
Sajad Soleymani, regista, autore e produttore Iraniano, vince il premio speciale “Digital Media Fest Award” con il suo cortometraggio 12 o’clock. La trama racconta di una donna, Sadaf, interpretata da Nazanin Keyvani, che sta per divorziare. Il giorno in cui dovrebbe andare in tribunale con il marito prende una decisione inaspettata che la porterà a compiere un atto inaspettato che coinvolgerà anche il piccolo figlio.
Un successo per questa prima opera di finzione del giovane autore, che in passato si è cimentato nella scrittura di documentari.
Il direttore del Digital Media Fest, Janet De Nardis ha avuto il piacere rivolgergli una piccola intervista per avere il suo punto di vista, in quanto autore straniero proveniente da una realtà indubbiamente diversa dalla nostra.
I webfest offrono all’opera l’opportunità di girare nelle sale di tutto il mondo. Che ruolo hanno i festival nella possibilità di un riconoscimento della propria opera del momento?
Se consideriamo un film come un prodotto, i festival svolgono una funzione fondamentale, in particolare per i film indipendenti. Grazie ai festival i film indipendenti hanno una possibilità di crescita, ma negli ultimi anni abbiamo assistito a strani giochetti di alcuni festival che hanno danneggiato il flusso del cinema indipendente in generale. Per i film indipendenti i festival sono come i reparti di rianimazione cardiopolmonare degli ospedali. La mia speranza è che i buoni festival vengano promossi in tutto il mondo.
Qual è stata la soddisfazione più grande che ha avuto grazie al Digital Media Fest Award?
Tutti gli sforzi che faccio mi portano a godere del processo di realizzazione del film e lo faccio di tanto in tanto. La cosa più essenziale che il film mi offre è l’opportunità di creare i miei momenti.
Come se fossi un pittore o un musicista. Per me, i giorni delle riprese sono come suonare le note in un brano musicale. Oppure immagino di fondere i colori in un’immagine.
Questo film mi ha ricordato quanto è bella la vita e quanto posso apprezzarla.
Quali sono i suoi progetti per il futuro? Ha delle nuove opere in produzione?
Sì, sto lavorando a un documentario. Stiamo anche lavorando a un cortometraggio di finzione e, come sempre, cerchiamo finanziamenti per completarlo.

Secondo lei cosa cosa è urgente raccontare in questo periodo?
La cosa più importante di cui abbiamo bisogno in questi giorni è l’umanità, ed è attraverso questa che l’uomo conosce se stesso. Dobbiamo parlare di più di questi problemi, raccontare storie su noi stessi e su come possiamo migliorare come persone
Semplici racconti introspettivi. Grazie al Digital Media Fest. Essere parte del vostro evento mi rende orgoglioso.
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