La Dea dell’Art Decò: Tamara De Lempicka e l’autoritratto sulla Bugatti verde

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Iconica immagine d’emancipazione femminile e d’altrettanto femminile autocoscienza, creata nel 1929 come copertina della rivista di moda tedesca Die Dame per celebrare definitivamente i nuovi traguardi e successi ormai conseguiti dal mondo femminile, la piccola, raffinatissima tela si propone come un esemplare condensato di libertà, velocità e indipendenza, valori ben noti alla sua autrice, l’eccentrica e geniale pittrice d’origine polacca Tamara de Lempicka.

Tamara De Lempicka

Decisamente Femmina com’ebbe a decretare uno dei tanti artisti sedotti da Tamara: Gabriele d’Annunzio, l’Automobile – una spettacolare Bugatti verde da corsa, gioiello motoristico ed estetico creato dal visionario progettista milanese Ettore Bugatti – appare come un docile gioiello meccanico nelle mani della fascinosa artista, due sublimi femmine in perfetto accordo:

… L’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una Seduttrice; ha inoltre una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle Donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza…

 Le parole dell’Immaginifico non avrebbero potuto meglio definire la sensuale carica dell’autovettura e – insieme – il potere seduttivo della sublime Tamara: con caschetto in pelle da guida, indossato con studiata negligenza ed elegantissimi guanti in daino, ci rivolge uno sguardo velato e lampeggiante con i suoi famosi occhi azzurro pallido  – affilati come l’acciaio di Damasco ed altrettanto letali ebbe a scrivere golosamente d’Annunzio – di sfida e di aristocratica consapevolezza: non è più il tempo di trepide giovinette profumate al cauto aroma di tuberose ma di Donne autocoscienti e libere nelle proprie scelte, d’arte e di Vita.

Lo stile originalissimo postcubista, la costante attenzione ad una voluttuosa geometrizzazione di seni ed arti nei suoi spettacolari nudi, il gusto d’idealizzare abiti come fossero in metallo anziché in tessuto diventano la sua cifra compositiva immediatamente riconoscibile, mentre va creando una nuova umanità femminile perdutamente fascinosa.

Ma la celebre Bugatti cela – secondo la miglior tradizione di sensuale ambiguità – un’ulteriore sorpresa: non appartiene certo alla pittrice, che possiede in realtà un piccola Renault gialla, ma alla sua amante in carica, la Duchessa Marika de la Salle – sorta di moderna Dea fetish in stivali da equitazione e completo maschile, come appare in celebre ritratto di Tamara – che sarà ben lieta di prestargliela per una autoritratto d’eccezione…

 

Vittorio Maria De Bonis