Ricordi Sanremesi – i brani che hanno fatto parlare del Festival … nel bene e nel male.

B Magazine, il blog del direttore Barbara Molinario
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Brani Festival Sanremo
Ricordi Sanremesi - i brani che hanno fatto parlare del Festival … nel bene e nel male.

Era il 1951 quando Nilla Pizzi vinceva la prima edizione del Festival di Sanremo con “Finché la barca va”… da lei ai Maneskin, ne abbiamo viste davvero di tutti i colori sul palco dell’Ariston.

Louis Armstrong interrotto da Pippo Baudo, Brian Molto che distrugge una chitarra sul palco, Achille Lauro vestito da Mina, Morgan abbandonato da Bugo, Celentano che dà le spalle al pubblico, Elton John che dà forfait… ah e perfino un tentato suicidio!

Aspettando il Festival di Sanremo ….sul viale dei ricordi

Su Radio Incontro Donna RID 96.8, parlo di dieci canzoni che hanno segnato la storia del Festival della canzone italiana. Momenti memorabili, che ci hanno fatto commuovere, riflettere… ma anche ridere a crepapelle.

“Gianna” – Rino Gaetano 1978

“Un mondo diverso, ma fatto di sesso… chi vivrà, vedrà”. Rino Gaetano, sale sul palco del Festival della canzone Italiana con cilindro ed ukulele, presentando uno dei brani più rappresentativi della sua carriera. Era la prima volta che durante la kermesse veniva pronunciata la parola “sesso”. Fu, naturalmente, uno scandalo.

“Mille bolle blu” – Mina 1961

Quando Mina porta le mani sulle labbra per produrre l’effetto sonoro delle bolle, giuria e pubblico storcono il naso: la grande cantante si stava forse prendendo gioco di quel palco così importante? Mina viene aspramente criticata e si classifica al quinto posto. La cantante fu lapidaria: mai più sul palco di Sanremo… e mantenne la promessa.

“Vita Spericolata” – Vasco Rossi 1983

Malvestito, quasi timido, con un’aria di totale assenza e menefreghismo. Abbandona il palco ancor prima della fine della canzone, con ancora il coro della coda finale in diffusione. Nessuno avrebbe investito cinquanta lire su “tale” Vasco Rossi… peccato che da lì a pochi mesi “Vita Spericolata” sarebbe diventato l’inno di un’intera generazione.

“Special K” – Placebo 2001

All’apice della loro fama, i Placebo, trio rock capitanato dal leader Brian Molko, raggiungono il palco di Sanremo per suonare il loro ultimo successo internazionale. “È il festival più importante d’Italia”: credevano di trovarsi davanti la folla oceanica di un Coachella, ma quando videro il pubblico aristocratico ultra-pettinato, la loro indole ribelle si scatenò… devastando il palco e gli strumenti. Il pubblico li fischiò urlando “Buffone” a Molko, che replicò con un inchino prima di lasciare il palco.

“Sincero” – Bugo e Morgan 2020

“Che succede?”. Era da troppo tempo che sul palco del Festival filava tutto liscio come l’olio. Durante l’esibizione di “Sincero”, Morgan altera il testo, prendendo di mira il collega Bugo che aveva, durante la serata precedente, fatto una pessima figura sulle note del brano di Sergio Endrigo, “Canzone per te”.

“Ringrazia il cielo, sei su questo palco. Rispetta chi ti ci ha portato dentro”… e Bugo… se ne va.

“Mi va di cantare” – Louis Armstrong 1968

Quando credi di dover intrattenere un pubblico per due ore… ma vieni “quasi” cacciato dal palco. È successo alla leggenda del jazz Louis Armstrong, in gara con il brano “Mi va di cantare”. L’artista si era lanciato in una lunga improvvisazione con la sua tromba, ma viene bloccato da un esordiente Pippo Baudo che gli fa cenno di concludere la sua esibizione. Armstrong, avendo ricevuto un cachet di 32 milioni di lire, pensava di doversi esibire in concerto… ma “non era proprio così”.

“Re” – Loredana Bertè 1986

Aveva azzeccato il brano, il look, e l’attitude… ma non l’anno. Il 1986 non era ancora pronto per il finto pancione di Loredana Bertè. Questo look provocatorio, le costò un contratto discografico e la sua carriera andò inesorabilmente in declino. Pensate ad un messaggio del genere oggi: le donne incinta possono fare tutto, anche ballare con un abitino di pelle attillato sul palco di Sanremo. Sarebbe stato un grande successo, l’avrebbero elevata ed eroina delle donne… ma il 1986 non la pensò allo stesso modo. Loredana, indubbiamente “avanti”.

“La terra dei cachi” – Elio e le Storie Tese 1996

Quando chiedi a Elio e le Storie Tese di suonare solo un minuto della canzone in gara, loro cosa fanno? Non la suonano “per un minuto”, ma la suonano (tutta) “in un minuto”. La versione ultra-accelerata de “La Terra dei Cachi” non è solo uno spettacolo esilarante e comico, ma anche una prova di virtuosismo eccelsa che solo una grande band poteva affrontare. Meritavano il primo posto… ma si accontentarono il secondo. Del resto, tutti noi sappiamo che i vincitori morali del Festival furono loro.

“Zitti e buoni” – Maneskin 2021

Il rock vince a Sanremo. Il Festival iniziato con la vittoria di Nilla Pizzi cede il passo ai giovani Maneskin, la promessa del rock italiano a cui il Festival ha portato davvero fortuna: Eurovision, tour americano, opening per i Rolling Stones, EMA, AMA, campagna pubblicitaria di Gucci. I Maneskin sono il fenomeno del 2021, polemiche incluse. Ma a prescindere dal fatto che piacciano o meno, a loro va sicuramente il grande merito di avere riavvicinato i giovanissimi alla chitarra elettrica ed alla batteria!

“Tutti i miei sbagli” – Subsonica 2000

Un altro esempio di come il Festival di Sanremo non ci azzecchi sempre: i Subsonica, snobbati e criticati, arrivano undicesimi con “Tutti i miei sbagli”.

Ma il brano, da lì a poco, si rivela un enorme successo radiofonico che consacra il successo della band torinese, amatissima dai giovani.

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