London Fashion Week Men’s SS 2018

Il meglio delle sfilate maschili di Londra, dai nuovi brand a quelli conosciuti, passando per i marchi in vertiginosa ascesa.
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Si è conclusa con successo l’edizione SS 2018 della LFWM che ha marcato i primi 5 anni della manifestazione con il consueto mix vincente di show, presentazioni ed eventi collaterali per far incontrare e i vari “attori” del settore (stilisti, buyer e giornalisti) nonostante l’assenza temporanea di J.W.Anderson che ha sfilato a Firenze ospite di Pitti 92 e quella permanente di Burberry che da due stagioni ha optato per uno show co-ed ( moda donna e uomo) e “see now-buy now” durante la LFW a settembre e febbraio.

Occhi puntati sui nove marchi sponsorizzati dal BFC attraverso il progetto NEWGEN, e i tre, in particolare, che hanno spiccato durante questa stagione.

Phoebe English Man ha presentato 9 look, ispirati da ciò che il suo fidanzato ceramista indossa tutti i giorni, ossia outfit comodi e utilitaristici caratterizzati da righe, colori neutri ed un accento di blu;

Wales Bonner continua invece ad esplorare l’identità della comunità di colore, ispirata dallo scrittore James Baldwin., facendo sfilare look minimal, concentrandosi sui tagli e sulla vestibilità.

Infine Charles Jeffrey LOVERBOY che, ha raccolto l’eredità di Galliano e della Westwood, ed ha fatto sfilare una collezione ecologista e contro l’effetto serra. Ha mandato in passerella una tribù di personaggi di fantasia, surreali e colorati a celebrare la libertà di essere ciò che si vuole.

Londra è conosciuta in tutto il mondo per il suo mix di stili e i brand alla LFWM non sono da meno; oltre alla cretività dei nuovi brand, non sono mancati quelli che tengono alto il nome della Londra elegante e sartoriale, a cominciare da E.Tautz. Si tratta di un marchio fondato nel 1867 a Saville Row, la via dei sarti, e disegnato da Patrick Grant che, per la prossima estate, ha creato giacche dal taglio morbido, pantaloni e short ampi e a vita alta e ampi. Stesso mood rilassato per l’uomo di Oliver Spencer che ha fatto sfilare completi di lino a tinta unita o a quadri.

A completare il mosaico londinese tre collezioni di marchi in ascesa; la sfilata ispirata al safari della “campionessa” dello streetwear Astrid Andersen, la quale ha aggiunto ai suoi outfit da pallacansetro-luxe, stampe floreali su seta, tweed in verde e azzurro e camicie oversize alla coreana; la collezione di Craig Green, in cerca di un luogo paradisiaco, lontano dalle brutture della realtà, e quella di Edward Crutchley, solo alla sua terza stagione, che ha portato in passerella stampe e silhouette femminili. 

 

Phoebe English

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