A Milano Fashion Week l’arte di Picasso tradotta in moda da Moschino e la prima collezione Fendi senza Karl Lagerfeld

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Milano Fashion Week occupa una posizione di rilievo nel fashion month più atteso dell’anno. Se New York e Londra non ci hanno davvero stupiti, la tappa italiana parte con grande sprint grazie alle collezioni ispirate di designers e grandi brand del calibro di Fendi, Moschino, Max Mara ed Emporio Armani.

Ricordate le divise dei bambini “per bene” anni ’50 e ’60? Bermuda comodi, cravattino, giacca doppio petto. È questo lo stile di punta ripescato da Max Mara. Colori ghiaccio e pastello freddi in mise maschili e preppy, dove però non mancano le gonne midi, le decollettè e le maxi weekender. Se amate il trench nel classico tono cammello non resterete deluse. Il tocco femminile? Le balze, gli abiti scivolati in raso di seta ed i pois dall’allure retrò abbinati a capigliature stile Mercoledì Addams, con riga al centro e lunghe trecce sulle spalle. Sempre in stile dark è il rossetto nero che conferisce a questo bon ton un aspetto più sinistro e trasgressivo, della serie: non fidarti della ragazzina di buona famiglia della porta accanto. Cosa non ci piace? I pointed boots dai toni ghiaccio abbinati agli abiti o ai bermuda: uno styling che forse, fuori dalla passerella, risulterebbe un po’ sopra le righe… nonostante sia un trend che sta pian piano dilagando, ma che non crediamo perdurerà nel tempo.

Prendete una palette di colori freddi ed aggiungete tessuti luminosi come il taffettà o leggeri come il tulle, le paillettes micro e macro, orecchini giant e microscopiche borse che pendono dal collo. La collezione primavera estate 2020 di Emporio Armani, presentata durante la terza giornata di Milano Fashion Week è questo e molto altro. A partire da un’estetica piuttosto seventies, i capi si snodano uno dopo l’altro fra tessuti increspati, silhouette comode nei pantaloni, capi spalla destrutturati o maxi ribbon, sapientemente mixati a capi sportswear come le sneakers o i track pants.  Una delle collezioni più ispirate che abbiamo visto negli ultimi tempi da Emporio Armani. Non vi viene voglia di indossarli? La grande varietà proposta si adatta a diversi tipi di body shaping: dalle giacche sagomate per le forme a clessidra, a quelli più over e comodi pensati per chi non ha proprio voglia di mettersi in mostra. La tonalità più bella? Il turchese mixato all’argento: una lettera d’amore all’acqua, alle nuvole ed al vento!

Negli ultimi anni, precisamente dal 2016, si è parlato tanto del duo di designers di ACT N 1, il brand di Reggio Emilia fondato da Luca Lin e Galib Gassanoff. Ma dove li avete già visti? Sono stati proprio loro a portare a casa l’ambito premio Who Is On Next di Vogue. Durante la terza giornata di Milano Fashion Week, i designer hanno deciso di far sfilare le modelle su una passerella di acqua. La collezione ha diverse contaminazioni: dagli accessori tribali e giant, alle pitture paesaggistiche sui capi spalla. La stampa predominante è in macro floreale stampata su raso di seta, che scivola morbido in sleep dress o maxi gonne con spacco. E proprio parlando di abiti a sottana, ne indossereste mai uno che “penzola” dal una maxi felpa con cappuccio? Il finale è un tripudio di ruches in tinte pastello, mixate alla camiceria o su abiti vaporosi.

Grande attesa per la nuova collezione di Fendi, la prima dopo la scomparsa di Karl Lagerfeld. Lo storico brand italiano non ha comunque deluso le alte aspettative, presentando a Milano Fashion Week una collezione un pizzico boho e dallo stile “trasandato” ad arte. Sul front row, tantissime le celebrities da Katie Holmes, alle sorelle Ferragni, fino alla designer Delfina Delettrez o all’attrice Sabrina Carpenter. Ad aprire lo show una serie di capi in tessuto matelassé, abbinati ai motivi check, al mocassino slingback in match al maxi gambaletto ed all’immancabile Baguette che da qualche stagione è ritornata sulla cresta dell’onda. Questa, è proposta in una speciale variante con fiori di gaillardia intarsiata. Gli stessi fiori, in formato macro, diventano protagonisti di motivi grafici che richiamano subito la primavera. Ci si sposta poi verso mete più esotiche, con una palette calda, il suede e macro foglie verdi, anche sui dettagli degli accessori. Le Peekaboo diventano giant, in rafia compatta, pelle intrecciata e con iconico logo FF. Per l’outwear, pellicce avvolgenti in stampa check, da abbinare a grandi occhialoni anni ’70. Gli accessori che faranno perdere la testa alle fashioniste incallite sono senza dubbio gli orecchini con logo FF tartarugati (che scommettiamo vedremo in continuazione su Instagram), nonché le maxi pochette morbide con FF trapuntate da portare sotto braccio.

