Piantare un albero per il sociale: l’intervista a Nicolò Pesce, Responsabile Comunicazione di Zero CO2

Martedì 12 luglio, per Sempre più in forma green, abbiamo ospitato in studio una persona davvero speciale: Nicolò Pesce, che ci ha parlato di Zero CO2, un’azienda sociale nata da un progetto di Comparte Onlus.
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Quanto è vero che non si smette mai di imparare. Nicolò Pesce ce lo ha ricordato durante la puntata di martedì 12 luglio con “Sempre più in forma green”.

Nicolò ci ha parlato dell’azienda Zero CO2, nata dal progetto di Comparte Onlus, un’associazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di promuovere l’innovazione in ambito sociale ed educativo e lo scambio culturale; con un focus specifico sulla qualità dell’istruzione in America Latina. La sua mansione è quella di Responsabile della Comunicazione, ma il gruppo di Zero CO2 si compone di 15 elementi, ragazzi giovani e intraprendenti con la voglia di lottare per l’ambiente e per il sociale.

Conosciamolo meglio!

Barbara Molinario e Nicolò Pesce

Ciao Nicolò, spiegaci meglio come è nato Zero CO2 e di cosa si occupa.

La più grande particolarità di CO2 è che nasce in Guatemala e non in Italia, quindi è a tutti gli effetti una start up italo-guatemalteca. Nasce poco prima del Covid, quando la sostenibilità non era un trend, se così si può dire! Il progetto è nato dall’esigenza di lasciare qualcosa alle popolazioni del Guatemala che vivono in situazioni di estrema povertà, cercando di dare loro un futuro.

Volevamo accompagnare questi popoli attraverso un percorso di crescita dove gli alberi e la riforestazione potessero farne da protagonisti.

Se noi pensiamo al valore di un albero, dobbiamo tenere conto che non produce solo frutti ma dona anche ombra e soprattutto ossigeno, fondamentale per tutti noi.

Tutto nasce da un’idea tua e di tuo fratello, Andrea Pesce… infatti Zero CO2 è un’iniziativa corale. Ce ne vuoi parlare meglio?

Esatto. Mio fratello si trovava in Guatemala per un progetto di qualità educativa, ed è allora che conobbe Virgilio, un contadino guatemaltese, che è diventato poi Co-Fondatore di Zero CO2. Fu lui a suggerire di partire dai maestri per migliorare la situazione scolastica dei bambini: da questo nacque Comparte Onlus, in collaborazione con le Università locali, per formare i maestri.

Purtroppo però di educazione non si vive… dovevamo trovare un modo per mantenere le famiglie contadine del posto che non avevano nemmeno la possibilità di sfamarsi. Zero CO2 è nata per questo: prima piantiamo gli alberi nel nostro vivaio autoctono e controllato da Virgilio e dopo li regaliamo alle famiglie che se ne prendono cura.

Come si può aderire a questo progetto?

Un albero può fare davvero la differenza per una famiglia del Guatemala, perché gli alberi producono frutta e quindi danno un beneficio alimentare ma possono essere anche venduti così da ricavarne un sostegno economico.

L’albero forestale è un mezzo importante perché il legno viene ancora molto utilizzato, soprattutto per il fuoco. Se gli alberi vengono piantati nel modo giusto e le foreste controllate in modo sicuro, una volta tagliati gli alberi, possiamo ricevere molto di più dalle loro potature. Oltre questo c’è un grande impatto sociale, perché lo Stato dà dei fondi a coloro che piantano alberi forestali in modo sostenibile, in quanto riforestazione; senza tener conto del bene che si fa a tutte le specie animali e vegetali che vivono nella foresta.

Diamo anche qualche buona notizia. Voi lavorare anche in Italia, ma fate un lavoro differente. Infatti se in Guatemala è fondamentale piantare alberi, in Italia no. Perché?

In Guatemala è importante piantare alberi perché c’è una deforestazione alle stelle per lasciare spazio alle mono colture di palma da olio, banana etc… in Italia invece no. Siamo il secondo paese in Europa dopo la Spagna per copertura forestale, negli ultimi 25 anni gli alberi sono cresciuti e stanno crescendo ancora.

Purtroppo però non controlliamo bene le foreste, ecco che poi scoppiano continui incendi.

Noi di Zero CO2 in Italia abbiamo scelto di fare gestione forestale ma soprattutto di donare alberi alle cooperative agricole sociali, che li piantano all’interno di terreni precedentemente abbandonati e che loro hanno scelto di riprendere. Le cooperative sfruttano questi terreni per reinserire nel lavoro persone con difficoltà come ex tossico dipendenti o ex carcerati.

Si mettono anche in questo caso le persone al centro.

Per chi volesse contribuire, come può trovarvi?

Siamo su tutti i social come zeroco2.eco e sul sito zeroco2.eco dove tramite lo shop potete acquistare o regalare un certificato, è davvero molto semplice.

Ci vuoi raccontare di qualche progetto?

Vi racconto di un progetto che si è appena concluso, quello della “Posidonia”.

Si trattava di un progetto di riforestazione di una pianta marina, la posidonia appunto, al largo del Golfo Aranci, ed è stata un’iniziativa molto innovativa.

Una piantina piccola di posidonia porta molto più ossigeno di un piccolo albero, quindi è fondamentale.

Volevo ricordare che i piccoli gesti, come piantare un albero, non rivoluzionano il mondo, ma è solo fare la nostra parte. È fondamentale collocare il nostro granello di sabbia nel punto giusto per fare meno male possibile.

 

Ringraziamo tanto Nicolò Pesce per le belle parole e salutiamo Zero CO2 facendo loro un grosso in bocca al lupo!