Le Punk queens di Antonio Grimaldi sfilano al les Salons France-Amériques

Paris Haute Couture Fall 18 #Day2.
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Le collezioni di haute couture sono le più attese dell’intero calendario della moda, dove i designer portano in passerella vere e proprie opere d’arte. Durante il secondo giorno hanno sfilato: Elsa Schiaparelli, Iris Van Herpen, Christian Dior, Antonio Grimaldi e Giambattista Valli. 

Schiaparelli Haute Couture: sfila al Palais de l’Opera di Parigi, sotto le volte illuminate da luci del tono “rosa shocking” inventato dalla stessa Schiaparelli, un circo surrealista fatto di maschere pop surreali di animali come cani, conigli, fenicotteri, farfalle e leopardi. Una collezione stravagante e colorata come l’anima della maison. Abiti con fantasie animalier, leopardati e zebrati; con stampe di fenicotteri e maschere strabilianti in oro. Ed ancorapiume rosa, create degli specialisti della Casa Julien Vermeulen e fiori, che vengono dai laboratori Lemarié. Bertrand Guyon porta in passerella la flora e la fauna riadattate al mondo cosmopolita dei nostri giorni: abiti trasparenti decorati con farfalle e fiori di stoffa, mantelli che ricordano i costumi teatrali, stampe ricamate con paillettes che creano “effetti speciali”, cappe con maniche a sbuffo. L’obiettivo, ha spiegato Guyon, è di trasmettere e tradurre Schiaparelli senza che fosse “troppo superficiale, né ovvio né mascherato, con un sottile equilibrio”. Infine, abiti bianchi bordati di lunghe e candide piume sul decolletè, nonchè l’abito nero reso surreale grazie all’applicazione di pietre colorate sul petto. 

Iris Van Herpen: in questa collezione, il designer esplora i nuovi mondi che nascono all’interno della biologia sintetica e le relazioni intrecciate tra l’organico e l’inorganico. La SYNTOPIA, questo il titolo della sfilata, riconosce l’attuale cambiamento scientifico in cui la biologia converge con la tecnologia e visualizza la fragilità e il potere interiore. Ecco allora sfilare mantelli delicati e arrotondati che fluttuano intorno ai modelli come fossero vere e proprie ali d’insetto, abiti corsage scultorei messi in movimento grazie al tessuto tagliato ad onde ma anche, cappotti di lana con inserti intrecciati. Gli abiti che sfilano in passerella, sono creati attraverso la tessitura tradizionale e quella d’avanguardia e digitalmente progettata che si intreccia per creare cappotti e abiti in lana tagliata al laser che vengono intrecciati con la pelle. L’organza di seta trasparente è pieghettata e rivestita di liquido. Queste pieghe, poi, si sovrappongono continuamente tra loro, in direzioni diverse, per rallentare il movimento, assomigliando alle linee di vetro dell’installazione cinetica dello show. Infatti, lo stilista, collabora con gli artisti Lonneke Gordijn e Ralph Nauta di Studio Drift, le cui opere d’arte biomimica traducono i processi naturali dando vita a delicate sculture immersive attraverso il movimento. Per questo show Studio Drift ha creato un’installazione cinetica spaziale in 20 gradini costruita con 20 delicate ali di vetro che rappresentano tutte le diverse fasi del volo in modo astratto.  La tecnica “Inside a second”, infine, traduce l’abilità artistica di Studio Drift e le linee cronofotografiche del volo di uccello in migliaia di strati di organza trasparenti bicolori tagliati a laser e scaldati con mylar e cotone, che si muovono come un movimento time-lapse.

