Tre settimane fa ero perplesso ma speranzoso sul format e contenuti delle collezioni della London Fashion Week P/E ’21. Per fortuna i miei dubbi non si sono avverati. Infatti, dalla Digital Fashion Week tre mesi fa, i designer che sfilano in calendario, hanno avuto modo di produrre le loro collezioni e di presentarle con creatività e stile.
Tutti hanno filmato le sfilate o fotografato le presentazioni in modo da renderle accessibili online e solo una manciata di brand ha invitato selezionati ospiti. Inoltre i marchi più importanti hanno fatto visionare le collezioni su appuntamento. Ma vediamo nel particolare i migliori momenti della London Fashion Week P/E ’21.
London Fashion Week – Burberry
Partiamo da Burberry che inusualmente ha aperto il calendario, giovedì 17, invece del consueto lunedì alle 13. Riccardo Tisci immagina una favola in cui una sirena e uno squalo si innamorano. L’acqua e il titolo della collezione ‘Bloom’ ( Fioritura), indicano la volontà di rinascita e rigenerazione. La sfilata-performance in collaborazione con l’artista Anne Imhof è stata mostrata live, senza pubblico, all’aperto. Una sfilata che ha voluto esorcizzare le paure della pandemia.
London Fashion Week – Bora Aksu
La pandemia ha fatto capolino anche in altre collezioni della London Fashion Week P/E ’21. A partire da Bora Aksu, che ha sfilato nei giardini della chiesa di Covent Garden con 20 ospiti, debitamente distanziati. L’ispirazione sono le infermiere del secolo scorso con colletti inamidati e uniformi bianche. Tutte le modelle indossano un simbolico velo di chiffon davanti al viso.
London Fashion Week – Halpern
Halpern invece ha usato come modelle donne che hanno lavorato ‘in prima linea’. Dottoresse, infermiere , assistenti sociali, donne delle pulizie e autiste di mezzi pubblici. L’obiettivo è stato quello di celebrarle e di dare loro un’occasione di divertirsi tra abiti, trucco e parrucco.
London Fashion Week – Bethany Williams
Bethany Williams continua il connubio tra moda e impresa sociale con la collezione All Our Children (Sono tutti figli nostri). Il titolo si riferisce all’inclusione e presa in carico dei figli dei rifugiati che per lo stato inglese non sono ‘’un loro problema”. La stilista collabora con l’associazione Magpie Project che offre assistenza alle donne rifugiate e i lori figli. Durante la quarantena Bethany Williams ha chiesto a ciascuna coppia madre-figlio/figlia di disegnarsi a vicenda. I ritratti sono poi stati trasformati in stampe per la collezione, il cui 20% dei profitti va a sostegno dell’associazione.
La London Fashion Week P/E ’21 mostra un sistema moda ripartito su nuove basi e modalita’ di lavoro ma senza compromettere creativita’ e business.