Di Denise Ubbriaco
La pazza della porta accanto
In memoria di Alda Merini, “La pazza della porta accanto” di Antonietta De Lillo
“Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea nell’idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità.” E’ questo uno dei meravigliosi versi dell’arguta poetessa, nonché aforista e scrittrice italiana, Alda Merini che affermava di trovare i suoi versi “intingendo il calamaio nel cielo”. Una personalità complessa, una storia accattivante, una vita particolarmente intensa, una passione irrefrenabile per la poesia, una vera e propria artista.
In memoria di Alda Merini, venerdì 17 aprile 2015 (ore 20,30), al Teatro Palladium di Roma, si terrà un incontro con Antonietta De Lillo, che nel 1995 girò un’intervista con la poetessa, e, in occasione dell’evento, sarà proiettato il suo film documentario “La pazza della porta accanto”, un video-ritratto, prodotto dalla marechiarofilm, con cui si intende ricordare la grandezza artistica ed umana di una delle figure letterarie più importanti e prolifiche del secolo scorso. L’incontro sarà moderato da Vito Zagarrio, regista e docente di Istituzioni di Regia presso l’Ateneo Roma Tre.
A distanza di quasi 20 anni, il materiale mai montato ed in parte non utilizzato di quelle interviste riemerge dagli archivi RAI (interviste realizzate a Milano, a casa della poetessa, seduta al suo tavolo di lavoro o di cucina) e viene rimontato accanto a rapide riprese della Milano di oggi e dei Navigli, quartiere della Merini. E’ questa la struttura portante de “La pazza della porta accanto” che è anche il titolo di un libro di prosa del 1995 della scrittrice.
Il volto della poetessa, i dettagli degli occhi, delle mani, del suo corpo, compongono un ritratto dell’artista senza nascondere le contraddizioni che hanno caratterizzato la sua vita e le sue opere. Una narrazione intima e familiare, oscillando tra pubblico e privato e soffermandosi sui capitoli più significativi della sua esistenza: l’infanzia, la sua femminilità, gli amori, l’esperienza della maternità, il rapporto con i figli, la follia, la riflessione sulla poesia e sull’arte. Con la sua naturale schiettezza, Merini si racconta e si apre a pensieri sul peccato, sull’anima, sull’ipervalutazione dell’amore, sui clichés sulla santità dei poeti, sulla morte, sull’esperienza dell’ospedale psichiatrico, sulla religione, sul terribile distacco dai figli.
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17/04/2015