Notte degli Oscar 2015: i vincitori e i momenti della serata

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Di Valentina Senese

Notte degli Oscar 2015: i vincitori e i momenti della serata

Gli 87imi Academy Awards sono appena giunti al termine. Siete ancora svegli o vi state svegliando ora per una lunga giornata di lavoro? Non preoccupatevi, se vi siete persi la Notte degli Oscar 2015 ci pensiamo noi ad aggiornarvi.

Partiamo con i film che si sono aggiudicati più statuette. Al primo posto c’è Birdman di Alejandro G. Iñárritu che porta a casa 4 premi: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior fotografia e Miglior Sceneggiatura originale. Tutti premi tecnici che, come diceva poco fa l’opinionista della serata su Sky Cinema Oscar, Gianni Canova, delineano una valutazione oggettiva e non influenzata dalle emozioni per questo film che ha saputo incantare per la sua “costruzione” e per il tema trattato, quello dell’Ego.

Il regista, premiato in chiusura, coglie l’occasione per dedicare il premio ai messicani che lottano per affermarsi in un mondo in cui il problema dell’immigrazione può far vivere una vita poco dignitosa a persone che possono essere emarginate. L’altro film più premiato, sempre con 4 statuette, è stato Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, che porta a casa il premio come Miglior scenografia, Miglior colonna sonora originale, Miglior trucco e acconciatura e Migliori Costumi, con Milena Canonero che riesce a far vivere ancora un po’ di Bel Paese in quel di Holliwood: “Grazie a tutti, a Wes. Questo è per te, sei stato di grande ispirazione. Senza di te non avrei mai potuto fare questo film in questo modo”. A seguire, Whiplash che si aggiudica 3 premi Oscar: Miglior montaggio, Miglior missaggio sonoro e quello di Miglior attore non protagonista, vinto da J. K. Simmons che nel film interpreta la parte di un direttore d’orchestra dai metodi d’insegnamento poco ortodossi. Il chiacchieratissimo Boyhood, che aveva già vinto i Golden Globes, riesce a portare a casa un solo premio, quello della Miglior attrice non protagonista vinto da Patricia Arquette, già data come favorita prima delle premiazioni, che nel suo discorso di ringraziamento coglie l’occasione non solo per ringraziare i volontari con cui lavora, ma anche per chiedere un maggiore riconoscimento per i pari diritti, fomentando molte donne in sala (prima fra tutte Meryl Streep).  Il premio per il Miglior attore protagonista va ad Eddie Redmayne in La teoria del tutto che ringraziando per il premio, si proclama mero custode e protettore di quest’ultimo, dedicandolo a tutte le persone nel mondo che soffrono di SLA. Julianne Moore, protagonista di Still Alice, si aggiudica il premio come Miglior attrice protagonista e rivolge un pensiero particolare a tutte le persone malate di Alzheimer. The Imitation Game di Morten Tyldum riesce, invece, a portar via una sola statuetta: Miglior sceneggiatura non originale con Graham Moore che porta sul palco del Dolby Theatre uno dei momenti più emozionanti della serata: Moore ricorda, infatti, quando da ragazzo ha tentato il suicidio perché si sentiva diverso, non accettato, e fa un appello a tutti i giovani che ora si sentono come lui si sentiva un tempo: siate voi stessi, accettate la vostra diversità perché un giorno vi porterà ad avere un ruolo importante. Magra consolazione, invece, per Interstellar, dell’immenso Christopher Nolan, che rappresenta il grande escluso di questi Oscar 2015, ma riesce comunque ad aggiudicarsi il premio per i Migliori effetti speciali. American Sniper di Clint Eastwood vince il premio come Miglior montaggio sonoro. Altra magra consolazione di questa all white edition è la vittoria della canzone Gloria, tratta dal film Selma, scritta ed interpretata da John Stephens e Lonnie Lynn (in arte John Legend e Common), che con la loro esibizione commuovono tutti gli ospiti della serata, molti dei quali scoppiano veramente in lacrime. “Selma è oggi, perché la lotta per la giustizia è oggi” dice John Legend ricordando la marcia che Martin Luther King intraprese 50 anni fa in quella cittadina dell’Alabama.
Miglior Film d’animazione: Big Hero 6; Miglior documentario: Citizenfour; Miglior corto documentario: Crisishotline: Veterans press 1; Miglior film straniero: Ida (Polonia); Miglior cortometraggio: The Phone Call; Miglior cortometraggio d’animazione: Feast.
Il conduttore Neil Patrick Harris ha aperto la serata con la musica, cantando accompagnato da Anna Kendrick e da una breve comparsa di Jack Black, entrando anche nei frame più famosi della storia del cinema. Nessun selfie di gruppo, qualche presa in giro per gli ospiti in sala, ma il momento che forse rimarrà nella storia della sua conduzione degli Academy Awards è quello in cui, riproducendo una scena del film Birdman (e anche una piccola scena di Whiplash), entra sul palcoscenico in mutande, proprio come il protagonista del film Riggan Thompson.
Lady Gaga ha reso omaggio ai 50 anni di Tutti insieme appassionatamente e a fine esibizione ha lasciato il posto sul palco a Julie Andrews. “L’incomparabile Julie Andrews”, ha detto ed è sparita via dietro le quinte.
In Memoriam per gli scomparsi del cinema: si ricordano, fra gli altri, i recentemente scomparsi Robin Williams, Anita Ekberg, Edward Herrmann e Virna Lisi. Grande assente Francesco Rosi, maestro del cinema mondiale, scomparso lo scorso 10 gennaio.
E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo o avevate altre preferenze? Si aprono i dibattiti sui social e noi, amanti del cinema, siamo già in attesa della prossima edizione della Notte degli Oscar.

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