La Luce è Dio…
Secondo la più fascinosa e diffusa della leggende d’arte che immediatamente circolarono sull’eccentrica figura del più sorprendente e innovativo dei pittori inglesi, queste furono le ultime parole stentatamente pronunciate da William Mallord Turner sul letto di morte e – per quanto perfettamente in linea con le ricerche d’una intera carriera d’artista – non sembrano esser altro che un’ulteriore e suggestivamente poetica conferma di quell’autentica ossessione per la luce e per il tentativo di ancorarla alla tela che dominò la produzione matura del geniale maestro britannico.
Folgorato dalla scoperta della pittura sgranata e filamentosa, intrisa di bagliori e lucori dorati di Rembrandt, come dagli straordinari scenari di Nicolas Poussin o di Tiziano, immersi nella luce incantata d’un eterno tramonto, perfettamente a conoscenza degli scritti di Leonardo da Vinci sull’esemplare contrasto fra ombra e chiarore nei ritratti come delle teorie sul colore elaborate dal romanziere e acquerellista dilettante Wolfgang Goethe, Turner iniziò ad elaborare innovativi paesaggi – ricreati in studio tramite decine di schizzi dal vero eseguiti durante i tanti viaggi in Inghilterra, Scozia, Tirolo, Svizzera e Italia – dove la potenza e mutevolezza degli agenti atmosferici, resi con pennellate evanescenti e vorticose, liquide e nebulose, testimoniano con affettuosa ammirazione la forza primigenia d’una Natura divina e non soggiogabile da alcuna azione o volontà umana.

La folgorante tela del 1844 Pioggia, Vapore e Velocità attualmente custodita nella National Gallery di Londra, ne è a tutti gli effetti un condensato esemplare: in un’atmosfera pregna di nebbia e vapore acqueo, sferzata dalla pioggia intermittente e soffusa di nubi basse, che pure s’aprono all’orizzonte in repentini squarci d’azzurro, una locomotiva della Great Western Railway – protagonista assoluta del quadro con i suoi brucianti fanali simili ad inquietanti occhi meccanici – s’avventa a tutta velocità sul ponte ferroviario di Maidenhead, facendo apparire idillicamente superati il ponte ad archi alla sua sinistra come la piccola imbarcazione da trasporto, spinta da una pertica che s’avvicina – sempre sulla sinistra della tela – ad un gruppo di bagnanti.
L’irrompere della più assoluta modernità sembra in apparenza violentare il paesaggio, ma la Natura accompagna e idealmente controlla con la sua forza serena e immemore il prodotto dell’Uomo, quasi accogliendolo come un mero accidente nel paesaggio.
Senza le rivoluzionarie intuizioni ed il sorprendente talento visionario di Turner, l’Impressionismo non avrebbe mai visto la luce…