È giunta, ormai, al termine la settimana della moda parigina, Paris Fashion Week, che ha visto nel suo calendario anche numerosi brand italiani tra cui Valentino e Miu Miu. Sono molte le novità introdotte quest’anno ma vediamo più nel dettaglio quali pezzi si meritano una vera e propria medaglia all’innovazione e alla creatività!
Coperni e la Air Swipe Bag
Se c’è un brand che ad ogni collezione riesce a stupire e travolgere tutti con le sue creazioni è assolutamente Coperni. Dopo averci deliziati con borse realizzate in vetro e abiti “vaporizzati” al momento, in occasione della sfilata autunno/inverno 2024 ci ritroviamo davanti ad un ibrido di moda, arte e scienza: l’Air Swipe Bag. Questa borsa è stata sviluppata dal professore di arti visive Ioannis Michaloudis ed è composta dal 99% di aria e 1% di vetro. Ma tutto ciò com’è realmente possibile, visto che l’aria è un elemento gassoso? L’ingrediente segreto è un nanomateriale in silice impiegato dalla Nasa per la raccolta di polvere di stelle: L’Aerogel. E’ un accessorio delicato ma non fragile in quanto il suo materiale principale è capace di sopportare elevatissime temperature e livelli di pressione.
Schiaparelli e le cravatte a treccia
Daniel Roseberry ne “l’Esprit de Schiap” ci presenta capi al limite del quotidiano, tutti i look sono arricchiti da dettagli tipici della haute couture che di certo non sono passati inosservati. Cosa non insolita della maison e del suo direttore creativo, che cerca sempre di differenziarsi e attirare l’attenzione. Uno di questi è la cravatta realizzata con ciocche di capelli intrecciate che, senza ombra di dubbio, è diventata simbolo di questa collezione.
A Paris Fashion Week i dettagli fruttati di Balmain
Ispirandosi alla sua città natale, Bordeaux, Oliver Rousting dà vita ad una nuova Primavera, quella di Balmain.E quale elemento se non la frutta e in particolare l’uva può al meglio descrivere questa città francese! Ritroviamo, infatti, vari grappoli di diverse dimensioni e colori, convertiti in accessori come borse e orecchini, o in veri e propri capi.
Saint Laurent e l’abito calza
Vestire o svestire, questo è stato il dilemma di Anthony Vaccarello, alla guida creativa di Saint Laurent. Lo stilista ha, ovviamente, scelto la seconda opzione, “svestendo” le sue modelle con abiti realizzati con calze trasparenti in lycra sottilissima, che mostrano velatamente e con grazia i corpi da cui vengono indossati. Non a caso la collezione è stata chiamata “Scandal, again”, in quanto ispirata alla Haute Couture SS 1971 passata come la più scandalosa della maison.
Balenciaga e i soprabiti reinventati
Non è cosa nuova vedere scelte audaci e, direi, complesse, da un punto di vista percettivo, da Balenciaga che per l’ennesima volta ci regala un’innovazione tutta focalizzata sul “trust the process”. Ecco che i soprabiti vengono scomposti e trasformati in veri e propri abiti con scollo all’americana, chiamato “halter”.