La cantautrice Elektra Nicotra inaugura un nuovo concept album interamente in dialetto siciliano. In arrivo nel 2022, l’album è prodotto da Giuvazza Maggiore (Eugenio Finardi, Levante, Loredana Bertè).
Dal 29 ottobre è già disponibile su tutti gli store digitali SALIH, il singolo estratto dall’album in cui confluiscono tradizione mediterranea e sound sperimentale.
Intervista a Elektra Nicotra
Partiamo dal titolo del brano. Un nome che racchiude al suo interno, nella sua pronuncia, un alone misterioso, portatore di un sospiro affannoso. Lo stesso sospiro che ripeterai più volte all’interno del pezzo. Chi è SALIH?
Salih è un principe condannato a morte per essere figlio illegittimo del re, suo patrigno. Si pensa che non sia totalmente umano perché la sua pelle è dorata. Nel sogno, io mi affanno perché vorrei provare ad aiutarlo a fuggire, ma solo lui può salvare se stesso.
Un concept strumentale e vocale che vuole ricreare una dimensione onirica. Nove sogni narrati in nove episodi musicali. Il nuovo sound sperimentale è dato dall’unione di dispositivi estremamente moderni, come il sintetizzatore e la chitarra elettrica, con il marranzano, uno dei più antichi strumenti al mondo. Perché la scelta di questi elementi?
Non possiamo dirigerci verso il futuro senza portare con noi un pezzo di ciò che siamo stati, del nostro bagaglio. Dal punto di vista sonoro è bello vedere come certi elementi riescano a legarsi. Il marranzano ha un suono metallico che ben si sposa con la corda della chitarra elettrica. Gli echi e la profondità di un accordo ottenuti dai synth catapultano subito in un’atmosfera ultra-terrena, dandomi la possibilità di costruire scenari diversi.

Il tema onirico è quello che si presta meglio alla sperimentazione musicale e alla contaminazione di culture e periodi storici?
Non è fondamentale, ma sicuramente viaggiare fra i sogni mi offre grande libertà. Nel mondo onirico, infatti, può accadere qualsiasi cosa, anche la più bizzarra.
Elektra, qual è il segreto per far confluire, all’interno di un brano, la giusta dose di tradizione e innovazione?
Per ciascun brano è diverso e non esiste una formula precisa. Nell’album che sto preparando ci sono pezzi più legati alla terra, alla corda, alla percussione legnosa; altri dove è la parte elettronica ad avere più spazio; o altri ancora dove trapela un’influenza più rock e british.
È il brano stesso a dirti come dosare i vari elementi per raggiungere il giusto equilibrio, come quando aggiungi gli ingredienti a occhio.
Cantante e musicista siciliana, figlia d’arte. Crescendo in mezzo alla musica hai sviluppando una naturale predisposizione al canto e alla composizione. Il tuo primo concept album è stato Awakening. Pubblicato nel 2017 con la produzione artistica di Giuvazza Maggiore, l’album è stato accolto dalla stampa con apparizioni su Web Notte di Repubblica TV, Edicola Fiore di SKY e in oltre trecento radio italiane ed internazionali. Perché scegli di cantare in dialetto siciliano?
Ho sempre cantato in inglese, dalle prime esperienze live dell’adolescenza nei club, con le cover rock e blues. Avevo fatto mia questa lingua dal punto di vista musicale e ho scritto in inglese il mio primo album. La lingua inglese, infatti, è la più adatta alla mia vocalità, alla mia influenza blues.
Con il Salih, ho pensato di uscire un po’ da quel territorio che conoscevo bene e, sotto consiglio del mio produttore, ho iniziato a fare qualche esperimento con il dialetto siciliano. Abbiamo subito notato che dalla mia voce uscivano certi colori nuovi e intriganti.
Grazie al siciliano ho potuto esplorare un nuovo tipo di vocalità, fare qualcosa di totalmente diverso. È una lingua che rievoca subito un’atmosfera arcaica e ha un suono più morbido rispetto all’italiano.
Mi piace anche pensare che, varcato il confine della Sicilia, nessuno capisca cosa io stia dicendo. È molto divertente quando ti dicono: “a me sembra ostrogoto, non capisco nulla”. In questo modo il suono diventa la cosa primaria… poi, se sei curioso, puoi andare a leggere il testo tradotto.
Con la realizzazione del videoclip di SALIH inauguri anche il tuo esordio alla regia. Parlaci della scelta della scenografia, dei costumi, dei personaggi, riferimenti ad epoche storiche.
La trama del videoclip è totalmente slegata da quella del testo. Le immagini del video scorrevano nella mia testa già da tempo, così ho voluto provare a costruire questa ambientazione.
La mia unica esperienza sul campo è sempre stata relegata agli shooting moda, dato il mio lavoro di stylist. Naturalmente per un videoclip la cosa risulta leggermente più complessa, sopratutto quando hai tanti personaggi da gestire contemporaneamente e sei tu stessa sul set in veste di protagonista.
Volevo portare un po’ di estetica siciliana, senza scadere sul banale e senza trascurare il tema onirico. Ho preso la sala da pranzo di una casa siciliana d’epoca e l’ho catapultata in mezzo alla natura. Le sedie barocche, il tavolo tondo in legno. Data la strizzata d’occhio ad Alice nel Paese delle Meraviglie, lo stile non poteva che essere un po’ vittoriano.
Diciamo che sono stata in bilico fra Gucci e Dolce&Gabbana. Da qui l’idea di un mantello composto da fiori, che ha realizzato per me la designer catanese Cool Lalla, così come gli altri outfit che indosso.
Gli abiti degli altri personaggi sono un mix di capi vintage, Zara e accessori handmade di Cool Lalla.
Ho chiesto alla Cake Designer Anastasia Scalia di creare una torta a piani che fosse la copia esatta dell’abito-torta visto in passerella da Moschino. Tutti chiedevano se a fine riprese ne avrebbero potuto avere una fetta… ma dentro era di polistirolo!

