Di Andrea Festuccia
Il film dell’iraniano Panahi vince la Berlinale 2015
Condannato dal regime iraniano a 6 anni di prigione, con il divieto di lavorare e andare all’estero per 20 anni, Panahi convince tutti con un film sulla vita quotidiana a Teheran, vista “dallo specchietto retrovisore” di un tassista.
L’avevamo presentato come uno dei papabili per la vittoria finale proprio qui su Fashion News Magazine qualche giorno fa, ed evidentemente “Taxi” di Jafar Panahi si è giocato bene le carte che aveva in mano. Ha infatti vinto l’Orso d’oro della Berlinale 2015, un festival che da sempre premia la qualità dei film, e che sembra aver mantenuto la rotta anche quest’anno, a differenza di altri festival cinematografici che strizzano l’occhio sempre di più al mercato e sempre meno alle caratteristiche “artistiche” e al talento dei protagonisti.
Un film, “Taxi”, che Panahi, già vincitore del Leone d’oro al festival di Venezia 2000 con “Cerchio” e autore di “This is not a film” del 2011 (un titolo magrittiano per un film che parla proprio della vita del regista agli arresti domiciliari) ha realizzato mettendo una telecamera sulla sua autovettura, e interpretando egli stesso un tassista. Da qui, il tuffo nella capitale Teheran, e nella svariata umanità che la caratterizza, sospesa fra i mille divieti e i mille modi per tentare di arginarli e scavallarli. Dal venditore di dvd pirata al ferito che vuole fare testamento in favore della moglie per evitare che altri cerchino di accaparrarsi la sua eredità; dal semplice ladro alla figura dell’avvocato “premio Sakharov” Nasrin Sotoudeh, in visita con una mazzo di rose alla giovane iraniana finita nei guai solo per aver voluto assistere a una partita di pallavolo, “vietata alle donne”.
Gli altri premi: l’Orso d’argento per la miglior regia va ex aequo a Radu Jude per Aferim e Malgorzata Szumowska per Body; Orso d’argento per la migliore attrice a Charlotte Rampling per 45 Years; Orso d’argento per il miglior attore a Tom Courtenay per 45 Years; Orso d’argento Gran Premio della Giuria a El Club di Pablo Larrain; Premio Alfred Bauer per l’innovazione a Ixcanul di Jayro Bustamente; Orso d’argento per la miglior sceneggiatura a Patricio Guzman per El boton de nacar; Orso d’argento per il miglior contributo tecnico ex aequo a Sturla Brandth Grøvlen per la fotografia di Victoria e Evgeniy Privin e Sergey Mikhalchuk per la fotografia di Under Electric Clouds; Premio per la migliore opera prima a 600 Millas di Gabriel Ripstein.