Milano Art Week e la Galleria Cracco dello Chef Carlo Cracco vanno a braccetto. Fino al 30 Novembre 2019, infatti, l’arte contemporanea invade uno dei luoghi più rappresentativi della città meneghina, visitato da oltre 100.000 persone al giorno: le tre vetrine d’arte di Galleria Cracco, fruibili gratuitamente 24 ore su 24, ospitano la terza istallazione site specific. Protagonista è il duo artistico Goldschmied & Chiari – formato da Sara Goldschmied e Eleonora Chiari –, che si confronta con la particolare conformazione dello spazio espositivo, presentando Tre Studi per un ritratto, un inedito trittico delle loro “superfici specchianti”, parte della più ampia serie Untitled Portraits.
All’inaugurazione del progetto, a cui si è brindato con i vini delle cantine Masciarelli, sono stati presenti numerosi volti noti. Insieme a Carlo Cracco, Rosa Fanti, alle artiste Sara Goldschmied e Eleonora Chiari, a Roberto Pisoni, Direttore Sky Arte, e a Paride Vitale, fondatore dell’omonima agenzia di comunicazione: Andrea Zappia, Amministratore Delegato Sky Italia, Victoria Cabello, Massimo Giorgetti, Daniela Virgilio, Sabrina Donadel, Alessandra Airò, Bartolomeo Pietromarchi, Dino Vannini, Marketing Manager Sky Arte, Lady Tarin, Luca Cipelletti, Ilaria Bonacossa, Nicolò Massazza,Paola Manfrin, Helen Nonini, Umberta Beretta e Warly Tomei.
Invitate a realizzare la terza opera di Galleria Cracco, Goldschmied & Chiari presentano in anteprima una serie di “specchi” dal titolo Tre studi per un ritratto. Soggetto dell’opera sono danze nebulose, quasi incorporee, di “fumi” colorati sprigionati dall’uso di fumogeni, conseguenza di un’azione gestuale calibrata, ma carica di effetti casuali. L’installazione si compone di tre specchi, oggetti magici e rituali in molte culture, sui quali sono fissati gli scatti fotografici delle nebulose: ciascuna lunetta ospita uno specchio, ma è nella visione complessiva del trittico che si manifesta la forza e l’immediatezza dell’intervento.
La serie è frutto di un processo multidisciplinare; partendo infatti da un gesto performativo (il lancio di fumogeni colorati in studio), è coinvolta la fotografia (lo scatto dei fumi), per arrivare al trasferimento finale delle immagini su un supporto specchiante tramite una tecnica innovativa e segreta, quasi alchemica, che riesce a integrare totalmente la fotografia nella superficie.
‘Tre studi per un ritratto‘ si pone così come una sequenza che mette in scena l’atto stesso del ritrarre un’idea, un viso, una sensazione, uno spazio architettonico; sono visioni che possono apparire come paesaggi esterni, atmosferici e naturali, ma anche come vedute interiori, potenziate dalle superfici riflettenti. Immagini in movimento differenti, architettura come in un onirico caleidoscopio, in cui è l’“occhio” del pubblico a trasformare l’opera attraverso l’atto del “guardare”.
Tutto questo è fruibile e apprezzabile fino al 30 Novembre 2019.