Progetti in sinergia con la natura

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A distanza di oltre 2000 anni è sempre attuale l’espressione “Panta Rei” coniata dal filosofo Eraclito, poi elaborata come postulato “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, formulato dal chimico Lavoisier nell’ambito della legge della conservazione della massa. In una sorta di processo circolare che parte dalla natura per poi confluire in essa, alcuni designer hanno creato dei progetti utilizzando materiali naturali che possano agevolare la quotidianità, nel rispetto dell’ambiente.

Davvero efficace è l’invenzione del designer islandese Ari Jónsson di una bottiglia completamente biodegradabile, creata grazie alla lavorazione delle alghe. Paula Cermeño, di origini peruviane, ha invece messo a punto un progetto dal titolo Platanaceae, realizzando un rimedio alle ustioni domestiche che consiste nell’applicare nella parte del corpo interessata delle bende in foglia di banano.

Il proverbio hindi “Goccia dopo goccia si riempie un oceano” è stato lampante per la creatività di Pratik Ghosh, che ha messo a punto un sistema di purificazione dell’acqua per uso domestico ispirato alla biosfera della foresta amazzonica, dove le piante puliscono l’acqua e l’acqua alimenta le piante. Questo progetto Drop by drop potrebbe far ottenere circa 185 litri di acqua potabile ogni 12 ore con un’estensione di 250 metri quadrati.

Se per ripararsi dalla pioggia l’ombrello non è sufficiente, ci si può affidare alla proposta di un soprabito di carta impermeabile e biodegradabile creato da Luzie Deubel, il cui peso è di pochi grammi. La diffusione di un nuovo metodo di utilizzo della carta quale alternativa ecologica a sostanze inquinanti potrebbe essere una valida strada da percorrere da qui al futuro, sia per la facile reperibilità di questo materiale sia per il suo contributo ai fini della salvaguardia ambientale.

Nella visione di un domani ricco di sfide per un design sempre più green e funzionale, Lindy Cafsia crea Plyskin, un insieme di materiali bioriciclabili che traggono ispirazione dalla pelle e dalla pelliccia dell’orso. Una tecnica che risulterebbe ideale per assorbire la luce solare e trasformarla in calore per edifici ad alto grado di isolamento termico.

Daniela Giannace