Se cercate una collezione assolutamente wearable e dalla palette cromatica incantevole, Anteprima fa davvero per voi. Sebbene ci sia qualche grafismo che non ci ha fatti proprio impazzire, la sfilata si fa subito interessante con ruches, frange e dettagli crochet che arricchiscono gli outfit. Anche qui, non mancano le stampe floreali macro, con modelli dai dettagli un po’ vittoriani come i piccoli bottoncini, le maniche vaporose e le decollettè bicolor. Un’uscita che ci ha davvero conquistati è quella composta da mini jumpsuit indossata con maxi spolverino in crochet, su toni neutri e terra. Fra gli accessori, dei bizzarri copricapi “paralume” in paglia, maxi orecchini, borse secchiello giant, cinture fascianti in vita ed adorabili marsupi. Le silhouette sono morbide in gonne e pantaloni, da abbinare a croptop e camicie over sovrapposte. Le bluse si portano oversize e scivolate su una spalla. C’è un forte senso di free spirit in questa collezione, soprattutto nelle uscite finale con abiti maxi e boho in cui i giochi di volumi e trasparenze fanno da protagonisti.

La collezione proposta da Genny nel corso del calendario di Milano Fashion Week riesce a conquistarci solo a metà. I capi sono attraversati da un’ispirazione gaucho che forse un po’ ci ha stufati. Contavamo che questo fosse solo un trend passeggero… del resto, quale donna vorrebbe vestire come un mandriano argentino? Ma non è questo il caso, perché, nonostante tutto, Genny ha un codice estetico estremamente raffinato e ricercato. Questo si evince subito da outfit mozzafiato come il tubino a righe con bustier sovrapposto o il maxi poncho-dress in crochet con frange. Fra gli accessori, se storciamo il naso davanti a cappelli e cowboy boots, non possiamo che desiderare ardentemente gli stivali open toe intrecciati o le piccole borse in suede. Ci sono degli outfit che ci fanno proprio venire l’acquolina in bocca: iniziamo con una jumpsuit morbida in color arancio in raso di seta, attraversata da una complessa bordatura luccicante sul busto ed abbinata a sandali neri. Fantastiche le varianti di questo design: dal long dress in total black, a quello in rete trasparente con collo all’americana. Ed ancora, per la sera, completi metallizzati con frange sulle maniche e pantalone comodo o mini dress oversize color avorio con balze voluminose. Peccato per gli stivaletti…

È veramente difficile parlare in modo serio e composto di una sfilata che dentro suscita solo due parole ripetute in loop: “Lo voglio, lo voglio, lo voglio, lo voglio!”. Luisa Beccaria difficilmente riesce a deludere, con la sua romantica femminilità e quell’atmosfera fiabesca che esce fuori dalle linee temporali. Sebbene lo stile vittoriano sia molto di tendenza già da più stagioni, questi abiti trascendono il trend che presto si consuma e rimangono capi eterni. Dalle playsuit arricciate sulle spalle, ai midi dress dall’allure bucolica e le tinte fresche sui toni pastello. Outfit preferito? Spettacolare nella sua semplicità, un abito midi in pizzo San Gallo con gonna ampia in color azzurro lavanda, abbinato a open toe in suede. Se le trasparenze negli sleepdress con mantella vi sembrano troppo audaci, fate una sosta sulle stampe floreali in stile Liberty, con balze, maniche voluminose e fiocco sul colletto. Questa giovane donna non rinuncia comunque alla sua sensualità, sempre composta, nel vedo/non vedo, nelle scollature Bardot che lasciano le spalle scoperte o in quelle a V profondissime. Un canone estetico ben riconoscibile che ci fa innamorare dell’idea stessa dell’amore.

Vivetta porta in passerella a Milano Fashion Week i favolosi anni ’60, con tanto di caschetti, occhiali da sole, hot pants e gusto pop. Elementi giocosi come le coccarde, i capelli in paglia con orecchie di gatto, i fiocchi giganti ed i cuori attraversano l’intera sfilata, fatta di volumi esagerati e contrasti cromatici. Ruches, balze e chiffon, una sorta di marchio di fabbrica, non sembrano mancare, così come le camicie a righe azzurre che diventano anche vere e proprie suite da indossare in super-over-size. Ed ecco arrivare anche i fiori primaverili, raffinati sui capispalla dalle maniche kimono e retrò sugli ampi camici con scollo Bardot. Musthave? Il blazer floreale-tapestry con cristalli Swarovski!

