Il GammaForum richiama ogni anno molta attenzione e molta partecipazione. Giovedì 15 novembre nella sede de IlSole24Ore a Milano si ritroveranno circa 350 persone, ma moltissimi seguiranno online. Il forum genera mediamente 40milioni di impressions e 700 utenti unici solo su Twitter. Numeri che danno la carica agli organizzatori per fare sempre meglio.
Ho fatto una chiacchierata con una donna energica e piena di vita, parte integrante del forum e di GammaDonna: Valentina Parenti.
Il suo motto? “Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo “
Italiana, con madre polesana e famiglia d’adozione americana, Valentina Parenti è l’AD di Valentina Communication e Cofondatrice dell’Associazione GammaDonna.
Vive a Torino, sposata e mamma di Matilde (8 anni) e Giacomo (5). Da sempre crede nell’impegno personale a favore del territorio in cui opera, e nel valore della relazione come acceleratore di sviluppo e generatore di impatto sociale.
Nella sua carriera ha vinto diversi premi come TOYP 2014 [The Outstanding Young Persons], categoria economia/business, della Junior Chamber International; Inserita da Startupitalia! tra le 150 donne dell’innovazione da conoscere e seguire in Italia, nel 2017 è stata nominata componente dell’Advisory Board di Assolombarda del progetto STEAMiamoci, per la riduzione del gender gap nei settori economici a più alto valore aggiunto, con particolare riferimento alle materie STEAM.
Come è nato il forum? Qual è stata l’idea, lo spunto, la suggestione che ti ha portato verso questa strada?
Il GammaForum è nato dalla necessità di fare rete per contribuire fattivamente alla valorizzazione delle donne e dei giovani come risorsa produttiva e per favorire la loro crescita attraverso lo scouting e la promozione di iniziative imprenditoriali innovative. È nato per creare un luogo di incontro e confronto che accelerasse il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Uno degli aspetti più innovativi e interessanti di questo evento annuale è proprio la contaminazione tra esperienze, expertise e background culturali diversi. Lavoriamo per il cambiamento culturale del Paese, proponendo modelli innovativi di fare impresa che sposino le nuove competenze generate dalla trasformazione digitale, incentivando il networking fra startup, imprenditori esperti e investitori. Promuovendo, in sostanza, una community virtuosa dell’innovazione applicata al business.
GammaDonna da 10 anni promuove diversità e imprese innovative, come?
Esiste un tessuto imprenditoriale nuovo e innovativo, spesso poco noto ma diffuso in tutti gli angoli del Paese, che contribuisce ogni giorno, in maniera significativa, all’economia. Crescente è il numero di donne e giovani con una spiccata propensione all’innovazione non solo di prodotto o servizio, ma anche di processo e modello organizzativo. È proprio a costoro che ci rivolgiamo dal 2004 con il Premio GammaDonna, riconoscimento che ha portato alla ribalta talenti autentici, spesso sconosciuti, che nel tempo si sono affermati a livello nazionale e internazionale.
GammaDonna valorizza il loro impegno imprenditoriale in qualunque settore, purché le imprese si caratterizzino per qualità, competenza e una spiccata dose di innovazione. Come? Offrendo una grande visibilità mediatica, la possibilità di accedere a un ecosistema di relazioni rilevanti e, se richiesto, anche consulenza di marketing e comunicazione.
Donne e stem… come sta messa l’Italia?
Stiamo migliorando anche se la situazione, critica, è sotto gli occhi di tutti.
Le donne e la scienza faticano ad incontrarsi, spesso a causa di pregiudizi sociali che hanno origine nelle stesse famiglie e che ingenerano timori di non essere all’altezza. Al contrario, credo fortemente che le donne abbiano tutte le caratteristiche per poter affrontare, con capacità e preparazione, il mondo della scienza e potervi portare la propria personale visione e contributo. Dall’altro lato, le competenze scientifiche consentono mediamente di affrontare carriere più remunerative, in grado di aumentare ulteriormente l’autonomia delle donne.
Sempre più donne sono a capo di aziende di tecnologia e non, si riesce secondo te a coniugare la vita professionale e la famiglia?
Stiamo parlando di due facce della stessa medaglia. Essere imprenditrice in Italia oggi vuol dire soprattutto rischiare, fare un salto con un paracadute che non sai mai se si aprirà. E non parlo del rischio di impresa – che ovviamente vale per entrambi i generi – ma soprattutto del rischio “sociale”, del mettersi in gioco confrontandosi con una società dove le donne fanno più fatica ad emergere degli uomini.
