Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione

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Una mostra esaustiva ed inedita per l’Italia è quella in corso presso il MUDEC – Museo delle Culture di Milano fino al 9 luglio, dedicata a Vasilij Kandinskij, artista fondatore dell’astrattismo.Per anni ho cercato di ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri: volevo costringerli a dimenticarsi, a sparire addirittura lì dentro”, dichiarava l’artista. Queste parole rendono l’idea di quale fosse la percezione di come rappresentare la realtà secondo Kandinskij.

Vasilij Kandinskij – Improvvisazione sulle forme fredde, 1914 Olio su tela, cm 119 x 139 Mosca, Galleria Tret’jakov© State Tretyakov Gallery, Moscow, Russi

L’esposizione coincide con il centenario della Rivoluzione russa ed è quasi contemporanea alle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’artista. Aperta dal 15 marzo, la rassegna “Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione” è curata da Silvia Burini, professoressa di Storia dell’Arte Russa e direttrice del Centro Studi Sulle arti della Russia CSAR Università Ca’ Foscari Venezia, e Ada Masoero, critico d’arte e giornalista. Delle 49 opere e 85 tra icone, stampe popolari ed esempi di arte decorativa, molte non erano mai arrivate prima in Italia, e provengono dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Galleria Tret’jakov, dal Museo di Belle Arti A.S. Puškin e dal Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare di Mosca.

Vasilij Kandinski – Mosca. Piazza Rossa, 1916 Olio su cartoncino, cm 51,5 x 49,5 Mosca, Galleria Tret’jakov© State Tretyakov Gallery, Moscow, Russia

Non solo dipinti, acquerelli, disegni, incisioni di Kandinskij, ma anche antiche icone, stampe, tessuti e oggetti di arte applicata che costituirono la sua fonte d’ispirazione per un percorso artistico e di vita che prende il viaggio, sia reale che immaginario, quale filo conduttore. E il viaggio fa anche da linea guida nell’ambito dell’esposizione, immergendo lo spettatore nelle atmosfere russe che circondarono l’artista, grazie soprattutto alle installazioni multimediali integrate, ideate e curate da Giuseppe Barbieri, professore di Storia dell’arte moderna all’Università Ca’ Foscari Venezia.

Daniela Giannace

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