Ecco un piccolo assaggio delle fotografie esposte nei sei piani del nuovo palazzo della Grande Mela, insieme ad abiti e accessori dei set che raccontano anche di una speciale collaborazione con Andras Kronthaler e Junger Teller.
New York, da Settembre a Novembre 2017 – “Vivienne Westwood, Andreas Kronthaler, Juergen Teller” Exibhition. Una mostra che racconta la moda di una delle designer artisticamente e politicamente più infervorate di sempre. Vivienne Westwood non ha sicuramente bisogno di presentazioni, impossibile non amarla, sposare le sue cause concitate, impossibile non considerarla una tra le più influenti menti creative del secolo. Una moda che va di pari passo con la società, coraggiosa e ribelle, ha fatto del punk non solo una bandiera iconografica ma l’ha reso pura essenza eversiva in uno dei momenti storici per la moda, estremamente caotico, alle prese con una creatività che diventava una questione d’identità piuttosto che d’immagine.
Inaugurata pochi giorni fa a New York nei sei piani del nuovo palazzo della maison britannica, “Vivienne Westwood, Andres Kronthaler, Juergen Teller” è la mostra che racconta tramite fotografie di campagne pubblicitarie, ritratti, muse, editoriali e progetti artistici realizzati dal trio di outsider sono accompagnati da abiti e oggetti originali dei vari set fotografici per raccontare la storia di questa collaborazione di successo, recuperati da un archivio inedito, ricostruendo la storia che il marchio dagli anni ’90 sino alle soglie del “supermarket degli stili”: i 2000. Un intenso lavoro che riscopre i legami collaborativi dei tre personaggi che hanno regalato al mondo qualcosa per cui valga la pena rimanere entusiasmati.
La Westwood, insieme a suo marito e co-direttore creativo dal ’93 Andres Kronthaler ed il celebre fotografo tedesco, Junger Teller, ci danno un assaggio dell’esposizione con immagini, raccolte oltretutto nell’esclusivo libro di 258 pagine pubblicato da InOtherWords e curato graficamente da OK-RM, già disponibile nelle boutique Vivienne Westwood nel mondo, con scatti potenti che sanno di assoluta, selvaggia, intima e naturale libertà. Dalle foto con l’accetta, alla dirompenza della Anderson nel carrello della spesa come un gioco da sobborgo, divi in decadenza e Alice senza le meraviglie, “battone” più artistiche e contemporanee che volgari. Insieme a luoghi reali e contesti più eversivi possibile.
Ci parlano il linguaggio di un fanciullino moderno, pervaso in qualche modo di un trash stiloso un po’ underground, sul filo del rasoio, o meglio di qualcosa che ha che fare con un rischioso gioco del gusto che non teme nulla, affascina.