All’interno del videoclip sono presenti forti richiami ad Alice in Wonderland. C’è l’elemento del bosco, in cui strani personaggi, seduti in un salotto barocco, stanno giocando una partita dall’esito incerto. Che cosa rappresentano il bosco e il salotto e chi sono i personaggi?
Il bosco è il subconscio: un salotto dove è possibile collegarsi al proprio essere, dove ritrovare tutto quello che è inaccessibile.
I personaggi rappresentano degli archetipi e delle virtù, ma le loro personalità entrano in conflitto quando l’ego mette il suo zampino.
Siamo tutti mossi da nobili scopi e abbiamo tutti delle qualità, ma il nostro ego può distruggere tutto in un attimo.
Azzerare il conflitto è capire che ogni nostro nemico è solo una proiezione di noi stessi. La partita a carte termina esattamente quando scopro che il mio avversario sono io.
Tutte le narrazioni hanno una morale. Qual è la morale di SALIH?
Salih, avendo una trama per il testo della canzone e una diversa per il video, ha due “morali”, se vogliamo. O due messaggi.
La narrazione del testo suggerisce che aiutare gli altri è possibile, ma solo a condizione che questi siano anzitutto disposti ad aiutare loro stessi. Possiamo, più che altro, supportare gli altri.
Non dobbiamo essere così presuntuosi da pensare che qualcuno dipenda da noi, neanche i nostri stessi figli. Ciascuno deve intraprendere il proprio personalissimo percorso evolutivo. Siamo sulla terra per questo motivo, per evolverci.
Quando rimproveri un amico o un fratello per aver preso una decisione sbagliata, indicandogli poi la retta via, non lo stai aiutando, ma giudicando.
La seconda morale l’ho già esposta nella domanda precedente.

Come si riescono a tramutare un’idea e un concetto in un apparato di musica, canto, immagini?
Avviene tutto in modo naturale e spontaneo. Può essere l’idea a suggerirti un luogo e una melodia; così come può essere la melodia a suggeriti l’idea. Non c’è un ordine.
Nulla nel processo creativo è metodico. Posso dire che i brani di questo disco si siano scritti da soli, mentre non ero cosciente, cioè nel sogno.
I miei sogni sono sempre molto vividi, quindi avevo già uno scenario ben definito a cui ho aggiunto le melodie.
L’immagine della cover sembra rappresentare una contaminazione di culture. Vari personaggi si affacciano da balconate e sullo sfondo vi è un viale attraversato da un uomo e un cortile arido su cui sono adagiati i pianeti del sistema solare. Spiegazioni e semplificazioni su questa scelta?
Ho immaginato la vita come un sentiero delle possibilità. Le possibilità sono infinite, ogni secondo che viviamo è un’occasione per rivoluzionare tutto.
Per questo motivo l’uomo nel suo sentiero vede uno squarcio di universo, perché può fare qualsiasi cosa: dalla più meravigliosa alla più turpe… e ha sempre il suo pubblico!

Elektra, il 31 Gennaio 2022 parteciperai a Casa Sanremo Live Box, il contenitore per i giovani artisti emergenti, dove suonerai un tuo pezzo dal vivo. Puoi darci qualche piccola anticipazione sulla tua proposta? Che cosa ti spetti da questa esperienza?
Da me stessa mi aspetto di suonare bene… ma questa è una cosa che vale per ogni performance.
Diciamo che per il resto non vivo mai troppo carica di aspettative, ma lascio che le cose accadano.
Sono molto contenta di essere stata selezionata e sono sicura che ci divertiremo tantissimo.
