Intervista a Loris Palmieri, autore del romanzo Saat Baar. Una vita, sette morti.

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Loris Palmieri nasce a Vimercate (MB) nel 1984, vive a Rieti ma lavora a Roma. Dopo aver frequentato un corso come produttore e tecnico del suono crea e produce due dischi pop/rock, uno in lingua inglese nel 2012 e uno in italiano nel 2013, pubblicati sotto l’etichetta Lunarock Records. Pubblica nel 2020 in self-publishing il romanzo “Saat Baar. Una vita, sette morti”.

«Di cosa parla il tuo romanzo d’esordio Saat Baar. Una vita, sette morti?».

È un libro dove ho voluto trattare temi molto complicati in un modo che sia accessibile alla maggior parte del pubblico. Ho usato una trama lineare per descrivere la storia di un uomo che deve percorrere un percorso dentro se stesso per riunire l’anima con lo spirito, la parte femminile con quella maschile; un viaggio tra presente, passato e futuro; un viaggio senza spazio ne tempo. La vita è simile ad un film oppure è proprio il film ad essere la vita stessa? Siamo veramente i registi della nostra vita o siamo anche attori e spettatori? Queste sono le domande che si farà il lettore, si entrerà facilmente in empatia con il protagonista e si vivrà insieme a lui questo bellissimo percorso di crescita e scoperta.

«Che cos’è il Saat Baar? A quale pratica esoterica ti sei ispirato per delinearne le caratteristiche?».

Il “Saat Baar” non ha nessun riferimento particolare a pratiche esoteriche conosciute, ma è stato creato per esigenze letterarie. Mi sono tuttavia ispirato all’ipnosi regressiva, che ho avuto la fortuna di sperimentare, e al rito dell’assuzione dell’ayahuasca praticato prevalentemente in sud America. Il termine è stato coniato per il libro ed è derivante dalla lingua Devanagari che fa da base per la maggior parte delle lingue Indiane, ma che sembra arrivi dalla Mesopotamia. Anticamente era conosciuta come lingua dei “DEVA” dèi, o come altri sostengono “lingua dei saggi”. Questa pratica inventata simboleggia in fin dei conti il percorso della vita di ognuno di noi e il nome è solo un nuovo termine da dare ad un concetto antichissimo in ambito esoterico, (ritorno all’uno, ritorno alla casa del padre; nella bibbia) un concetto che mai come ora deve tornare attuale.   

«So che hai seguito il metodo della scrittura “trasduzionale” durante la stesura del tuo romanzo. Vuoi raccontarci di cosa si tratta?».

Il termine scrittura trasduzionale è stato coniato da una scrittrice: “Laura Grasso”, mi sono voluto rifare a questo termine perché mi sono riconosciuto in questo “metodo”. Ciò che tendo a fare io, quando scrivo, è lasciare andare completamente i pensieri ed iniziare a scrivere senza sosta anche fino a 2 ore consecutivamente; anche se ciò che esce fuori può inizialmente non aver senso con il resto del testo. Successivamente faccio un lavoro di “potatura” cercando di far quadrare il testo nuovo con il precedente. Tutto ciò può sembrare assurdo per uno scrittore “normale” o quanto meno “professionista” ma ho avuto la fortuna di imparare questo metodo, a cui adesso posso dar un nome. Durante la scrittura dei testi musicali delle mie canzoni, a volte, mi è capitato di scrivere il testo completo di una canzone in pochi minuti, per poi tornare a leggerlo senza saper neanche cosa aver scritto. So che tutto ciò può sembrare assurdo o quantomeno bizzarro, ma vi posso confermare che questo processo equivale ad una vera e propria trans artistica; ovviamente non tutto il libro è stato scritto con questo metodo, principalmente questo discorso vale per le riflessioni di fine capitolo. Più semplice è raggiungere questo stato artistico nella composizione delle poesie, dove un attimo può bastare a descrivere un momento. Le idee sono nell’aria e noi come antenne radio possiamo riceverle.

«Hai creato un’interazione con i lettori del tuo romanzo chiedendo loro di individuare trentacinque parole all’interno del testo che insieme avrebbero formato la morale del libro. Qualcuno è riuscito ad individuarla? Come si può interagire con te per darti la risposta?».

