A cosa serve l’abbigliamento? Quando l’abito fa (vincere) il monaco?
Che ruolo giocano gli altri e quando dobbiamo tenere conto del contesto e delle sue regole?
Da un lato c’è il contesto da considerare, ma dall’altro ci siamo noi, che valiamo più di tutto il resto: se è vero che lo stile è espressione del carattere e della personalità, come fare a individuare quello che più ci rappresenta?
Come bilanciare e relazionarci in libertà e consapevolezza agli altri, ai trend, agli idoli e al marketing, amando gli abiti e la moda quanto basta per sentirla solo nostra alleata, senza sentirci mai più imprigionate e sbagliate?
C’è un mondo affascinante da scoprire che Ida Galati esplora nel suo primo libro edito da Giunti, Il Linguaggio segreto della moda, dove mette in evidenza quanto i vestiti, i colori, i tessuti possano parlare all’altro di noi prima ancora di dirgli Ciao, suscitando emozioni e imprimendo immediatamente la prima impressione. Sono sufficienti 130 millisecondi.
In quel frangente può giocarsi tutto. E allora le abbiamo fatto qualche domanda.
F: Ida come nasce questo libro?
I: Nasce da una riflessione che ho fatto quando ho letto la biografia di Iris Apfel che spiegava cosa fosse lo stile e quanto potesse essere forse poco “potente” chiedere a qualcun altro consigli di stile. Iris era solita dire: “se mi chiedi di darti un consiglio, tenderò sempre a mostrarti quello che piace a me, perché pur non volendo ci metterei la mia personalità e quello che io trovo di gusto, ma è solo il mio ed è la mia personalità, non la tua“. Concludeva dicendo: “lo stile è carattere, carattere, carattere!“.
E allora da psicologa mi sono illuminata e ho pensato che finalmente i miei 11 anni di studi di psicologia e quelli di moda, potessero finalmente integrarsi, cercando di mettere insieme e analizzare diversi tipi di personalità rappresentativi di 11 stili differenti per conoscere le loro storie e attraverso le stesse riflettere sulla nostra, per darci delle risposte e inquadrare meglio il nostro stile e per essere in definitiva meno schiavi di quello che gli altri e il marketing vorrebbero da noi.
F: Tu ti senti “inquadrata” e libera dalle pressioni esterne?
I: Ho fatto un grande viaggio dentro di me, anche e forse soprattutto mentre scrivevo il libro: studiando tanto mi sono data delle risposte unendo finalmente i puntini e capendo soprattutto perché fossi attratta sempre da cose similari e cosa dicessero di me quasi senza accorgermene.
Ho capito quando sfidavo gli altri e lottavo con le pressioni esterne, quanto potessi concedermi delle cose in una città e meno in un’altra, perché fossi attratta da alcuni colori e forme e quando riuscivo a catturare l’attenzione proprio grazie a qualcosa che indossavo.
Se ci fai caso puoi usare gli abiti e gli accessori a tuo vantaggio. Invece di ribellarsi e sentirsi vittime del marketing ci sono altre soluzioni che passano attraverso la conoscenza e la consapevolezza.
F: E nel tuo libro si approfondisce la storia di 22 personaggi iconici…
I: Sì, ho cercato gli stili più popolari e li ho associati a 22 personaggi che li rappresentassero alla perfezione: per ogni stile ce ne sono due, uno meno recente, l’altro attuale. Ovviamente c’è anche la mia Iris, scomparsa mentre scrivevo e rappresentativa dello stile creativo; c’è Courtney Love che ha praticamente lanciato lo stile grunge suo malgrado (nel libro racconto di come il marito Kurt Cobain non fosse stato affatto contento di scoprire di essere diventato di tendenza, visto che il suo modo di vestire voleva proprio essere tutto il contrario). C’è Lady Diana ma rappresenta lo stile sportivo (e capirete perché); c’è anche un uomo, l’unico, Harry Styles, rappresentativo dello stile genderless, che mi ha dato modo di raccontare anche l’evoluzione dell’abbigliamento maschile e della loro grande rinuncia a gonne e merletti avvenuta tanto tempo fa. Per ognuno ho raccontato la loro vita e il modo in cui si è intersecata con abiti rappresentativi.
F: Gli altri quindi quanto sono importanti?
I: Tantissimo. Specie in età adolescenziale: essere accettati e rispondere a questo bisogno anche attraverso gli abiti nel gruppo dei pari ha la sua rilevanza. Quando cresciamo veniamo scelti dagli altri per motivi diversi: per il lavoro per esempio. Troverete nel libro alcune storie di abiti che hanno fatto perdere il lavoro a qualcuno o, al contrario, gliel’hanno fatto guadagnare.
F: Sappiamo che pur parlando di moda e nuove collezioni, ti impegni anche a sensibilizzare sulla sostenibilità. Ritroviamo qualcosa in questo libro?
I: Certo, la terza parte del libro, dopo le biografie, è dedicata a fare il punto del nostro armadio e del nostro presente. Sono partita proprio raccontando la storia della Fast Fashion. Mi sembrava doveroso prima di condannare tout court qualcosa, cercare di comprendere come siamo arrivati a questo punto e perché tantissime aziende di moda (anche non fast) producano all’estero e subbappaltino le produzioni che diventano sempre meno Made In Italy. È quello che cerco di fare sempre attraverso i miei video: analisi e conoscenza per comprendere meglio i fenomeni.
Nel libro si arriva automaticamente alla conclusione che più compro velocemente, meno penso e meno sono centrata ed efficace nella comunicazione. Ecco perché parlo ampiamente di second hand, vintage e altre alternative che ci permettono di fare meno male all’ambiente e tanto bene anche al nostro stile.
F: Parli anche di influencer? Sappiamo che tu ci tieni a definirti fashion teller e che hai coniato questo termine proprio per cercare di fare una differenza.
I: esatto, ho dedicato un paragrafo per esplorare l’influenza degli influencer nella moda (mi perdonerai il gioco di parole) e raccontare la differenza tra idoli e ideali e quando va più che bene lasciarsi ispirare da qualcun altro. Dal canto mio sono felice quando grazie ai miei video comprano un libro in più, decidono di approfondire un argomento, scelgono una scuola o semplicemente si fermino a prendersi del tempo di qualità per riflettere insieme sui fenomeni. I social non sono fatti per questo attualmente: ci spingono a divorare infiniti contenuti senza pensare, togliendoci quasi le emozioni e il pensiero. Io cercherò sempre di andare contro corrente e spero di essere riuscita a farlo anche con questo libro.
Il libro di Ida esce oggi in tutte le librerie. On line la copia autografata sul sito di Giunti.