Vivian Maier, una tata divenuta fotografa

Street photography: la vita e le opere di Vivian Maier in mostra a Roma.
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ROMA. Arriva nella capitale la mostra di una sorprendente fotografa newyorkese Vivian Maier, fino al 18 giugno 2017 ci sarà l’opportunità di scoprire in 120 scatti l’affascinante prospettiva dell’artista.

Nella mostra sono presenti le migliori fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta ed alcuni scatti a colori appartenenti agli anni Settanta; non manca una selezione di filmati in super 8 che mostra la fotografa in azione. E pensare che fino a dieci anni fa il nome di Vivian Maier non era per nulla noto al pubblico, la conoscevano solo gli abitanti di un piccolo villaggio francese in cui aveva lavorato come bambinaia nel corso della sua vita.

Eppure ogni giorno, negli attimi di tempo libero, la Maier non perdeva nemmeno un’inquadratura con la luce giusta o un momento emozionante, era sempre pronta con la sua Rolleiflex tra le mani.

Vivian-Maier-mostra-Roma

Donna imponente ma dai modi discreti, riusciva a ritrarre con uno sguardo attento e curioso le città dove aveva vissuto, New York e Chicago, conferendo grazia a tutti i dettagli della vita urbana. Sono immagini potenti, di una bellezza rara; le sue fotografie non sono mai state esposte né pubblicate durante la sua vita, sembrava quasi che la Maier fotografasse per se stessa.

Tra il 1950 e il 1990 la tata-fotografa ha scattato centinaia di migliaia di fotografie in giro per il mondo. I suoi soggetti preferiti sono le persone che vivono la città tutti i giorni: dai cittadini afroamericani, agli anziani della comunità polacca di Chicago, dalle signore in abiti eccentrici, ai bambini incontrati per caso, alle famiglie di cui si occupava.

I protagonisti delle sue foto sembrano colti di sorpresa, quasi come se l’artista avesse spiato per un istante nelle loro vite, cogliendone il senso profondo. Nel suo archivio di immagini vi sono numerosi autoritratti, spesso scatti allo specchio, un genere molto frequentato dalle arti figurative.

Un senso metaforico percorre la vicenda di questi autoritratti, apparentemente casuali, che parlano della percezione che la Maier possiede del proprio talento e della decisione di non voler apparire direttamente come artista. Ma se durante la sua vita non ha mai mostrato a nessuno la sua natura artistica, come è stata scoperta questa tata enigmatica?

Nel 2007 un agente immobiliare di nome John Maloof, frequentatore assiduo dei mercati delle pulci e delle aste, si è imbattuto casualmente in una parte dell’archivio della Maier, espropriato per morosità, e fino a quel momento abbandonato in un magazzino.

Maloof si ritrova improvvisamente tra le mani decine di migliaia di immagini scattate per le strade delle metropoli in cui la tata aveva viaggiato o vissuto. L’agente immobiliare si rende conto di essere di fronte ad un tesoro prezioso. Inizia così la sua avventura alla ricerca di materiale riguardante la Maier, riuscendo ad archiviare oltre 150.000 negativi e 3.000 stampe.

Vivian-Maier-NEW YORK-1953

Marvin Heiferman, scrittore e curatore di mostre, parla così dell’artista: “Seppur scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata… Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla propria vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo. Proprio come Maier, noi oggi non stiamo semplicemente esplorando il nostro rapporto col produrre immagini ma, attraverso la fotografia, definiamo noi stessi”.

Info mostra:

Vivian Maier. Una fotografa ritrovata. 

Museo di Roma in Trastevere

Dal 17 Marzo al 18 Giugno 2017
Da martedì a domenica ore 10.00 – 20.00  – Lunedì chiuso.