Di Denise Ubbriaco
FNM People – Intervista a Fabio Di Nicola
Fabio Di Nicola: “Amo la maglieria, soprattutto la più innovativa, perché si plasma sul corpo.”
Fabio di Nicola è uno stilista, un consulente di menswear, un grande creativo. Si è formato all’Accademia di Belle Arti di Bologna in scenografia e costume, ha fondato un’azienda in cui ha curato tutti le fasi del progetto creativo sino ad approfondire gli aspetti produttivi e merceologici. Nel 2014, ha seguito un periodo di preparazione in Saint Martin a Londra, cogliendo quest’occasione per mettersi in gioco perché, si sa, nella vita non si smette mai di imparare. Ama la contaminazione fra mondi diversi, in particolar modo l’incontro della moda con la musica e l’arte. Dopo il ritorno con una linea che porta il suo nome e la partecipazione a Pitti del gennaio scorso, Fabio Di Nicola sceglie l’appuntamento fiorentino e l’edizione di giugno 2016 per presentare una nuova capsule collection per la primavera/estate 2017, ispirata a Thayaht. Per saperne di più, leggete la mia intervista a Fabio Di Nicola.
Chi è Fabio Di Nicola?
“Uno stilista/designer, un sognatore, un uomo che ama il bello dal suo punto di vista ovviamente.”
Ha sempre desiderato lavorare nel mondo della moda?
“Sin da bambino, a circa 13 anni, ho deciso che questo sarebbe stato il mio percorso professionale.”
Come e quando ha avuto inizio il suo percorso professionale?
“Ho iniziato nel 1988 vincendo i primi concorsi per stilisti, poi ho trovato un primo lavoro nel 1993 come consulente, nel 1998 ho aperto la mia azienda che è durata per 10 anni producendo il marchio Fabio Di Nicola. Oggi, proseguo come consulente, lavoro sulla mia linea e sono docente di fashion design presso IED.”
Mi racconti del suo periodo in Saint Martin a Londra nel 2014.
“Volevo farlo da giovanissimo, ma non vi erano le economie. Qualche anno fa, ho saputo di corsi estivi, ho messo da parte qualche euro e son partito. Ne avevo bisogno anche se mi sono messo dietro i banchi di scuola a 40 anni. Insegnando e continuando la mia linea, volevo aggiornarmi e vedere nuove cose. E’ stata l’esperienza più bella della mia vita e all’altezza del nome che Saint Martin ha.”
C’è un ricordo legato alla sua carriera che vuole condividere con noi?
“Quando facendo una linea di t-shirt dedicata alla musica, mia altra grande passione, ho ottenuto la licenza della cover del primo album di the B-52’s che mi avevano tanto ispirato da giovanissimo e che volevo riprodurre su questa t-shirt. Da qui, ho poi collaborato con tanti miei eroi: Soft Cell, Visage, FGTH, R.E.M., Blondie, etc.”
Quando e come è nato il suo brand?
“Nel 1998, grazie ad un grande imprenditore che mi ha dato la spinta per partire.”
Qual è il suo concetto di stile?
“Eleganza rivisitata con i canoni contemporanei. Mi piacciono i dandy, ma sono molto influenzato dallo urbanwear.”
In genere, da cosa coglie l’ispirazione?
“Da tutto: amici, musica, città e da come vivono le persone. Poi, dalla poesia che è come me, veloce, immediata, chiara.”
Quali sono i colori ed i materiali che predilige per le sue creazioni?
“Mi piace molto il blu navy ed il grigio. Amo la maglieria, soprattutto la più innovativa, perché si plasma sul corpo.”
Parliamo della nuova capsule collection per la primavera/estate 2017 che sarà presentata al Pitti. So che ha acquisito dagli eredi di Thayahtla licenza esclusiva di utilizzo di tre disegni. Dico bene?
“Si, vero! Conosco da anni gli eredi Toto che incontrai in occasione della mia rielaborazione della TuTa. Quest’anno ho chiesto loro alcuni disegni, di loro scelta, per creare stampe e motivi. Poi, ho urbanizzato tutto e ne è nata una rivisitazione inedita in pieno stile thayattiano. Gli eredi sanno del mio amore, rispetto e stima per Thayaht, dunque mi hanno fatto questo grande dono.”
Cosa la colpisce di Thayaht?
“La poliedricità e lo stile.”
Quali sono gli elementi attorno a cui ruota la collezione?
“Il connubio tra maglieria e felperia. Essendo un estivo dove la maglieria è un po’ penalizzata, ne ho creato un accoppiamento inedito con la felperia.”
Must della collezione?
“Il bermuda di ispirazione thai box on decorazioni modulari create dai disegni di Thayaht.”
Per lei, quanto è importante la contaminazione con altri mondi?
“Fondamentale. Non viviamo in compartimenti stagni. Abbiamo bisogno di conoscere, vivere e sentire. Quindi, essere contaminati.”
Progetti futuri?
“Creare nuove liasons con altri artisti, magari contemporanei.”
Sogno nel cassetto?
“Dirigere un “corto” dadaista.”
Ringrazio Fabio Di Nicola per la sua disponibilità.
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09/06/2016
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