Christian Dior: “Sia chiaro: questi vestiti in foto non rendono niente”, dice Maria Grazia Chiuri. “Non solo, qui a Parigi mi devo spiegare in tre lingue di cui due non sono le mie. Ho fatto una collezione che non si può giudicare dalle immagini e che non vuole essere appariscente, scontata, fotogenica. Al contrario: voglio riportare l’attenzione sui volumi e sulle costruzioni, non sulle superfici o sugli effetti speciali”. E continua: “Stiamo vivendo un’epoca in cui siamo troppo chiusi nel presente, in una successione frenetica di istanti e di immagini fuggenti. Ho pensato questa couture come una reazione a questo atteggiamento. Nella sua interezza, la collezione è pensata innanzitutto per riflettere sul valore della tradizione e sulla necessità di pensare, di sognare il futuro, non solo di vivere di presente. In secondo luogo, questo lavoro vuole essere un interrogativo su quanto è importante il tempo, su quanto tempo ci vuole per fare una cosa bella, per prendersi cura di sé. È ora di riportare l’attenzione dall’apparenza alla sostanza, soprattutto per l’alta moda. E la sostanza, in questo caso, vuol dire grande, grandissimo lavoro sui volumi, sulle costruzioni. Un impegno così grande e minuzioso da sparire, da diventare invisibile. Solo da vicino e solo per gli intenditori, quindi, questi abiti si mostrano in tutta la loro grandezza. È una sorta di didattica, di lezione di cultura e tradizione. E sì, penso che queste domande, questi valori rappresentino uno dei nodi più importanti per la contemporaneità”. Ecco allora sfilare linee pure, tessuti e materie prime pregiate, che conferiscono leggerezza a tutti gli abiti, sete e cashmere si alternano in passerella, dai tailleur dalle linee classiche, ai cappotti. Infine la palette colore che è delle più classiche e va dal nude, al grigio, dal bianco al blu notte. Va in scena la semplicità senza sfarzo, senza bisogno di orpelli e distrazioni, il savoir faire sartoriale.

Antonio Grimaldi: nel suo Hymne à la Beauté Charles Beaudelaire cantava in versi il candore della bellezza. Una bellezza intramontabile, assoluta come l’amore che non conosce confini, generi e barriere. Antonio Grimaldi si lascia ispirare dai versi del poeta francese e traduce sugli abiti la letteratura per la collezione autunno-inverno 2018-19. Punk queens, questo il titolo della sfilata, che porta in passerella contemporanee reginette punk ed icone di stile dal fascino dark rendendo omaggio all’eleganza elisabettiana e vittoriana delle nobildonne inglesi. Ecco allora sfilare capi dai tagli lineari ed essenziali, ricami fil coupé con plaques, cristalli sui long dress mood chandelier, appliques con plumage, paillettes in velluto e leather. Tra i tessuti: chiffon in seta, organze coupé con ricami di ciniglia, guipure lamé e gold liquid georgette e per completare il look, sandali in vinile rosa cipria. Sfila per la prima volta nella storia una modella saudita, musa di questa collezione, Taleedah Tamer. In passerella anche la collezione maschile, per una couture che guarda oltre i generi. Tuxedo con velluti e lane anche intarsiati, t-shirt in chiffon plissé e ricami in resina che evocano il prezioso lavoro sartoriale degli abiti femminili abbinati a sneakers in black velvet. Si ispira ai Lord britannici del passato,  Antonio Grimaldi, uno fra tutti Oscar Wilde. Sfilano così abiti sui toni del bianco e del nero, passando per il cenere di rosa, al rosso carminio, all’azalea fino all’ottone e al platino. I bijoux headpiece sono firmati da Bernard Delettrez che continua la sua collaborazione con Antonio Grimaldi e che per la collezione ha pensato a chocker di spine.

Giambattista ValliL’idea di giovinezza è molto importante“, ha dichiarato Giambattista Valli nel backstage, “perché ho un cliente molto giovane e ho deciso di dare un nuovo attitude all’haute couture.” Ecco allora scendere in passerella top a fascia in seta duchesse, pantaloni in lana a vita alta, minidress ricamati con miriadi di piume prendendo sputo dai dipinti di Francis Picabia. Tra le stoffe: chiffon di seta, pizzo Chantilly, il tulle che tanto ama, crepe di seta nera e persino le pellicce eco. Silhouette giocose e colorate, volumi maestosi come negli abiti in tulle dalle diverse lunghezze, fiocchi di velluto neri sulla seta bianca, colori sgargianti, pois bianco e nero e piume che decorano gli abiti corti. Infine le scarpe di piume, i tatuaggi “GBV” che erano impressi sulle mani e sulle braccia delle modelle, i veli a rete che coprivano il loro volto, le collane e gli anelli firmati Chopardin un mix and match tra elegante e rock.