Una mostra esaustiva ed inedita per l’Italia è quella in corso presso il MUDEC – Museo delle Culture di Milano fino al 9 luglio, dedicata a Vasilij Kandinskij, artista fondatore dell’astrattismo. “Per anni ho cercato di ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri: volevo costringerli a dimenticarsi, a sparire addirittura lì dentro”, dichiarava l’artista. Queste parole rendono l’idea di quale fosse la percezione di come rappresentare la realtà secondo Kandinskij.
L’esposizione coincide con il centenario della Rivoluzione russa ed è quasi contemporanea alle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’artista. Aperta dal 15 marzo, la rassegna “Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione” è curata da Silvia Burini, professoressa di Storia dell’Arte Russa e direttrice del Centro Studi Sulle arti della Russia CSAR Università Ca’ Foscari Venezia, e Ada Masoero, critico d’arte e giornalista. Delle 49 opere e 85 tra icone, stampe popolari ed esempi di arte decorativa, molte non erano mai arrivate prima in Italia, e provengono dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Galleria Tret’jakov, dal Museo di Belle Arti A.S. Puškin e dal Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare di Mosca.
Non solo dipinti, acquerelli, disegni, incisioni di Kandinskij, ma anche antiche icone, stampe, tessuti e oggetti di arte applicata che costituirono la sua fonte d’ispirazione per un percorso artistico e di vita che prende il viaggio, sia reale che immaginario, quale filo conduttore. E il viaggio fa anche da linea guida nell’ambito dell’esposizione, immergendo lo spettatore nelle atmosfere russe che circondarono l’artista, grazie soprattutto alle installazioni multimediali integrate, ideate e curate da Giuseppe Barbieri, professore di Storia dell’arte moderna all’Università Ca’ Foscari Venezia.
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