che ha portato alla creazione di uno dei cartoon più amati dai bambini?
“Il progetto risale a molti anni fa e nasce da un’idea di Raffaele Bortone (l’altra metà di Animundi) che possiamo definire a tutti gli effetti il papà dei Saurini, mentre io sono lo zio. L’idea è rimasta in stand-by per molto tempo, aspettando il momento giusto per venire fuori. Intanto, Animundi nasceva sviluppando altri prodotti, tra cui videoclip musicali (Andrea Mirò – Giovanni Allevi – Ivano Fossati) e vari progetti di serie televisive come“E-Fox”, partorito dalla fantasia di un grande cartoonist (Oliviero Murru), “Micromondo”, nato dalla matita dell’ottima Giada Mancini, “Orlando”, realizzato in collaborazione con Alberto Dose (un maestro del disegno argentino) e molto altro ancora. Poi, è arrivato il “momento giusto” e, con lui, Wellington Giardina, un grande disegnatore brasiliano che, sotto un’attenta guida (mia e di Raffaele), ha rielaborato il “concept grafico” dei Saurini facendoli diventare quelli che vediamo oggi. Così, nel 2006, è iniziata la nostra avventura co-produttiva con RaiFiction e, nel novembre del 2008, la prima serie ha debuttato su Rai2, riscuotendo subito un ottimo riscontro di pubblico e di share. Da allora, sono passati 8 anni e non ci siamo più fermati realizzando, tutt’oggi, tre serie (da 26 episodi ciascuna) e un lungometraggio per la televisione, mentre la quarta serie è attualmente in lavorazione.”
“I Saurini” sono fra i prodotti più seguiti sulle reti Rai. Tra finzione e realtà hanno viaggiato nel tempo, esplorando le molteplici fasi della storia di tutto il mondo. Hanno letteralmente conquistato il cuore dei bambini. Ti aspettavi questo straordinario successo?
“Onestamente, abbiamo creduto tantissimo in questo prodotto fin dall’inizio. Gli ingredienti c’erano tutti: la magia, il mistero, la tenerezza dei cuccioli e i valori di amicizia e solidarietà che promuovono e, poi, sono dinosauri. Si sa, i dinosauri hanno sempre avuto un posto speciale nel cuore dei bambini (e anche nel nostro).”
Qual è il tuo personaggio preferito fra i cinque cuccioli di dinosauro?
“Ogni saurino ha una sua caratteristica particolare. Saro è il più sicuro, Stego il più forte, Bronto il più tenero e Nunzy (l’unica femmina del gruppo) è, per certo, la più coraggiosa. Il personaggio che, assolutamente, preferisco è Ranu: il più irriverente e scanzonato dei cinque. Ti confesso che l’ho fatto mettere anche sul mio biglietto da visita. Sempre affamato e pronto al gioco, il suo carattere e totalmente opposto al mio. Forse è per questo che lo adoro.”
Quali sono i valori e gli insegnamenti che si vogliono comunicare attraverso questa serie?
“Avere come riferimento un pubblico di bambini è una grandissima responsabilità. In questo, abbiamo sempre posto una cura maniacale, aiutati anche dal rapporto di co-produzione con un’azienda attenta come la Rai. Il nostro target di riferimento è 4 – 8 anni, ma i Saurini trasmettono valori assolutamente universali. In primis, l’amicizia: nulla può scalfire il rapporto sincero che esiste tra i cinque cuccioli e che, via via, si è andato instaurando anche con i vari personaggi che hanno arricchito la serie nel tempo. “Ricordati figliolo – diceva il papà di Saro nella prima puntata della prima serie – voi siete come le dita di una mano, da soli avete poca forza, ma insieme formate un potente pugno.” Un altro valore fondamentale della serie è la capacità di collaborare e risolvere insieme qualsiasi problema. Poi, la diversità come arricchimento. Come potrebbe essere diversamente, viste le centinaia e centinaia di personaggi, umani e non, che i saurini hanno incontrato in tutti i loro viaggi, senza considerare che nella quarta serie viaggeranno nell’universo e incontreranno nuovi amici alieni. Infine, posso citare il rispetto per il prossimo, in generale, e, in particolare, per la conoscenza e l’esperienza incarnate dal saggio Maesto Saùro, punto di riferimento indispensabile per i cuccioli. Alla fine di ogni puntata è lo stesso Saùro a citare una morale legata alla storia appena vissuta.”
In coproduzione con Raifiction, è stato realizzato un tv-movie per Rai2, “I Saurini e i racconti della Fonte Magica”, con la tecnica Stereotoon. Dimmi qualcosa di più a tal proposito.
“Fin dal 2008, Animundi ha iniziato ad occuparsi di 3D stereoscopico (quello con gli occhialini tanto di moda negli ultimi anni, per intenderci) e nel tempo ha codificato una metodologia per rendere tridimensionale qualunque filmato che nasce originariamente bidimensionale (in particolare cartoni animati, ma non solo). Questa tecnica l’abbiamo chiamata appunto Stereotoon e il tv-movie in cui l’abbiamo utilizzata è pronto per essere trasmesso su televisori adatti ad una visione stereoscopica. In attesa che ciò sia possibile, su Rai2 è andata in onda la versione bidimensionale del film, ma noi restiamo in fiduciosa attesa.”
