E’ giunta al termine la ventesima edizione de La Notte della Taranta, festival annuale della pizzica salentina accolto, nella sua serata finale, come da tradizione, dal comune di Melpignano, in provincia di Lecce.
Evento sulla cultura popolare tra i più prestigiosi in ambito europeo, La Notte della Taranta nasce nel 1998 su iniziativa dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina e dell’Istituto Diego Carpitella e diventa da subito una manifestazione di primaria importanza nella ricerca identitaria della cultura salentina e del Salento.
Terra arida dove, tra le spighe del grano e le foglie del tabacco, cresce una superstizione, l’ansia di una stregoneria domestica: un ragno mitico, in sé innocuo, morde simbolicamente l’essere umano e, col suo veleno, procura turbamenti al corpo e all’anima. Mali curati con le cadenze di una musica fortemente ritmata, continua, e con la danza della piccola taranta, la tarantella.
Il simbolismo della musica come risorsa antagonista, della musica che guarisce, si realizza in una serie di eventi innovativi e sperimentali: un effervescente Concertone finale, l’evento unico di Melpignano, e una serie di concerti a ragnatela nei comuni della Grecìa Salentina.
Durante il Concertone, che ogni anno richiama centinaia di migliaia di spettatori, un maestro concertatore, uno tra i nomi più rappresentativi della musica rock, jazz e world music – quest’anno Raphael Gualazzi – rielabora le musiche tradizionali salentine guidando un’orchestra composta in parte da musicisti di gruppi di riproposta regionali, in parte da musicisti con alle spalle esperienze musicali differenti.
Un’istanza sperimentale rivolta all’esterno che, a lungo andare, ha disunito la manifestazione dalla riflessione identitaria e antropologica, suoi elementi fondativi, svuotando La Notte della Taranta del suo significato originale.
Quanto resta è un evento comunque straordinario che, per un solo giorno, catapulta duecentomila spettatori in un comune di soli duemila abitanti, Melpignano, e in un’atmosfera pregna di alterità e di inclusività al punto da rendere l’esperienza indelebile nella memoria.
Ma anche, ormai, una cartina tornasole per la presenza sempre più crescente di turisti che mettono la Puglia, la sua cultura e le sue bellezze naturali e paesaggistiche in primissimo piano nel panorama europeo.