Purtroppo, a causa di retaggi culturali, gran parte del carico di cura e gestione famigliare rimane in capo alla donna e se non si dispone di validi aiuti familiari o di introiti tali da consentire di organizzarsi con una baby-sitter, seguire la propria impresa diventa ancora più difficile. A gravare sulle spalle delle donne è anche la carenza di politiche di welfare mirate. Non dimentichiamo che il lavoro e l’imprenditoria in particolare sono sinonimo di indipendenza e autodeterminazione, due aspetti imprescindibili per lo sviluppo di una società inclusiva e sensibile. Io ritengo di essermi guadagnata un buon diploma come “mamma equilibrista”, ma non nascondo che sono agevolata dal potermi permettere un aiuto esterno e dal fatto di potermi gestire con maggior indipendenza e autonomia rispetto a una lavoratrice dipendente.
Ultimamente si sta parlando molto, anche attraverso una campagna, del gap che c’è tra gli stipendi degli uomini e quelli delle donne… credi che sia un problema reale o percepito? Che sia un problema risolvibile?
Sfortunatamente è un problema assolutamente reale, soprattutto in alcuni ambiti, primo su tutti quello della finanza. La situazione è persino peggiorata: secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, nel 2016 le donne avrebbero colmato il gap salariale coi loro colleghi maschi dopo 170 anni (una vera enormità), ma nel 2017 i dati sono stati rivisti e si parla di ben 217 anni! In Italia, la situazione per le donne è peggiorata nell’ultimo anno: oltre il 60% delle lavoratrici non viene pagato adeguatamente, contro il 23% degli uomini. Siamo all’82esimo posto nella classifica su 144 posizioni complessive. Siamo dietro alla Grecia. In un anno il calo è stato di 22 posizioni. Ecco perché la missione di GammaDonna è più che mai attuale e necessaria: vogliamo fare il possibile per cambiare lo stato delle cose, affinché le donne possano essere considerate a tutti gli effetti al pari degli uomini, ai fini di una maggiore equità e onestà sociale. Di cui, in ultima analisi, beneficeranno tutti, non solo le donne.
Raccontaci GammaDonna
L’Associazione GammaDonna è nata nel 2004 con lo scopo di valorizzare l’iniziativa imprenditoriale di donne e giovani, la loro capacità di affrontare il cambiamento e di innovare, superando difficoltà e ostacoli. Evento emblematico di GammaDonna è il Forum Internazionale dell’Imprenditoria femminile e giovanile, GammaForum, giunto quest’anno alla decima edizione: è il momento di sintesi delle nostre attività e di prospezione per quelle future. Nelle edizioni più recenti abbiamo imboccato il percorso dell’innovazione, interrogandoci dapprima sui modelli imprenditoriali emergenti e discutendo poi dell’evoluzione necessaria nelle imprese per affrontare la 4° rivoluzione industriale, delle competenze e figure professionali che la trasformazione digitale renderà indispensabili nei prossimi anni e del cammino che le PMI, in particolare quelle capitanate da donne e giovani, dovranno percorrere per pilotare questo processo.
Chi può partecipare al Premio? come si partecipa?
Il Premio GammaDonna è aperto a tutti, imprenditrici di ogni età e a giovani imprenditori under 35, che si siano distinti per aver innovato con prodotti, servizi, processi o modelli organizzativi nuovi all’interno della propria azienda. Imprese che siano riuscite a coniugare con successo innovazione, impresa e società, sperimentando attività e assetti nuovi e facendo del “valore condiviso” un vero e proprio vantaggio competitivo. Il bando viene normalmente lanciato con l’estate e si partecipa candidandosi tramite un apposito modulo sul nostro sito. Il processo di selezione, che nella fase finale vede l’intervento di una Giuria indipendente formata da manager, investitori e imprenditori, porta le imprese più promettenti ad aprire il GammaForum.
Raccontaci le novità di questo forum?
Il Decennale vuole essere un ponte tra passato e futuro. Non solo il consolidamento dei molti obiettivi già raggiunti, ma anche una spinta propulsiva verso orizzonti più ampi e nuovi territori ancora da esplorare.