“I Saurini” hanno presenziato ad uno degli eventi collaterali di Alta Roma 2014, “Le Salon de la Mode”, mettendo in risalto l’importanza del Made in Italy. Cosa mi racconti di questa esperienza?
“Fantastica! Abbiamo presentato un abito “saurino” partorito dalla fantasia di Simone Daneluzzo, un giovane stilista studente dell’Accademia Koefia di Roma. Può sembrare strano, ma i Saurini si trovano eccezionalmente a loro agio nel mondo della moda (in particolare Nunzy) e noi con loro. Forse, perché avendo attraversato quasi tutte le epoche, dall’ Antico Egitto fino al Futuro, passando per il Rinascimento e la Rivoluzione Industriale, e avendo visitato quasi tutti gli angoli della Terra, abbiamo dovuto disegnare abiti di tutti i tipi (con più di 1.000 personaggi realizzati in tre serie). Insomma, nel nostro piccolo, possiamo dire di aver contribuito a creare una documentazione, semplificata e specifica, per una fruizione infantile di quasi tutti i tipi di abiti usati negli ultimi 2000 anni o giù di lì. Poi, c’è la questione del Made in Italy che ci sta particolarmente a cuore. Animundi nasce essenzialmente dalla volontà, mia e di Raffaele, di valorizzare al massimo tutte le qualità e le specificità di questo straordinario angolo di mondo. Nel processo produttivo dei Saurini, ci appoggiamo necessariamente anche a strutture internazionali. Non potremmo fare diversamente per realizzare oltre 5 ore e ½ di cartone animato in 18 mesi di produzione. Posso dire, con un pizzico d’orgoglio, che i Saurini sono un prodotto concepito (nel senso di concept), organizzato, realizzato (per moltissime fasi di produzione), nonché interamente finanziato in Italia. Scusate se è poco!”
Cosa pensi delle altre serie animate trasmesse in tv?
“Detto che oggi (e ancora di più domani) i sistemi di fruizione di un qualsiasi prodotto “visual” non sono più legati ad una visione esclusivamente televisiva e che la stessa televisione con l’avvento dei canali tematici ha giustamente differenziato la sua offerta, a me piace molto l’idea che il nostro prodotto resista su una rete generalista come Rai2. Sarò un po’ dinosauro anche io, ma mi ricorda quando da bambino aspettavo con trepidazione l’inizio del “Braccobaldo show” e di come questo scandiva tutti gli altri appuntamenti del pomeriggio. Oggi, delle tre reti Rai “generaliste”, Rai2 è la sola che ha mantenuto una finestra, in questo caso mattutina, dedicata ai cartoon. Tutto il resto della produzione è stato spostato su Rai Gulp e su Rai Yo-Yo. Onestamente, penso che, al di la della rete che le mette in onda, le serie co-prodotte da RaiFiction siano tutte di ottimo livello. Lo sono anche le tv-series trasmesse da altre emittenti, come “I Simpsons”, ma in quel caso si tratta di solo acquisto e messa in onda del prodotto e non della sua co-produzione, come, invece, fa la Rai.”
Quali sono le tue preferenze sui cartoon di oggi e di ieri?
“In parte, ho già risposto parlandoti di Braccobaldo e, quindi, di Hanna – Barbera. Io nasco dalla scuola del vecchio e inimitabile zio Walt. Ho fatto crescere i miei figli con Tom e Jerry. Insomma, full–animation (o quasi) di stampo americano. Fantastici anche Betty Boop e Popoye di Max Fleischer. Ricordo, come fosse oggi, il brivido di fronte alla prima puntata in televisione di Goldrake. Che scossa! Credo di aver iniziato la mia carriera di cartoonist disegnando a memoria “Actarus e alabarde spaziali”. Era il 1978 e la serie veniva trasmessa su Rai2. Guarda tu il caso! Una menzione speciale per il maestro Hayao Miyazaki, splendido tra i tanti il film “La città incantata” premio oscar nel 2003).”
Progetti futuri. Cosa bolle in pentola?
“Tante cose, ma tutte scaramanticamente segretissime! Quello che posso dire è che, per quanto riguarda i nostri cinque piccoli eroi, siamo in piena produzione della quarta serie e che questa ci terrà occupati almeno per tutto il 2015. Poi, ci sono molte situazioni legate allo sviluppo del brand Saurini che prevedono collaborazioni e associazioni con varie strutture. Da qui, la sempre maggiore necessità di ideare ed organizzare eventi in ambiti diversi. Recentemente siamo diventati partner dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, tanto che a Pasqua i Saurini hanno distribuito le loro uova ai piccoli degenti. Un’esperienza fantastica! Abbiamo tanti progetti che scalpitano per partire. In particolare, c’è un altro progetto di serie televisiva, ma il percorso è ancora lungo e l’esito incerto. Quindi, bocca chiusa e incrociamo le dita!”.
Ringrazio Andrea Martini per la sua disponibilità e gli auguro di realizzare tutti i progetti in cantiere. Un grande in bocca a lupo, o meglio, in bocca al “Saurino”!
20/09/2014
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