Punto di non ritorno dell’Arte moderna in Occidente e icona miliare della cultura del Novecento, la sovversiva tela del 1907 di Pablo Picasso conservata al MoMA di New York, inaugura – con dirompente intensità e senza possibilità di remissione – la stagione del Cubismo e delle sue ricadute sulla sensibilità contemporanea.

Ispirandosi alle ultime ricerche stilistiche del grande Paul Cézanne, che aveva iniziato da tempo a geometrizzare i paesaggi della sua adorata Aix-en-Provence trasformandoli in un’ardita successione di moduli tridimensionali, al punto che il giovane Matisse, suo allievo, aveva esclamato, osservando alcune case dipinte dal Maestro: …Ma guarda! Ecco i Cubi, il cubi colorati… Picasso, esattamente un anno dopo la scomparsa dell’anziano ed ormai celebre pittore, aveva cominciato a presentare la realtà fratturandola e scomponendola in una molteplicità di punti di vista diversi e contemporanei.
Dopo una serie pressoché interminabile di studi preparatori – ispirandosi tanto ai grandi capolavori archetipici del passato come Diana e Atteone di Tiziano Vecellio quanto trovando fecondo nutrimento nella scoperta – al Museo Etnografico del Trocadéro – delle suggestive e quasi inquietanti maschere africane della cultura Fang del Gabon, che diverranno di lì a poco motivo d’ispirazione per Amedeo Modigliani ed Henri Matisse, l’artista andaluso elaborerà una tela monumentale – presto ribattezzata Bordello Filosofico e proprio per il suo carattere iconoclasta e brutalmente innovativo mai mostrata in pubblico fino al 1921 – dove cinque donne nude fra tende, drappi ed una originalissima natura morta sembrano sfidare lo sguardo dello spettatore.
Fra arditi tagli di luce ed intersezioni di piani, in una straniante assenza di prospettiva e di moralità – il titolo evoca non le fanciulle dell’omonima località francese ma le prostitute dei bordelli di Carrer d’Avignon: la strada del piacere mercenario di Barcellona – Picasso darà l’ultima spallata all’arte convenzionalmente figurativa dei primi anni del Novecento inaugurando – di fatto – una nuova e rivoluzionaria visione del Mondo destinata a perdurare sino ad oggi.