Il mondo dello streaming è sempre più presente nella realtà quotidiana. Netflix, pionieristico in questo, ha aperto la strada di un mondo nuovo dell’industria dell’intrattenimento, portando film e serie tv a portata di click, seduti comodamente su un divano, con popcorn e patatine in mano e pronti per una maratona.
I risultati di un vero e proprio progresso tecnologico, quello assicurato dai servizi streaming. I portali utilizzano i dati per migliorarsi di volta in volta ed offrire all’utenza una esperienza impressionante.
Soluzioni sempre più amate e ricercare, per svariati motivi: su tutti, sorprendentemente, la solitudine, come evidenziato da uno studio che nel 2019 ha eletto l’attività dello streaming come prettamente solista. Su un campione di 300 persone, infatti, il 45% dell’utenza ha dichiarato di usufruire dei vari servizi perlopiù in solitudine, mentre il restante 23% ha dichiarato di condividere l’attività con amici e familiari. Oramai tutti i campi del reale sono invasi dalla logica dello streaming, una vera e propria tendenza.
Lo streaming nel settore dell’iGaming
Questa tecnologia viene sfruttata al meglio anche dai live casinò, ormai sempre più popolari nel mondo della rete. I casinò online che pretendono di essere famosi su scala globale usano software dei leader nell’industria del gioco come Playtech, Amaya Gaming, Microgaming e Realtime Gaming. L’emozione sta nel fatto che i giochi si tengono in tempo reale da un croupier vero ed i giocatori possono partecipare tramite una console sul proprio pc. In caso di domande o nel caso in cui si abbia bisogno di assistenza, è disponibile una live chat.
Millennials, solitudine e nuove tecnologie
Ma per quel che riguarda la solitudine, un vero e proprio dramma moderno, i tassi sono raddoppiato dagli anni ’80 ad oggi e soprattutto coi Millennials stanno raggiungendo risultati mai prima d’ora raggiunti. E non certo per la sola colpa dei mezzi oggigiorno a disposizioni dell’utenza, anzi tutt’altro. La solitudine è un problema multifattoriale. La tecnologia da par suo ha dato grande contributo ai consumatori e alle imprese: ha insomma migliorato la società, quando utilizzata con correttezza e parsimonia. Ma in alcuni casi crea dipendenza, una dipendenza sana che sempre più consumatori stanno comprendendo, sia per la loro vita sociale e per la propria vita lavorativa. Ma combattere la solitudine è un po’ la sfida di tutti.
Ad esempio, Apple sta attuando un tentativo di aiuto ai propri consumatori, nell’aiutare loro cioè a prendere decisioni ponderate su quanto tempo desiderano trascorrere sui rispettivi apparati elettronici. Ma non solo: la funzione ‘Watch Party’ di Facebook rappresenta un tentativo di trasformare la visione dei video online in un’esperienza più social. Ed ancora la sperimentazione dei servizi di film streaming con contenuti interattivi è un piccolo passo verso il coinvolgimento più attivo del pubblico.
Ma per ottenere un cambiamento si dovrebbe riformulare l’operazione alla base delle relazioni umane, che oggi si costruiscono in maniera altra rispetto a dieci anni fa. O trovare altre soluzioni: cioè prolungare l’esperienza offline, creando community e opportunità per i fan di vivere il contatto live. Essendo aumentata la solitudine come “problema”, non è da escludere future svolte tecnologiche in questo senso, cercando di aumentare e ricreare connessioni reali e durature. Si tratterebbe, insomma, di nuove fasi di progresso tecnologico.