Quando venne dato l’annuncio della morte di Chris Cornell, suicida in una stanza d’albergo a Detoit il 18 maggio 2017, la mente di molti tornò a quel maledetto 5 aprile 1994, quando un colpo di fucile auto-inflitto si portò via Kurt Cobain assieme a tutto quello che aveva costruito e rappresentato per un’intera generazione e, per molti aspetti, anche per quella successiva.
Una miriade di domande, da decenni ancora senza risposta, tornarono a bussare alla porta delle nostre ossessioni, riportando le lancette indietro fino al momento in cui ci venne offerto un riparo dal buio di una vita fatta di conformismo e aderenza alle regole, diktat per autoaffermazioni e obblighi materiali in funzione di una posizione sociale non più tenuta in caldo da padri che, prima di noi, sono stati figli con l’assurdo dovere della continuità generazionale.
We Were Grunge di Alessandro Bruni
La prima persona plurale è d’obbligo, dal momento che Alessandro Bruni, sulla sponda sonora e conseguentemente emotiva, è sostanzialmente uno di noi. E il suo We were grunge (Persiani Editore) è il più genuino grido di rinnovata ribellione tutta interiore contro i limiti di una realtà non più accettata come tale, linee di demarcazione intellettuale non più così visibili come un tempo ma – peggio – profondamente radicate in un codice genetico intriso di costrizioni non esplicitate e, proprio per questo, ancora più influenti per sensi di colpa inspiegabili se non con la solida ragion d’essere di libertà emotive mandate definitivamente al macero.
Generazione X
L’innocenza della generazione cosiddetta “X” è colpevole solo di essersi fatta, in quei decisivi anni ’90, emblema autoimmolante del bisogno estremo di purezza spirituale e salvaguardia di un’identità conquistata con forza e spargimenti di sangue altrimenti raggrumato in antri di paura e disorientamento. Non è un caso, dunque, se gli dèi invisibili di questo viaggio esistenziale nero su bianco sono i quattro pilastri portanti di quegli anni. Cornell, Kurt Cobain e Layne Staley sono spettri che guidano un’anima errante tra i solchi di una narrazione in bilico tra finzione e ricostruzione musicalmente storico-critica, in realtà più vera di qualsiasi altro tentativo di esternazione di un pensiero ormai considerato retrogrado, fuori dal tempo, fuori dalle logiche che regolano il mondo odierno.
Il libro
E in cosa consiste questa narrazione? In un viaggio, naturalmente. Un viaggio a piedi sulla Via degli Dei lungo l’Appennino Tosco-Emiliano compiuto da un protagonista senza nome (perché nomi non servono) che ad ogni tappa intrattiene una sorta di rapporto epistolare con l’idea di quel quarto pilastro ancora in vita, Eddie Vedder, al quale chiedere conto in merito al diritto di non soccombere alla tetra quotidianità, al valore sopravvivente di una musica che si è fatta carne immolata al dio della resistenza in un mondo al collasso umanistico, per una sorta di autoanalisi che aiuti a comprendere, qui e adesso, se può avere ancora un senso esserci ancora, nonostante tutto.
Titolo: We were grunge
Autore: Alessandro Bruni
Genere: Narrativa contemporanea
Casa editrice: Persiani Editore
Pagine: 120
Codice ISBN: 978-88-858-04-746
Contatti Alessandro Bruni
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