Bellezza, sensualità e ribellione: Amedeo Modigliani e il grande nudo rosso

Un saggio del Prof. Vittorio Maria De Bonis
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Autentica divinità d’una bellezza sensuale priva d’orpelli leziosi e di banale affettazione, ma potentemente erotica nel suo abbandonato languore, il Nudo Sdraiato a braccia Aperte o Grande Nudo Rosso dipinto da Amedeo Modigliani a Parigi nel 1917, continua ad esercitare un’invincibile malìa ed una irresistibile attrazione sulle menti e gli occhi degli spettatori contemporanei.

Nudo Sdraiato a braccia Aperte – Modigliani

Destinato sin dalla sua prima apparizione a suscitar scandalo quando – esposto dalla geniale mercante d’arte d’origine alsaziana Berthe Weill nella sua galleria di rue Taitbout per una personale dell’artista livornese nel dicembre del ’17 – provocò autentici tumulti fra indignazione e rumorosa approvazione dei tanti che si assiepavano davanti alla vetrina dove il nudo era in mostra, al punto che il commissario di polizia del quartiere che aveva il suo ufficio di fronte alla galleria minacciò di chiuder l’esposizione e sequestrare quelle tele a suo dire indecenti, il superbo capolavoro del poco più che trentenne pittore livornese appariva anni luce distante da ogni nudo femminile convenzionale visto sino ad allora.

Le modelle di Amedeo Modigliani sembravano sempre donne prima o dopo una  notte d’amore, come appena uscite dal letto, o che si accingevano ad entrarvi… aveva sentenziato chi lo conosceva bene ed apprezzava la sua arte, ma nella sapiente costruzione d’un nudo superbo come questo non v’è in realtà nulla d’immediato o di casuale: la linea arcuata che parte dal solco degli ampi seni che risentono dolcemente della gravità e che giunge sino al pube ed alla coscia destra, la lieve geometrizzazione delle braccia e genericamente degli arti, genialmente tagliati al di sopra delle ginocchia e del polso per conferir sensuale monumentalità alla figura e – su tutto – il magnifico volto stilizzato e reso come il ritratto d’una arcana divinità – certamente ispirato all’arte africana ma anche a quella etrusca e genericamente mediterranea arcaica – con sublimi occhi, neri come la notte e l’abisso del Desiderio.

I veri Occhi d’una Dea dell’Amore.