Il titolo è “FuturAzioni. È tempo di sfide”. Un’edizione, realizzata in collaborazione con la Commissione Europea e la main sponsorship di Intesa Sanpaolo Innovation Center, sicuramente speciale e carica di energia che si focalizzerà sull’“impresa del futuro”. Parliamo dell’impresa coesiva, ovvero legata alla comunità di appartenenza e al territorio in cui opera, ma aperta al mondo; un’impresa che investe in competenze e cura dei lavoratori, nella sostenibilità, nel benessere economico e sociale, migliorando, proprio per questo, la propria performance economica. Secondo la ricerca presentata a luglio da Fondazione Symbola e Unioncamere, infatti, le imprese coesive sono più competitive: nel biennio 2017/2018, oltre a sviluppare un valore umano, si sono anche caratterizzate per un aumento del fatturato del +53% rispetto al 36% di quelle non coesive.
In occasione del decennale, GammaForum lancerà anche alcune sfide significative per il prossimo triennio, delle quali riteniamo l’imprenditoria femminile e giovanile possa farsi interprete e ambasciatrice per un’impresa “futuribile”. Le sfide si articoleranno su 3 direttrici: evidenziare il contributo di donne e giovani nel plasmare un’impresa sostenibile e responsabile; favorire una maggiore apertura internazionale, a partire dall’ambito europeo; puntare sul valore delle competenze, in particolare quelle STEAM.
Come vedi il futuro del forum? Ci sono delle novità in vista?
Dalla sua nascita il GammaForum ha cambiato radicalmente pelle. Abbiamo dato un nuovo volto al format (prima era un Salone di 2 giornate, oggi è un Forum di 1 sola giornata) anche per andare incontro alle esigenze di imprenditrici e imprenditori, i quali faticano a staccarsi dalla propria attività. Il futuro del GammaForum è indubbiamente in evoluzione, così come lo è lo scenario economico-politico-sociale del nostro paese. Anche per noi è fondamentale restare al passo con i tempi, in alcuni contesti diventa fortemente auspicabile anticiparli, per fornire a imprenditrici e giovani imprenditori gli strumenti per destreggiarsi in un contesto mutevole e di difficile decifrazione. Le storie di innovazione che ogni anno aprono il Forum sono un grande stimolo per tutti, una testimonianza di come capacità, determinazione e costanza possano condurre a grandi risultati. Uno dei nostri obiettivi è anche quello di fornire maggiore supporto durante l’anno e aprirci al mercato internazionale.
Ci racconti delle persone che hanno partecipato al forum e ti hanno lasciato un segno?
Su questa domanda potrei stare a parlare per ore, tante sono le storie incredibili in cui ho avuto la fortuna di imbattermi in questi anni. Ma vorrei soffermarmi su Betta Maggio, vincitrice con U-Earth del Premio GammaDonna 2017, che porto nel cuore per l’impatto pazzesco che la sua innovazione potrebbe avere. Ha messo a punto un sistema in grado di ridurre in maniera drastica l’inquinamento dell’aria outdoor, ma anche indoor, ovvero in uffici, scuole e ospedali, dove la concentrazione di aria impura è molto più alta che all’esterno, diversamente da quanto si pensi. Per farlo utilizza bioreattori – esteticamente simili a elettrodomestici – pieni di batteri buoni, che si nutrono, letteralmente, di tutti gli inquinanti presenti nell’aria senza limite di tipologie e misura. La purificazione avviene in maniera del tutto naturale e non viene prodotta alcuna scoria da smaltire. Quest’anno i suoi purificatori saranno presenti al GammaForum, rendendolo il primo “evento a inquinamento zero”: sarà come stare in una foresta di 2.652 alberi — un luogo ideale per stimolare il pensiero, ispirare l’azione e rafforzare le proprie reti di business.
Se dovessi dare un consiglio ad un giovane imprenditore, qual è il modo giusto per poter emergere secondo te? La comunicazione? L’innovazione? La sperimentazione?
È fondamentale investire sempre su se stessi, sulla formazione continua e sulla costruzione di un team affiatato e diversificato per competenze e background. Accanto a specifiche specializzazioni scientifiche, avranno sempre più spazio infatti soft skills e intelligenze emotive che nessuna macchina è in grado di offrire: terreno questo dove le donne sembrano possedere doti e sensibilità intrinseche molto sviluppate. Serve credere e investire sulla tecnologia, la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione. Ma da comunicatrice non finirò mai di dire che anche il migliore dei business plan, senza una buona strategia di comunicazione e marketing rimane lettera morta. La comunicazione non può e non deve essere considerata residuale nella pianificazione delle attività e del budget, soprattutto in un’epoca come la nostra.