Codice Rosso, il decreto legge che punta a contrastare la violenza domestica e di genere, è diventato ufficialmente una legge dello stato.
Molte le novità introdotte dal cosiddetto Codice Rosso, tra queste ne individuiamo alcune molto interessanti:
- velocizzazione delle indagini, con l’intento di ascoltare le vittime entro 3 giorni;
- rafforzamento del divieto di avvicinamento del soggetto violento ed obbligo di dimora;
- pene inasprite per i matrimoni combinati, con aggravanti se questi coinvolgono minorenni;
- lotta al revenge porn, riconosciuto come reato, con la possibilità di perseguire anche chi ricondivide il materiale;
- apposizione di un bollino rosso sui referti del pronto soccorso, ad indicare che la paziente è vittima di violenza di genere o domestica.
Codice Rosso, perché ce n’è bisogno?
Ogni anno in Italia vengono uccise circa 100 donne per mano di un uomo. Secondo i dati Istat, 7 milioni di donne italiane nel corso della propria vita hanno subito una qualsiasi forma di abuso.
Nei primi 6 mesi del 2019 (1 gennaio – 30 giugno) sono 39 le donne che sono rimaste vittime di femminicidio, nel 2018 furono 86, il dato più basso degli ultimi 5 anni, sebbene questo significhi quasi due decessi a settimana.
Il 2017 fece registrare 113 vittime, 2 in meno rispetto al 2016, che contò 115 decessi. 120 quelli del 2015, ben 138 nel 2013, ovvero quasi 12 ogni singolo mese dell’anno.
Il parere dell’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia, sul Codice Rosso
Per avere un’idea più concreta sull’effettiva efficacia del Codice Rosso, abbiamo chiesto il parere dell’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia, da sempre in prima linea nella lotta per i diritti delle donne e per molti anni avvocato di Telefono Rosa, sedendo anche nel direttivo dell’associazione, e che nei prossimi mesi si troverà ad avere a che fare concretamente e frequentemente con questa legge nella sua attività professionale.
Avvocato, come giudica nel suo complesso il testo del Codice Rosso?
Sicuramente si tratta di una novità altamente positiva. Io che ho sempre lottato contro la violenza sulle donne, non posso che considerarla un importante punto di arrivo. Ovviamente, come tutte le leggi, ha delle lacune, ma dobbiamo concentrarci sul contenuto e sugli aspetti positivi del tutto. L’aspetto che a me interessa maggiormente come avvocato civilista, e, quindi, esperto nella separazione e nei divorzi, è la velocizzazione delle indagini
In che modo questa legge, che va a intervenire su comportamenti riconducibili a reati penali, può avere effetti anche in ambito civile?
Se viene data la possibilità alla polizia giudiziaria di comunicare al Pubblico Ministero le notizie di reato immediatamente, anche con una forma orale, e quindi le vittime vengono ascoltate dai PM entro 3 giorni, questo comporta che quando io presento una richiesta di separazione che abbia come causa di addebito la violenza, riesco ad avere già un quadro nel penale più chiaro e velocizzato. Fino ad oggi, invece, accadeva che nell’ambito civilistico si depositavano i ricorsi e le motivazioni, ma poi il giudice doveva aspettare l’accertamento penale per avere la definitività. Se questa disposizione sarà realmente applicata, diventeranno più celeri sia il penale, sia il civile.
Quali sono gli altri punti del Codice Rosso che ritiene più rilevanti?
Molto importante è anche il fatto che le donne vittime di violenza abbiano ora 12 mesi di tempo per sporgere denuncia, e non più 6, così come la celerità nei Pronto Soccorso, dove l’applicazione del bollino rosso farà comprendere al personale l’urgenza del caso. Altre novità che ritengo di grande rilevanza sono l’obbligo di dimora per il soggetto violento e il fatto che, in caso di violenza sessuale perpetrata davanti ai minori, questi vengano considerati soggetti che hanno subito violenza.
Possiamo, quindi, parlare di un grande passo in avanti nella lotta alla violenza domestica e di genere?
Si tratta indubbiamente di un provvedimento di cui c’era grande necessita. Ciò che, però, mi lascia perplessa, è capire chi seguirà tutto questo, poiché non so se ci saranno personale sufficiente e situazioni contingenti. In queste situazioni, la celerità dell’accertamento e la sorveglianza sono molto complicate, perché ci sono poche forze dell’ordine.
Sulla carta, dunque, questa legge è un grande passo avanti, ma il problema è che collateralmente, andrebbe stanziata una serie di fondi per sostenere le forze dell’ordine, le associazioni, che svolgono un ruolo importantissimo, e le case-famiglia, che rappresentano un luogo sicuro – spesso l’unico – per chi fugge dalla violenza. Attualmente, non ci sono gli uomini, le strutture e i servizi sufficienti ad attuare questa legge. Come sappiamo, è notizia recente lo sfratto a Roma della Casa delle Donne.