Gli abiti trasformabili

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Di Alba De Biase

Gli abiti trasformabili

Intervista a Rossana Prisciantelli, giovane designer pugliese che si è cimentata nella creazione di una linea di abiti trasformabili.

Rossana Prisciantelli, dopo gli studi in moda e una vasta esperienza nel settore, oggi è titolare di una sartoria sita in Gioia del Colle (BA) che porta il suo nome. Designer di più linee, costumista per cortometraggi, docente in istituti professionali, autrice della sceneggiatura del suo (prossimo in uscita) fashion film a puntate, nonché vicepresidente di un’associazione culturale, Rossana non si fa mancare niente e intraprende anche la creazione di una linea di abiti trasformabili, che consentono in pochi gesti di cambiare occasione d’uso all’abito, per passare dall’ufficio all’happy hour e dall’happy hour ad una serata elegante con la stessa facilità con cui vi abbottonate un bottone.  Ho intervistato la stessa la stessa designer che ci spiega la sua collezione passo per passo.

Da dove è nata l’idea degli abiti trasformabili?

“Appartenente al classico stereotipo dell’artista eternamente insoddisfatto, credo che l’idea degli abiti trasformabili probabilmente sia un elemento imprescindibile del mio essere. Ho un atelier, nel paese in cui vivo, dove quotidianamente creo abiti sartoriali per signore, per cerimonia e sposa. Sono tutti abiti esclusivi e personalizzati per ogni singola persona, ma sono alla continua ricerca di nuovi stimoli. Non so dirti in realtà quando ho ideato il primo abito, so solo che mi viene naturale. Mi piace studiare, cercare, nuovi modi di vestire. Ogni abito è una nuova sfida. Mi viene sempre in mente Chanel e la sua ricerca dell’abito perfetto. Il percorso di una vita che l’ha portata alla creazione del tubino nero. Un abito unico, versatile, perfetto per ogni occasione.”

Quanto tempo è stato necessario per la realizzazione di tutti gli abiti?

“Bisogna distinguere. Per la collezione di pret-à-porter in realtà non molto, i tessuti stretch sono molto più facili da lavorare ed è anche per questo che si riesce ad abbattere i costi. Per il Demi-Couture, in media, dai 3 ai 4 giorni intensi per abito. Qui il metodo è completamente diverso, a partire dalla costruzione stessa del modello. Gli abiti di Demi-Couture sono tutti “puliti” si dice in gergo, ovvero, sono tutti foderati, ci sono cuciture nascoste, dettagli fatti a mano con un’attenzione particolare nelle rifiniture. La formazione sartoriale mi rende maniacale in questo. Premettendo quanto appena detto, devo però specificare che in realtà la parte più difficile sta proprio nella costruzione del modello che è alla base di tutto. Prima della realizzazione vera è propria, detto in maniera spicciola, bisogna vedere se “funziona”. A volte passo ore a studiare la strutture dell’abito, modellistica, scelta dei tessuti adeguati a rendere un tipo di effetto ed alle rifiniture per mascherare la trasformazione. Ogni mia trasformazione avviene in meno di 30 secondi. Sono consapevole di non essere l’unica al mondo a proporre abiti trasformabili ma la difficoltà sta proprio nel saperli creare con materiali, innanzitutto non stretch e di ottima qualità, come la seta che proprio per le sue caratteristiche merceologiche è più difficile da lavorare, rispetto ad altri tessuti.”

Qual’ è il concept o il tema dominante? E a chi è rivolta?

“Le varie collezioni possono essere ispirate da un fiore, un colore, una filosofia, una musica o una corrente artistica ma il vero tema dominante è sempre lo stesso. Il principio che muove tutto è la fusione, la contemporaneità, di estro e funzionalità. La donna moderna non ha mai tempo e quella che oggi chiamano “capacità multitasking” per noi è sempre esistita. Mamma, moglie, amante e manager allo stesso tempo, senza però dover rinunciare alla femminilità e al piacere di stupire e giocare col proprio look.

Questa collezione è rivolta appunto ad una donna che vive a pieno il nostro tempo, in questa collezione fondo estro e funzionalità”.

Quali tessuti hai privilegiato?

“Anche qui c’è da distinguere. Per il pret-à-porter dell’ottimo jearsy, per il demi-couture pizzi e voile che adoro e un meraviglioso crèpe che permette morbidezza e giusta consistenza al tempo stesso.”

Per concludere quali sono le tue aspettative rispetto a questa collezione così innovativa?

“Ecco per concludere…forse la domanda più difficile. In me coesistono 2 Rossana: l’artista, estrosa e sognatrice e la titolare di un’azienda che deve essere necessariamente concreta. Inutile negare che in un momento storico-economico come questo, la lotta tra le due è proprio dura.
Come POCHI, ho scelto di lottare per costruire una piccola impresa in Puglia, in quel sud spesso dimenticato ma che partorisce, continuamente, tanti talenti.
Come POCHI ho scelto di non emigrare verso mete più “educate” ad un sistema moda.
Come MOLTI, qui, credo che la cultura sia il motore del mondo così come la moda è stata il motore dell’Italia. Mi aspetto, o meglio spero, semplicemente di far crescere il mio lavoro e di far conoscere al vasto pubblico il mio prodotto”.

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