Erica Ercoli è una giovane scrittrice da sempre interessata alla letteratura e alla natura. Queste due grandi passioni la portano a pubblicare il suo primo romanzo durante il periodo universitario, Ero in viaggio per l’India (Montedit, 2012) in cui è presente un profondo dialogo tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda.
Nel 2015 sette suoi componimenti poetici vengono scelti per far parte della raccolta di poesie Tracce (Pagine, 2015). Nel 2017 pubblica il suo secondo romanzo, Il coraggio è nella neve, in cui è ancora una volta la natura a fare da co-protagonista nella storia di una donna giunta a un’importante svolta della propria esistenza.
Salve Erica. Ci parli di Silvia, la protagonista del romanzo, e del particolare momento che sta vivendo
Silvia è una ragazza che ha vissuto la sua vita secondo quelle regole morali e quei valori che pensava le avrebbero dato la serenità. Purtroppo questo raramente accade e inevitabilmente ci si ritrova ad affrontare la dura realtà delle cose. Silvia non ha la forza immediata che molti altri hanno di rialzarsi da un brutto colpo. Lei ha bisogno di tempo per metabolizzare i fatti e per parlare con se stessa. Inoltre è tacitamente convinta di essere adulta solo per l’età che ha, ma si scoprirà a diventare donna nel momento in cui capirà che non è così. Si trova a mettere in tavola le carte della propria vita e a guardarle per quello che sono, scoprendo in sé la capacità di decidere come meglio giocare.
Il coraggio è nella neve è senza dubbio un libro sulla solitudine. Ma che tipo di solitudine affronta?
Affronta quel tipo di solitudine dal quale è più difficile uscirne, quella in cui ci si sente soli nonostante si hanno attorno molte persone. Questo purtroppo capita più spesso di quanto pensiamo. Infatti sono numerose le situazioni nelle quali le persone non si sentono comprese, non si sentono aiutate nonostante hanno vicino amici e parenti, o comunque sanno che spetta a loro, e solo a loro, affrontare la cosa. Tutto ciò avviene perchè alcune situazioni è inevitabile che riguardano solo noi, e solo noi possiamo affrontarle. Questo ci fa sentire soli, ci fa essere soli. Si tratta di un tipo di solitudine però che può rivelarsi tanto negativa, nel portare la persona in un baratro di depressione, quanto positiva. Infatti uscirne vuol dire aver messo un paletto ben saldo con se stessi e quindi essere più forti per affrontare la vita, con una maggiore consapevolezza.
Quali sono le letture e quali le influenze letterarie che hanno maggiormente influenzato il suo stile ?
Di certo è stata la formazione professionale con i suoi testi specifici ad influenzare maggiormente gli argomenti trattati e la cornice che decora ogni mio racconto. Lo stile e lo svolgersi degli eventi invece sono scaturiti da una passione per scrittori capaci di coinvolgere e rapire come J. R. R. Tolkien, Gabriel Garcìa Màrquez o Dan Brown. Senza escludere autori classici legati molto al messaggio come Charles Dickens o alla pura ed elegante narrazione come Jane Austen o al romanticismo di Shakespeare. Mi piace molto spaziare non tanto nei generi letterari quanto nel tempo in cui vengono scritti per lasciarmi affascinare dalla crescita della narrazione durante gli anni.
Cosa sta leggendo in questo periodo ?
Il tempo per la lettura purtroppo è sempre meno, sia perchè gli impegni quotidiani sono maggiori sia perchè non si ha più la pace mentale per potersi immergere in un buon libro. Comunque in questo periodo mi sono dedicata alla lettura di un saggio scientifico ma molto famoso: Il gene egoista di Richard Dawkins. Mi ero sempre riproposta di leggerlo e ora finalmente l’ho fatto e ne sono rimasta davvero affascinata.
Appena ho visto la copertina del Suo libro ho provato un sentimento ambivalente dettato dal gelo ma al contempo anche di un forte calore familiare. Cosa voleva trasmettere con quell’ immagine?
L’idea era proprio quella di creare un contrasto emotivo. La neve fredda e silenziosa, una casa graziosa sospesa nell’incertezza, qualcosa che si scioglie. Una battaglia interna che comincia già dalla copertina e predispone il lettore all’ambivalenza della storia e di se stesso. Infatti il contrasto dentro di noi c’è sempre e comunque e qualunque esso sia la mia copertina lo risveglia e invita ad affrontarlo. Volevo trasmettere curiosità e mistero per offrire una rapida anteprima di quello che potrebbe regalare il racconto.
Cosa ha provato quando ha terminato di scrivere il romanzo? In generale come descrive la somma delle sensazioni di un autore alla fine dell’ elaborazione di un opera?
Io sono solo alla mia seconda opera compiuta, ma per ora posso dire che ad ogni romanzo, come ad ogni poesia, (a maggior ragione per le poesie) le sensazioni sono diverse. Per “Il coraggio è nella neve” ricordo distintamente di aver provato un senso si appagamento. La storia è venuta giù da sola, si srotolava tra le pagine come se io fossi solo uno strumento e quando è finita l’ho trovata perfetta per quello che era. E’ difficile da spiegare, ma è come aver tirato fuori un pensiero, un’emozione ed essere sinceramente soddisfatti di come è stata fatta uscire. Ovviamente non è di perfezione dell’opera che si parla ma della sua perfezione ai miei occhi. Diverso è stato per il primo romanzo “Ero in viaggio per l’India” per il quale sentivo una forte incertezza, sicuramente legata al fatto che era il primo, ma dalla quale è nato poi un dolce affetto per quest’opera. Infondo le nostre opere non sono altro che parte di noi stessi, e il rapporto tra cretura e creatore è sempre qualcosa di molto intimo.
A chi le sembra maggiormente rivolto “Il coraggio è nella neve?”
Io credo che sia per tutti coloro che hanno bisogno di compagnia nella continua lotta con la vita e nel contrasto con sé stessi. Per tutte quelle persone che si sentono soli o che hanno paura ad esserlo, perchè la storia vuole essere una luce, un gentile appiglio nell’oscuro baratro della solitudine. Una mano tesa che offre un po’ di coraggio ma soprattutto un po’ di speranza, per chi ha affrontato la vita e porta con se dei demoni o per chi la deve ancora affrontare e sa già quanto potrà essere dura. Può anche interessare però semplicemente curiosi lettori che vogliono scoprire un genere diverso e una lettura innovativa.
Titolo: Il coraggio è nella neve
Autore: Erica Ercoli
Genere: Narrativa
Casa editrice: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove Voci Terre
Pagine: 212
Codice ISBN: 978-88-567-8732-0
Contatti Erica Ercoli
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A cura di Sabrina Gracco