Lo show di Virgil Abloh, uno dei più attesi della Paris Fashion Week FW 18/19, conferma ancora una volta la bravura del designer nel realizzare collezioni in cui streetwear e luxury convivono in passerella.
Il designer di Off-White che ha rivoluzionato i canoni della moda contemporanea, per questa collezione, ha optato per la location Centre Georges Pompidou, con interni completamente rossi e un invito che recitava “Business Casual”, ma i codici di abbigliamento non sono mai esattamente come sembrano nel mondo di Virgil Abloh.
In passerella troviamo riferimenti alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta, ossia l’epoca in cui come studente liceale il designer, fantasticava su come potesse essere la sua vita da adulto.
La domanda di partenza dell’intera collezione da parte di Abloh è: come potrebbe vestirsi la nuova generazione di uomini d’affari? Lo spettacolo si apre con un monologo di Charles Bukowski in cui lo scrittore descrive la sua avversione per il “lavoro di otto ore”.
Ecco apparire allora una camicia bianca stampata con un volantino dei Beastie Boys e una tuta nera in Goretex indossata sotto un elegante cappotto sartoriale. Camicie abbottonate diagonalmente, cravatte, impermeabili semi-opachi che rimandano allo stile di American Psycho; maglieria oversize, pantaloni con schizzi di vernice, giacche di pelle e felpe con cappuccio indossate sopra le camicie. Infine ai piedi una nuova versione di Nike Air Jordan 1 completamente bianca, a breve disponibile, e le Timberland in velluto nei colori bordeaux e blu scuro.
“Ho sempre sognato che i futuri CEO, il futuro business manager, i futuri avvocati fossero solo bambini cresciuti ascoltando rock, facendo skateboard, andando a far festa e così ho solo voluto raccontare questa storia: come è il futuro degli abiti da lavoro? “
Per il finale si sfila sulle note di “Tunnel Vision” di Frank Ocean, e tra gli ospiti illustri c’erano Takashi Murakami e lo stesso Virgil Abloh.