Di Valentina Senese
Poliamore: una nuova frontiera.
Spopola sempre più il fenomeno del poliamore.
Nel Simposio di Platone è Aristofane a dare la sua opinione su Eros (amore). Il famoso poeta comico, infatti, narrava che tempo addietro esistevano gli androgini, degli esseri provvisti di caratteristiche sia maschili che femminili e forniti di due teste, quattro braccia, quattro gambe, due organi sessuali e una forma rotonda. Queste creature possedevano una superbia tale da tentare di spodestare gli dèi. Il potente Zeus, però, ebbe l’idea di dividerli in due parti. Da allora, le due parti indebolite sono alla continua ed eterna ricerca dell’anima gemella, della loro parte perduta, della loro unità. Questa unità era possibile ritrovarla “fittiziamente” solo attraverso il ricongiungimento fisico. Fu, così, che Zeus mandò nel mondo Eros (“Dunque al desiderio e alla ricerca dell’intero si dà nome amore” Platone, Simposio). Ma se la felicità di ogni individuo non dipendesse da una singola persona, bensì da più persone in grado di rispondere ognuna ad un’esigenza diversa? E’ per questo che si sta diffondendo sempre più il fenomeno del poliamore?
Questa parola è un neologismo che deriva dall’inglese polyamory ed è una parola composta da poli (in greco “molti”) e amore (dal latino). Il termine è stato coniato da più persone, tra cui Morning Glory Zell-Ravenheart, che introdusse il concetto di <<relazione poliamorosa>> in un articolo del 1990 su Green Egg Magazine, e Jennifer Wesp, che nel 1992 creò il newsgroup alt.polyamory. Ma già negli anni sessanta erano presenti termini simili e relazioni di quel genere. E’, però, all’opera di Charles Fourier, Il nuovo mondo amoroso, pubblicata nei primi anni 60, che si fa risalire principalmente il concetto di poliamore. Ma che cos’è, di fatto, il poliamore? L’Oxford English Dictionary lo definisce:
“(1) Il fatto di avere strette relazioni affettive con uno o più altri individui simultaneamente, inteso come un’alternativa alla monogamia, spec. rispetto a quanto attiene alla fedeltà sessuale; (2) l’usanza o la pratica di intrattenere relazioni sessuali multiple con la conoscenza e il consenso di tutti i partner coinvolti”.
Il poliamore è, dunque, la possibilità che ognuno di noi si riserva di condividere, sessualmente, sentimentalmente o platonicamente, le proprie esperienze e la propria vita con più individui contemporaneamente. Ovviamente, alla base del legame deve esserci la consapevolezza di tutti i partecipanti di prendere parte a questo fenomeno. Questa consapevolezza deriva, quindi, dalla piena e totale trasparenza di tutte le persone coinvolte. Sincerità è la parola chiave. Una parola che questo tipo di relazione ha in comune con la più tradizionale relazione monogamica. Diversi, invece, sono i significati dei termini fedeltà e tradimento. Mentre per i monogami fedeltà vuol dire esclusività sessuale e tradimento vuol dire non praticare più questa esclusività (ricorrendo ai cosiddetti amanti), i poliamorosi (o poliamoristi, come dir si voglia) vedono la fedeltà come il rispetto dei patti e gli accordi fatti all’interno della relazione e il tradimento come la violazione di questi patti. E’ necessario, pertanto, che tutti coloro i quali decidano di accettare e fare propria questa filosofia di vita, siano muniti di un’apertura mentale non indifferente. Bandita è la gelosia, che deve essere gestita e incanalata, a favore di una felicità costante.
Ciò che affascina del poliamore è la libertà che lo caratterizza: la libertà di scegliere con chi stare e quando farlo, la libertà di avere più partner e, spesso, di condividerne alcuni, la libertà di poter fare ciò che si vuole, senza i vincoli che una relazione monogama comporta. Al 2009 era di circa cinquecentomila la stima delle persone che preferiscono il poliamore o “non monogamia etica” negli Stati Uniti. In Italia il fenomeno sta spopolando sempre più al punto che è stato creato un sito e si sta lavorando alla traduzione del libro The ethical Slut (La Zoccola etica), scritto da due americani, per aiutare i poliamorosi italiani a trovare la propria strada. Il termine Slut non si riferisce soltanto alle donne, ma a qualunque persona ritenga che il sesso è bello e il piacere è un bene per tutti.