Durante la puntata di martedì 2 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Letizia Lanzarotti, in arte Lady Be.
–Hai inventato una nuova tecnica artistica, denominata Mosaico Contemporaneo. Come ti è venuta questa idea e in che cosa consiste?
“È un’idea che mi è venuta più di dieci anni fa, quando ancora si parlava poco di riciclo, green e sostenibilità. Io ho sempre avuto l’idea di raccogliere tutti gli oggetti, nello specifico gli oggetti appartenuti alla mia infanzia e adolescenza come involucri di make-up, bottoni, tappi, penne, giocattoli e poi di dividerli per colore e di usarli come tasselli per comporre un mosaico. Così ho iniziato a realizzare dei volti, delle composizioni. Ho fatto studi artistici, ho imparato la tecnica della pittura e del mosaico e così ho iniziato ad incollare questi oggetti per fare dei volti conosciuti. Sono effettivamente dei mosaici composti da materiali di riciclo. Nel corso degli anni ho cominciato a collezionare questi materiali, a farmeli portare da amici e parenti, a raccoglierli nelle scuole e nei mercatini. La mia arte si è fatta conoscere a livello internazionale. Ho iniziato ad esporre le mie opere, sono piaciute e hanno ottenuto diversi consensi. Le mie sono opere d’arte che tutti comprendono, non bisogna essere esperti d’arte per capirle, ma tutte le persone che si avvicinano riconoscono gli oggetti di cui sono composte. Il messaggio della plastica e del riciclo è quello che colpisce di più, perché effettivamente sono i materiali di recupero che trovano una nuova vita nell’opera d’arte”.
–Vedendo le tue opere da lontano non ti rendi subito conto che sono composte da tanti pezzi…
“Le persone quando le osservano da una certa distanza le vedono appesi alle pareti dei musei, ma anche delle gallerie d’arte, dei luoghi espositivi e pensano che siano comunque dipinte. Invece quando si avvicinano e si accorgono che sono dei mosaici, rimangono stupefatte”.
–Le tue opere d’arte hanno una loro vita, una loro anima. A volte queste opere acquistano anche un impatto sociale come per esempio la Barbie con il volto tumefatto…
“Il volto perfetto della Barbie in cui quasi tutte le donne si identificano colpisce perché viene presentata con i segni della violenza. Con i miei oggetti in plastica ho voluto realizzare questo occhio un po’ macchiato come se avesse ricevuto un pugno e anche la bocca malmenata. È stata un’opera che ho fatto nel 2016 e ha avuto un impatto molto forte sulla stampa e sui social. Quello che ho voluto trasmettere è che la cosa importante che ogni donna dovrebbe fare è parlare, denunciare”.
–È molto bello che con la tua arte che è dedicata al rispetto della natura, dell’ambiente, del recupero, del riciclo, poi incontri delle tematiche così forti ed importanti come quella della violenza di genere. Riesci a trasmettere dei concetti differenti con un’unica opera. Io la trovo una cosa molto interessante questa…
“Di base c’è sempre il tema del riciclo che già di per se è un argomento sempre attuale, e poi è bello dare dei messaggi perché un’artista non può rimanere indifferente rispetto a quello che succede nel mondo ogni giorno”.
–Una curiosità, perché hai scelto la plastica in particolare?
“Inizialmente le mie opere erano un assemblaggio di tutti i materiali di recupero, però dopo poco ho deciso di selezionare la plastica perché è veramente il materiale più discusso. È quello che provoca le microplastiche che sono quelle che causano l’inquinamento più grave nei mari e negli oceani. La plastica è un materiale molto discusso, ma anche da valorizzare. Bisogna semplicemente farne un corretto utilizzo e smaltimento, perché la plastica anche in ambito medico e sanitario ha tantissime applicazioni che permettono di rispettare in modo positivo le norme igieniche e di limitare i contagi. Bisognerebbe evitare l’uso di plastiche monouso e farne veramente un utilizzo virtuoso. Io voglio anche celebrare la bellezza della plastica con i suoi colori brillanti, le sue proprietà che durano nel tempo, in quanto è un materiale che non subisce variazioni. È stata perciò una scelta mirata e studiata”.
–Ti va di dare qualche riferimento social?
“Mi trovate su Instagram come Letizia Lady Be, su Facebook come Lady Be Art e sul sito web www.ladybeart.com”.
–Ci saranno dei prossimi appuntamenti in cui i nostri ascoltatori potranno interagire con te?
“Attualmente le mie opere sono un po’ dappertutto sia in Italia che all’estero. Ci sono quattordici opere esposte a Vienna fino al 13 maggio e poi dal 2019 al Terminal 1 di Milano Malpensa sono presenti dieci opere sul tema della musica. Inoltre nel mese di settembre le mie creazioni si troveranno all’Ariston di Sanremo”.
–Sono ormai un po’ di anni che porti la tua arte nelle città più importanti di tutto il mondo come New York, Londra, Parigi, Berlino, Barcellona e tante altre. Sei orgogliosa di questo traguardo? Cosa si prova ad essere riconosciuta a livello internazionale?
“Per assurdo ho iniziato prima all’estero che in Italia. Sembra che in Italia si debba sempre prima farsi conoscere e poi ritornare. Effettivamente sono più di dieci anni di carriera e ho avuto tante soddisfazioni, devo ringraziare di cuore tutti i luoghi che mi hanno ospitato”.
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