Per la prima volta, sfila a Milano Fashion Week la designer Simona Marziali, che ha vinto l’edizione del 2018 di Who Is On Next. Dopo undici anni passati da Iceberg e svariate collaborazioni fra le quali Diesel e Max Mara, è il momento per la Marziali di mettersi in gioco con una collezione che gioca sul suo punto di forza, il knitwear. La designer marchigiana ha affermato di essersi ispirata alla cultura berbera, dalla quale era rimasta affascinata durante un viaggio in Marocco. Da qui, il gusto per la sovrapposizione ed il patchwork, così come i motivi a rombi multicolor. Potremmo accostare la passione per la maglieria della Marziali a quella di Sonia Rykiel, regina del Tricot. A differenza di questa, però, il gusto è volto verso lo sportwear, in particolare al mondo del tennis.

Da quando Daniel Lee, storico designer di Cèline, ha preso in mano le redini di Bottega Veneta, è scoppiata subito una mania. Tutte le fashion victim sono come impazzite per le mules Fiandra in pelle intrecciata, così come per la maxi pouch morbida da portare sotto braccio. Il nuovo potenziale di Bottega Veneta, infatti, è tutto espresso negli accessori, che hanno portato il brand in cima alla lista delle preferenze degli ultimi sei mesi.  Possiamo fare un azzardo ed affermare che gli abiti dall’estetica contemporanea, siano piuttosto minimal per lasciare spazio a scarpe e borse. Ma non è proprio così. Ogni capo ha una peculiare costruzione che lo contraddistingue: che siano le multipocket nei capispalla, i volumi sulle spalle in linea con le tendenze odierne, le asimmetrie ad incastro negli abiti in maglia, il fishnet e l’utilizzo della pelle, intrecciata e non. Accessori di punta sono i sandali e le mules in pelle intrecciata, le pumps in suede dalla punta squadrata, le maxi catene al collo e la nuova pochette a mano in pelle intrecciata e manico in legno. La donna Bottega Veneta si rivoluziona, ma mantiene sempre quell’essenza un po’ snob e aggressiva che la contraddistingue. Tipe non troppo simpatiche, in antitesi col concetto di ragazza alla mano, ma indubbiamente di classe! Della serie: “Molto bello il tuo abito”, “È Bottega Veneta!”… “ok…scusa se esisto”.

Quante donne vorrebbero indossare un abito stropicciato che sembra appena uscito dalla centrifuga della lavatrice? Lasciamo il dubbio sospeso. Duole ammetterlo, ma anche questa volta Daniela Gregis non ha certo brillato per estro o per buon gusto, sebbene qualche capo risulti interessante, come gli ampi pantaloni crop, i top drappeggiati e l’abito midi con stampa tie dye. Le grandi balze sul tessuto increspato non danno senso di leggerezza, ma solo di trasandato. Maglieria e abiti in check Vichy rientrano nei parametri, ma sicuramente non parliamo di qualcosa all’altezza di una rassegna importante come Milano Fashion Week. Pollice in basso per i fiori tridimensionali e per il taffettà. Una sfilata che non ci ha assolutamente convinti.

Jeremy Scott è riuscito a lasciarci senza fiato. La collezione primavera estate 2020 di Moschino è un’opera d’arte che narra l’arte, in particolare quella cubista del celebre Picasso. Notevole è il concetto di rendere tridimensionale il lavoro cubista, lasciandone comunque la bidimensionalità tramite bottoni disegnati o gigantesche spalline che però risultano essere sottilissime. Un’elaborata illusione che ci lascia ancor più sorpresi. Le silhouette sono audaci, così come la palette ultra accesa. Le gonne a palloncino ritornano prepotenti, così come gli elementi esasperati come le maxi ali dell’abito da sposa indossato da Bella Hadid. Sfilano capi i cui elementi protagonisti sono ripresi dalle pitture dell’artista spagnolo, come i riferimenti al Toreador o alle ballerine di flamenco. Ciò che davvero ci delizia sono gli abiti-strumenti musicali: degni del Met. Chitarre, violini, viole da gamba, violoncelli e perfino un violino dorato portato a mano su un abito voluminoso la cui stampa riproduce una partitura musicale d’epoca. Grande momento del fashion show è l’arrivo dell’abito cornice dal quale fuoriesce il capo della modella. Le stesse cornici le ritroviamo negli accessori, come i moschettoni delle cinture o in una bellissima clutch dorata… of course.

Elettra Nicotra

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