Nel testo sono appunto disposte in ordine sparso trentacinque parole sottolineate, risolvendo l’anagramma si potrà scoprire la morale de libro. A questo punto bisogna inviare la soluzione sul sito www.saatbaar.it con l’apposito modulo contatti, i primi sette lettori che indovineranno, riceveranno in regalo un prezioso porta libro in plexiglass del valore di 50euro. Bisognerà ovviamente provare di aver acquistato il libro con una foto allegata alla mail. Ho ideato questa iniziativa addossandomi completamente le spese di tutto, il premio è realizzato in collaborazione con una azienda della mia città “MECO lavorazioni snc”. La promozione terminerà quando tutti i 7 lettori avranno inviato la soluzione. Ancora nessuno ha dato la soluzione esatta.

«Che tipo di uomo è Carlo Perzieri, il protagonista del tuo romanzo? Quale messaggio vuoi consegnare al lettore attraverso la sua storia?».

Il messaggio che vorrei divulgare con questo libro è un messaggio positivo, un consiglio ad affrontare la vita con un grande senso di accettazione, pensare che ogni difficoltà che passiamo ogni giorno è un pretesto per migliorare e crescere, ma niente è come sembra, in questo libro. Carlo Perzieri è un uomo inizialmente statico, un uomo che tende a vivere la vita con la paura di provare emozioni troppo forti; tuttavia è costretto a provarne molte durante il suo viaggio, ma dobbiamo tener conto che è egli stesso a raccontarsi, quindi probabilmente non è proprio questa la sua reale natura; bisogna leggerlo per farsi un idea. Solo alla fine si riuscirà a capire qualcosa del suo reale carattere.

«Quali sono i tuoi autori di riferimento? Ci sono opere che hanno cambiato il tuo modo di vedere la vita?».

Negli ultimi anni ho letto specialmente saggistica, ultimamente sto preferendo il romanzo, forse i libri che mi hanno più segnato sono due, “Il potere della kabbalah di Jehuda Berg” e “Risveglio di Salvatore Brizzi” per quanto riguarda il background esoterico. In gioventù di sicuro l’autore da cui ho preso più ispirazione è Dante Alighieri (anche lui alchimista ed esoterista), ma mi è piaciuta molto anche la poesia di Ungaretti e Quasimodo. In particolare mi ricordo che iniziai a scrivere poesie proprio dopo aver studiato una poesia di Quasimodo a scuola.  Il mio background tuttavia è stato principalmente segnato dalla scrittura di testi musicali ed è forse questo il motivo per cui tendo a scrivere molto spesso in rima, soprattutto a fine paragrafo, tenendo molto conto di come il testo tende ad essere armonico nella sua lettura. Ho ascoltato moltissimo e sono rimasto affascinato dal “Teatro canzone di Gaber e Luporini” e quindi spesso tendo a scrivere alcune parti del testo come monologhi teatrali. 

«Sei già a lavoro su un nuovo romanzo? Puoi darci qualche anticipazione?».

Sono a lavoro per due nuovi libri, un romanzo ed un diario. Il primo è molto particolare come “Saat Baar” in questo caso la voce narrante del libro ha una reale identità e racconta gli eventi in maniera completamente esterna alla storia, ma allo stesso tempo interagisce attivamente per modificarla; il lettore dialogherà con lo scrittore. Un romanzo che sarà parte di una trilogia di cui ho già, grosso modo, delineato la struttura. Il secondo libro, che probabilmente uscirà per primo, è un diario dove racconto il mio lavoro e do una visione critica e attuale del mondo di oggi trattando vari argomenti, a partire dalla politica passando per costume, società, mondo del lavoro e così via; ovviamente trattando anche la situazione che stiamo difficilmente vivendo in questi mesi.  E’ mio estremo interesse mantenere tuttavia lo stesso stile di scrittura e soprattutto di particolarità nell’impostazione del testo.

Titolo: Saat Baar. Una vita, sette morti

Autore: Loris Palmieri

Genere: Romanzo psicologico/esoterico

Casa Editrice: Self-publishing

Pagine: 208

Prezzo: 14,98

Codice ISBN: 979-12-200-58-179

Contatti Loris Palmieri

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