Nella puntata di martedì 10 ottobre ho avuto il piacere di intervistare Mauro Atturo, Ceo della Problem Solving, azienda leader nel settore dei contact center per grandi società di telefonia ed energia.
Benvenuto Mauro! Ti possiamo considerare ormai un amico di Sempre più green, perché non è la prima volta che sei qui con noi. Sappiamo che ti stai impegnando tantissimo per l’ambiente attraverso diverse iniziative. In particolare ti ho invitato qui per parlarci di Orto 2.0. Ma di cosa si tratta?
Orto 2.0 è un’iniziativa che è stata molto apprezzata in generale, soprattutto dai nostri dipendenti che sono stati felicissimi di aderire. Con il mio team si è creato un fil Rouge, ovvero quello di andare sempre incontro a quello che per noi è un principio ispiratore one-health, ossia sostenibilità, ecosostenibilità e quindi cura e benessere delle persone, degli animali e degli ecosistemi. Orto 2.0 è un nostro esperimento andato, al momento, benissimo. Abbiamo preso un terreno in affitto ed al suo interno vengono prodotti ortaggi e verdure con tecniche completamente naturali. Siamo andati anche oltre il biologico, nel senso che utilizziamo soltanto prodotti naturali. Ogni mese viene recapitata ai nostri dipendenti una sacca, all’interno della quale ci sono tutti questi ortaggi. Loro fanno poi dei video con le loro ricette. Insomma, ci piace condividere fra di noi questo momento così bello.
È un’iniziativa che si incastra perfettamente con quello che poi è nostro cavallo di battaglia, il nostro Welfare aziendale e che comunque fa scopa con il nostro desiderio di andare verso l’ecosostenibilità, verso il benessere dell’ecosistema quindi di animali, persone e natura. Si tratta di un tema purtroppo trascurato che spesso non viene messo in risalto, mentre in realtà è quello che oggi ci da equilibrio… l’equilibrio esistenziale.
Tu sei un pollice verde?
Sì, l’ho scoperto proprio ultimamente. Io e la mia compagna abbiamo delle piante ed abbiamo un giardino dove ci dilettiamo. Mi sono cimentato da poco ed ho scoperto di avere questa predisposizione.
Perché credi che sia importante la partecipazione dei tuoi dipendenti a questi progetti? In particolare stiamo parlando dell’iniziativa Orto 2.0.
Vogliamo far capire alle persone cosa sia veramente importante. L’ecosostenibilità è un fattore importantissimo. Il benessere alimentare, ed il benessere in generale, è talmente importante da andare scoperto ogni giorno ed educato ogni giorno. Riportare questo concetto di One Health all’interno dell’azienda sensibilizza le persone. Si inizia dall’interno della nostra azienda, ma poi sono i dipendenti stessi e le loro famiglie ed amici a tramandare i nostri concetti. È importantissimo coinvolgere le persone interne perché sono loro le persone più legate. Noi abbiamo un rapporto molto speciale con nostri dipendenti, veramente unico.
Quali obiettivi credi si possano raggiungere con questo progetto?
L’obiettivo è quello di trasferire il più possibile questi concetti, come dicevo prima. Vogliamo sensibilizzare ed esternalizzare questi stessi concetti di cui parlavamo e riportarli all’esterno.
Attraverso queste iniziative si fa bene al Pianeta, ma anche a noi stessi. Stare a contatto con la natura ci aiuta a sgravarci dallo stress accumulato. È anche questo il tuo obiettivo? Togliere lo stress dai tuoi dipendenti per aumentare la resa?
Assolutamente. Per noi è importantissima la soddisfazione dei nostri dipendenti, la qualità della loro vita. Questo aiuta sicuramente a livello lavorativo ma anche a livello sociale, perché un dipendente contento porterà la sua felicità anche all’esterno. È tutto un giro. È tutto un incastro naturale che non bisogna trascurare. Il problema dell’essere umano è che nel tempo diventa pigro. Oggi educare è un vero lavoro. Ai tempi dei nostri genitori one-health ed ecosistemi erano discorsi davvero lontani.
Pensi che iniziative come queste possano diventare una best practice da esportare anche in altre aziende?
Il nostro scopo ha una doppia valenza. Anzitutto il benessere aziendale, quindi quello dei nostri dipendenti e delle persone che ci circondano. Ciò che davvero ci spinge è lo sharing, la condivisione. Vogliamo sensibilizzare l’esterno, ovvero, emanare questo virus positivo anche ad altri colleghi imprenditori. Noi abbiamo già ispirato, infatti, alcuni imprenditori che hanno preso spunto da questo progetto per la propria azienda. Mi piacerebbe se tanti altri imprenditori facessero proprio questo atteggiamento positivo.