La condizione individuale è oggi più che mai complicata e spesso incapace di identificare non solo i propri lati personali ma spesso oscura anche gli angoli e le realtà più evidenti. Ciò accade perché l’uomo contemporaneo è, oggi più che mai, alla ricerca di una sua identità, quella vera, che non sempre riesce a focalizzare; una entità, quindi, in continuo divenire, una ricerca costante, un’analisi quotidiana che, spesso inconsapevolmente, ci accompagna nei vari atteggiamenti e circostanze della vita.
Ray-Ban ha colto tale disagio, lo ha percepito e ha voluto trasmetterlo e in qualche modo affrontarlo per poi comunicarlo attraverso la sua ultima campagna pubblicitaria 2017 attraverso l’opera del celebre fotografo statunitense Steven Klein.
In essa viene eliminata ogni logica stereotipata, ogni legame che lega l’individuo e che non gli permette di essere davvero se stesso, imprigionandone la libertà e la voglia di spaziare, che sbarra il passo ai sogni ed alla loro realizzazione, in poche parole una campagna finalizzata a ridare la voglia di vivere spazi aperti, in cui coltivare i desideri e le passioni che possono appagare e riempire i vuoti esistenziali.
Lo stesso Steven Klein specifica che nel suo lavoro ha voluto “creare una realtà in cui le persone lasciano un mondo per entrare in un altro, senza più guardare al passato”.
Ed è proprio ciò che Ray-Ban vuole comunicare a chiunque indossi i suoi prodotti, ovvero la possibilità di esprimere se stessi, malgrado lo schermo di un occhiale che può coprire un volto ma non può oscurare l’anima.