Cosa succede nel mondo? Milioni di giovani in tutti i continenti manifestano per il clima: il movimento globale «Fridays for future» nasce da una lettera-manifesto scritta dalla sedicenne svedese Greta Thunberg, e da altre sette attiviste Anna Taylor, Regno Unito, Luisa Neubauer, Germania, Holly Gillibrand, Scozia, Kira Gantois, Anuna De Wever e Adelaide Chalier, Belgio, Alexandria Villasenor, Usa.
Da allora, i venerdì hanno smesso di essere normali giorni di scuola. “Tutte noi, e molte altre ed altri con noi, hanno iniziato a scioperare ogni settimana in Australia, Germania, Belgio, Colombia, Nuova Zelanda, Svizzera, Uganda e poi in giro per il resto del mondo.”
#FridaysForFuture ha come obiettivo costringere i governi di tutto il mondo ad evitare il disastro climatico. Un nuovo ’68, un grande movimento studentesco che sta spingendo migliaia di ragazze e ragazzi a saltare la scuola, scioperare il venerdì, e a riunirsi nelle piazze di tantissime città per rivolgersi ai governi, chiedendo azioni concrete contro i cambiamenti climatici e reclamando il proprio diritto al futuro.
E poi c’è anche chi ha destinato la propria vita a trovare un metodo per cercare di eliminare la plastica dagli oceani, come il 25enne olandese Boyan Slat, fondatore di The Ocean Cleanup, che si è messo in testa di attaccare la Great Pacific Garbage Patch, l’isola di rifiuti tra Hawaii e California e grande il triplo della FranciaOlandese, in 5 anni ha creato un sistema per recuperare i rifiuti in superficie, dichiara “Entro il 2040 via il 90%”, ma non mancano le critiche e gli scettici.
In Europa cosa succede?
È ufficiale, le istituzioni Ue hanno raggiunto l’accordo che prevede restrizioni alla commercializzazione e all’uso di oggetti monouso in plastica. Dal 2021 saranno vietate posate e piatti, cannucce, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso come le scatole di fast food, cotton fioc, etc. Alla proposta di direttiva inviata alla Commissione Europea sono stati favorevoli 571 deputati su 624.
E le bottigliette di plastica? Per le bottiglie in Pet per bevande viene fissato un obiettivo vincolante di almeno il 25% di plastica riciclata dal 2025 in poi, calcolato come media per lo Stato membro. Nel 2030 tutte le bottiglie di plastica dovranno rispettare un obiettivo di almeno il 30% di contenuto riciclato. L’Unione Europea punta a diventare leader mondiale nell’uso di alternative che evitino l’inquinamento marino. Otto milioni di tonnellate di plastica ogni anno finiscono nelle acque degli oceani e devastano gli ecosistemi producendo danni per la salute dell’uomo e degli animali, con le microplastiche trovate ormai ovunque. La direttiva europea prevede la riduzione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni e limitare per 22 miliardi di euro i danni ambientali entro il 2030.
In Italia cosa succede?
“Basta plastica monouso e stop al diktat che obbliga i pescatori a ributtare in mare i rifiuti tirati su per caso. Finalmente #Salvamare!” così il ministro dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa parla della sua proposta di legge che è “finalizzata a promuovere il recupero dei rifiuti in mare”. Saranno vietati posate, piatti, cannucce, miscelatori per bevande, aste per il sostegno di palloncini monouso. “Il mio obiettivo è risanare il più possibile gli ecosistemi marini, per fare questo bisogna prima di tutto ridurre l’impatto di alcuni prodotti di plastica monouso” spiega il Ministro “Dobbiamo fare la nostra parte per contrastare il marine litter, ormai è una piaga mondiale che sta distruggendo le acque del pianeta. Nel concepire questa legge abbiamo pensato a un network, i nostri maggiori alleati saranno le aziende che ci aiuteranno a ridurre gli imballaggi, i pescatori e i cittadini che faranno campagne di pulizia dai rifiuti abbandonati. E agli imprenditori ittici chiediamo di usare attrezzature a basso impatto ambientale per pesca e per acquacoltura”.
Qualcosa si è già mosso, infatti, dal 1 gennaio 2019, è vietata la produzione e il commercio dei bastoncini di plastica per la pulizia delle orecchie: gli unici cotton fioc legali saranno quelli di materiale biodegradabile e compostabile. Le confezioni dovranno, inoltre, riportare l’esplicito divieto di buttarli nel wc. Proprio per stimolare il cambio di abitudini in un piccolo gesto quotidiano che, tuttavia, può contribuire ad arginare un problema di portata globale come il marine litter, Legambiente rilancia la campagna #NoRifiutinelWC.
L’attivista Roberto Cavallo da anni attraversa l’Italia correndo o pedalando mentre raccoglie rifiuti e coinvolge giovani e amministrazioni al suo passaggio. “In Svezia fanno quanto noi in Italia facciamo da 4 anni, correre raccogliendo i rifiuti” racconta sui social. “Fin da quando abbiamo lanciato nel 2013 Let’s Clean Up Europe e poi nel 2015 #KeepCleanAndRun #Pulisciecorri abbiamo raccolto decine di tonnellate di rifiuti percorrendo migliaia di chilometri. E’ bello oggi leggere che decine di Paesi si ritrovano in Estonia per lanciare il prossimo settembre la giornata mondiale per la pulizia del pianeta. E’ bello perché in continuità con quanto Legambiente fa da più di vent’anni. E’ bello leggere che anche gli svedesi hanno scoperto la corsa contro il littering. E’ meno bello constatare che anche Paesi come quelli scandinavi devono chinare la schiena perché anche da loro i maleducati non hanno capito che è più semplice portarsi a casa ciò che si ha in mano mettendolo in tasca e poi separarlo correttamente nella raccolta differenziata.”
Il Ministero dell’Ambiente lancia anche per l’estate 2019 la campagna Tour Spiagge #Plasticfree 2019 “Scendi in campo con noi per ripulire le spiagge italiane dalla plastica!” si legge in una nota sul sito del Ministero “Generazione Mare, la nostra campagna in difesa del Capitale Blu inizierà con una maratona estiva di pulizia dei litorali che vedrà la partecipazione di partner di alto livello scientifico e centinaia di volontari e cittadini uniti dallo stesso obiettivo: liberare le nostre spiagge più belle dall’invasione della plastica.”
COSA POSSIAMO FARE NOI
Non abbandonare la plastica sulle nostre spiagge e nei nostri mari
Smaltire la plastica nella raccolta differenziata
Eliminare l’uso di piatti e bicchieri di plastica monouso
Usare una borraccia o una brocca di acqua di rubinetto
Evitare dentifrici e scrub che possono contenere microplastiche
Usare buste riutilizzabili per fare la spesa
Evitare di acquistare alimenti avvolti in imballaggi di plastica
Non usare pellicole di plastica per conservare il cibo, preferire contenitori riutilizzabili, meglio se in vetro
Bandire le cannucce di plastica
Privilegiare le fibre naturali rispetto a quelle artificiali
Non pensare che la plastica monouso sia necessaria: non è vero!
Tratto da QUALE IMPRESA – La rivista nazionale dei giovani imprenditori – Marzo/Aprile 2019