Francesca Astrei, classe 1995, ne ha già fatta tanta di strada nel campo teatrale, ma oggi come non mai, può ritenersi soddisfatta della sua carriera da attrice.
Dal 31 marzo al 2 Aprile 2022 ha infatti debuttato, presso la Fortezza Est di Roma, con un monologo scritto, diretto e interpretato da lei.
Ho scelto di intervistare Francesca nella giornata del 30 marzo perché proprio in questo giorno si celebrava l’anniversario della morte di Van Gogh.
Lo spettacolo prende il nome di “Mi manca Van Gogh” un titolo particolare così come il monologo messo in scena.
Conosciamo meglio Francesca.

Ciao Francesca, che bello averti qua a RID 96.8. Tu porti in scena una storia vera, una storia di confine tra privato e pubblico, tra avere un’urgenza ed essere matti. Ci vuoi raccontare com’è nata questa idea?
Volentieri. Lo spettacolo andrà in scena dal 31 marzo al 2 aprile ed è una storia vera. Racconta di una guida turistica che, ripercorrendo la biografia dell’artista, scopre dei punti di congiunzione con dei fatti accaduti qualche anno prima ad una sua cara amica. Il tema trattato è quello del “revenge porn”, del quale si parla spesso oggi.
Argomenti come questo, “scottanti”, non sono semplici da affrontare, soprattutto all’interno di un monologo.
Si… il modo con il quale ho scelto di portare in scena questi incroci di vita è quello della leggerezza, così da essere simile alla realtà: non esiste una vita solo drammatica o una solo comica, ma esistono degli eventi che hanno sia lati tristi che lati divertenti.
La mia idea era quella di restituire questa complessità, alternando momenti di spensieratezza ad altri più riflessivi.
Il nesso tra Van Gogh e la ragazza di cui si racconta la storia, in apparenza può sembrare inesistente. Il primo è un’artista di grandissima fama, divenuto una sorta di icona; mentre la seconda è una semplice ragazza di 22 anni. La vita di quest’ultima verrà però stravolta nel giro di 24 ore.
La connessione c’è ed è forte. Infatti, entrambi sono stati vittime di una società che ha esercitato su di loro una forza incredibile, tanto da opprimerli.

Accanto a me, durante la puntata del 30 Marzo, ho sempre avuto la scrittrice e giornalista Angela Iantosca, la quale ha voluto fare una domanda a Francesca. Ha chiesto quale fosse il nesso tra una tematica attuale come quella del revenge porn e Van Gogh.
Francesca ha risposto:
Tutto è nato dalla lettura di un testo di Artaud, intitolato “Van Gogh, Il Suicidato della Società”, che racconta di come il pittore sia stato martoriato e definito pazzo dalla società in cui ha vissuto, tanto da privargli tante possibilità lavorative, nonché la propria libertà morale.
Artaud dice infatti che l’artista non si è suicidato, ma “è stato suicidato” dalla società; l’identificazione continua di una persona con un singolo aggettivo, la trasforma lentamente nel titolo che le è stato dato.
Allo stesso modo nel revenge porn, quando vengono rese pubbliche delle immagini private di una ragazza, ad essa vengono accreditati nominativi osceni.
Si parla di suicidi non “auto imposti” ma assegnati da una mano invisibile che è quella della società.
Insieme a Francesca e Angela Iantosca abbiamo affrontato argomenti difficili.
Spesso le parole feriscono e portano le persone alle quali sono dirette, ad agire in modo irreversibile.
Grazie mille Francesca per essere stata con noi!