Per quanto riguarda l’Estetica del Sapore e, a ragion veduta, i dolci in Giappone richiamano l’attenzione più di qualsiasi altro settore culinario.
I dolci giapponesi tradizionali vengono chiamati “Wagashi“, differenziati dai dolci occidentali detti “Yogashi“. I Wagashi sono fatti di zucchero, riso, soia ed a volte da mizuame, lo sciroppo di riso glutinoso. Non vengono usati per la loro preparazione grassi e latticini. Essenzialmente artigianali, i wagashi in Giappone rappresentano una vera e propria categoria di opere d’arte della gastronomia dolce nazionale, basti pensare che in tutto il Paese si fanno delle “gare locali” per la miglior manodopera. La loro forma riprende i motivi delle stagioni sia per estetica che per gusto, utilizzando aromi e materie prime tipiche della stagione in corso.
Hanno nomi eleganti ed evocano l’antica letteratura giapponese, per questo spesso vengono collegati alle poesie ed ai romanzi antichi. Ovviamente bisogna essere degli intenditori raffinati: sapendo da quale opera sono citati i nomi dei dolcetti, si coglie il perché della forma e del colore del piccolo wagashi. Questo è uno dei motivi per cui i dolcetti tradizionali venivano graditi durante la cerimonia del tè. La loro essenza è quella di accompagnare un momento di piacere ed esprimere nel contempo la caducità delle stagioni. Il periodo per apprezzarli ancora di più è il Natale che, con la sua atmosfera magica (anche se solo a livello consumistico), regala piccole sculture dolci dalla forma più impensata. Il packaging, curato e raffinato, completa quello che si appresta ad essere un delizioso e sofisticato regalo da trovare sotto l’albero.
Visto su FNM Magazine Novembre/Dicembre 2017