Convenzionalmente associato al mondo naturale più intatto ed autentico, e simbolo visivo per antonomasia di tutto quanto ambisce ad esser puro, biologico e contrario ad ogni logica o strumentalizzazione industriale, il color Verde non ha mai trovato una miglior celebrazione – anzi – una più iconica e persuasiva applicazione, come nella spettacolare tela del 1917 di Marc Chagall,
La Passeggiata dove fa da sfondo ideale, e ideale quinta architettonica, ad una delle più visionarie e poetiche rappresentazioni del perfetto Amore.
Creata per dar corpo ad una delle più ricorrenti fantasie dell’Autore, ed immagine lirica del potere dinamico e trascinante della passione, la tela mette in scena il pittore che, in elegante completo da dandy, sembra trattenere l’adorata compagna Bella Rosenfeld mentre quest’ultima si libra nel chiarissimo cielo d’una mattina di primavera, disancorata dal mondo terreno in una sorta di gioiosa ascensione che solo l’amore autentico, alleggerendo e liberando il cuore, può propiziare.
Sullo sfondo simil-cubista ed entusiasticamente verde della campagna della natia cittadina di Vitebsk, in Bielorussia, durante la pausa d’un picnic a due, come sembra suggerire la tovaglia variopinta nei toni del rosso, accanto ad una bottiglia e ad un bicchiere di vino, Bella – ormai disancorata da terra – guarda con tenerezza il pittore che la tiene saldamente con la sinistra, mentre con la destra stringe un piccolo uccello, come a significare che quel surreale volo, tradizionale appannaggio della creatura alata, ora spetta di diritto a chi a ormai conquistato, per dono di passione, una magnifica incorporeità.
Al volo assiste con serena indifferenza il paesaggio, ed il cavallo sullo sfondo bruca senza sospetto sulla sommità d’una collina lontana, mentre soltanto la massa aerea e soffusamente rosata d’una sinagoga lontana sembra vegliare sui due amanti, stagliandosi contro lo squillante verde circostante. Ma è il sorriso dilagante e quasi folle del protagonista a colpire lo spettatore e a soggiogarlo: un sorriso irrefrenabile e trionfante che decreta – con immediata perentorietà – il potere eversivo e irrazionale della passione che ribalta gioiosamente le immutabili categorie dell’umano e del convenzionale.