Street food mania, tra tradizione e innovazione

Sbanca in Europa il Food truck: il cibo gourmet di strada che fa tendenza
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Se vi è capitato ultimamente di camminare in un festival o un evento molto probabilmente avrete incontrato uno di quei furgoncini in stile vintage che offrono cibo di strada.

E se gli italiani mostrano spesso una forte resistenza al cambiamento, sul tema del cibo invece sembrano preferire soluzioni alternative al ristorante o al bar tradizionale: gironzolano per le vie assaggiando non solo prodotti tipici da sagra ma sperimentando le cucine proposte da food truck multietnici. Oggi il cibo di strada diventa raffinato, un fatto da veri intenditori, e così questi camioncini o ape-car che ricordano le atmosfere dell’America anni ’50 si trasformano in piccoli ristoranti gourmet con cucine ad alta sperimentazione. Da sempre la cultura alimentare ha avuto a che fare con le strade, quando gli uomini hanno iniziato a viaggiare avevano come punto di riferimento la possibilità di potersi nutrire lungo il cammino assaggiando pietanze locali a prezzi modici.

Andando a ricercare le tracce più antiche di cibo preparato e cucinato per strada risaliamo alla civiltà egizia, dove si tramanda che nel porto di Alessandria era abitudine friggere del pesce e venderlo ai passanti. Dall’Egitto alla Grecia per poi arricchirsi con nuove tradizioni nell’Impero Romano; a quell’epoca le classi urbane meno abbienti vivevano in abitazioni sprovviste di cucina e avevano la tendenza di consumare i pasti in piedi in locali semi-aperti nei pressi delle piazze.

Questo nuovo modello di business gastronomico che si sta via via sviluppando arriva paradossalmente dal trend nato negli Stati Uniti, la terra del junk-foodLa storia del cibo di strada negli Stati Uniti risale a più di un secolo fa dove in molte grandi città della costa orientale vi erano carovane di camion che cucinavano e vendevano prodotti locali. Arrivando ai giorni nostri vediamo come questo movimento sta investendo tutta l’Europa, una scommessa rivoluzionaria che sta già vedendo i suoi frutti.

Ma quali sono stati allora gli ingredienti giusti per raggiungere prontamente dei buoni risultati?

In primis la qualità del cibo di strada e la possibilità di poter provare varie pietanze, dalla cucina locale alla cucina d’oltreoceano; in seconda battuta il marketing di prezzo, a portata di tutte le tasche. Il cibo di strada sta diventando manifestazione dinamica, emozionante e democratica della gastronomia; si possono raccontare alcune esperienze in città come Londra, Berlino, Parigi.                                         

A Londra, una nuova generazione di giovani imprenditori abbandona la cucina tradizionale per puntare sulla cucina su due ruote con un menu semplice ed ingredienti km0, riuscendo a ridurre così anche i costi di locale e del personale. Una cucina che riflette lo spirito multiculturale di Londra offrendo una vera e propria fusione di sapori e di esperienze culinarie provenienti da tutte le parti del mondo.

E se nel frattempo a Berlino si è sparsa la voce di una carovana di camion che servono currywursts (salsicce) in ogni angolo della città, a Parigi, città d’eccellenza per la cucina gourmet, cominciano ad apparire moderni camion di cucina asiatica, in particolare vietnamita.

E la Spagna non è da meno, Ferrà Adrià, chef spagnolo diventato un divo internazionale dei fornelli, ha aperto una catena di slow restaurant, che Joele Robuchon, eletto chef francese del secolo ha sperimentato, dando vita a una catena di “tavole” dove non si prenota, non si paga con la carta di credito, e si mangia in venti minuti a prezzo fisso.

In Italia, sono ormai innumerevoli le esperienze di piccoli imprenditori che “girano” per festival, eventi culturali e sagre con il loro truck dall’alto design e portano sulla strada le tradizioni delle loro terre o sperimentano le cucine provate viaggiando per il mondo.

Il cibo di strada identifica e distingue il territorio e la tradizione, evidenziando un aspetto tra i più importanti della cultura di ogni popolo, quello del costume alimentare.

All’interno del concept dello Street Food si afferma l’identità di un popolo, la misura del livello di cultura alimentare ma anche la capacità di reinventarsi continuamente pur mantenendo salde le proprie tradizioni. Il cibo di strada diviene convivialità, socialità, un nesso tra innovazione e tradizione ma soprattutto espressione di un popolo, insomma “siamo quello che mangiamo” come diceva il filosofo Ludwig Feuerbach.

 

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