Bologna, la dotta.
Bologna la dotta, Bologna la grassa. Sono tanti gli aggettivi, un misto tra serio e faceto, che vengono attribuiti al capoluogo emiliano, una città dalle mille facce e sorprese, città di cultura sin dal 1088, anno di fondazione della prima Università del mondo occidentale, ma anche di una tradizione enogastronomica che l’ha resa, secondo una recente classifica, la seconda città al mondo per livello e offerta “a tavola”.
Secondo gli utenti del portale turistico leader in Italia PaesiOnLine, infatti, Bologna si posiziona tra le grandi città più amate per una numerosa serie di fattori, che ovviamente non prescinde dall’ampia offerta culturale, ma che include anche la modernità (come vedremo fra poco), i magnifici scenari naturali dei dintorni e, ovviamente, il mondo della cucina.
Iniziamo questo tour bolognese dai trasporti: essendo posizionata al confine ideale tra nord e centro Italia, Bologna ha da sempre rappresentato uno snodo eccezionale per i flussi di persone, sia su rotaia che su gomma. Ecco perché raggiungere Bologna, in autostrada o con uno dei tanti treni veloci (per non parlare poi dell’aereo, con l’Aeroporto Marconi che dista pochi chilometri dal centro), è davvero una passeggiata, oltre a un punto a favore della città.
Giunti dunque in Stazione, anch’essa un monumento alla memoria storica (si trovano ancora i segni dell’attentato del 2 agosto 1980), si può iniziare un itinerario che tocchi luoghi più o meno conosciuti. Ovviamente, non si può prescindere da due luoghi “essenziali”, ovvero Piazza Maggiore e le due Torri.
Nel primo caso, parliamo di quella piazza che Lucio Dalla ha reso celebre nella canzone “Piazza Grande”, uno spiazzo monumentale di quasi 7.000 metri quadrati, circondato da palazzi celebri, come il Palazzo d’Accursio (sede della Regione Emilia Romagna), e dalla grandiosa Basilica di San Petronio, costruita tra il XIV e il XVII secolo e nota per la sua facciata “incompiuta”, a due ordini e stili sovrapposti.
Le Torri, poi, rappresentano l’eredità medievale di Bologna (e più in generale di tutte le città italiane, nelle quali le torri simboleggiavano il potere delle famiglie nobili). Sebbene ve ne siano più di venti, le due più famose sono quella degli Asinelli e quella della Garisenda. Entrambe le torri, sebbene la Garisenda in maniera più evidente, pendono da un lato, e dominano lo skyline del centro storico con i loro 94 e 48 metri.
Parlando di vedute, poi, non c’è luogo migliore per ammirare la città nel suo complesso che il Santuario della Madonna di San Luca. Partendo dalla città, si percorre un magnifico sentiero porticato, lungo quasi quattro chilometri (chi lo fa a piedi, secondo la tradizione, avrebbe diritto a chiedere una grazia), per poi giungere in questo tempio di forma ovoidale, ricostruito nel Settecento e che si erge sul punto più alto del cosiddetto Colle della Guardia.
Proprio i colli bolognesi (come nella celebre canzonetta di fine anni ’90) sono una delle maggiori attrazioni dei dintorni, grazie al loro clima mite, alla natura accogliente e alla visuale che spazia su tutta Bologna, e che farà felici i fotografi compulsivi.
Rientrati finalmente in città, possiamo lasciarci andare a una pausa-pranzo che ci permetta di gustare tortellini, lasagne, mortadella e tutte le delikatessen della cucina bolognese, prima di incamminarci verso il nuovissimo MAMbo, il Museo di Arte Moderna, che ospita opere di grande interesse così come mostre temporanee di carattere internazionale.
Prima di chiudere questo giro, però, dobbiamo fermarci ad ammirare il Canale delle Moline. Lo sapevate, infatti, che Bologna fu nel Medioevo una città navigabile, al pari di Venezia? Furono infatti realizzati, deviando il Reno e il Savena, ben cinque canali che attraversavano il centro e che venivano solcati da imbarcazioni di ogni tipo, soprattutto commerciali. Al giorno d’oggi sono quasi tutti interrati, ma il Moline è ancora in parte visibile, con le case che affacciano sull’acqua. Un tocco romantico, per una città che non potrà non stupirvi.