Di Daniela Giannace
“Il volto come parte umana del paesaggio urbano”, i ritratti di Andrea Capanna
Archeologia e cultura urbana nell’ambito di un progetto di ritratti unici al mondo.
La Galleria 28 Piazza di Pietra a Roma ospita un progetto inedito di ritratti realizzati su commissione da parte dell’artista Andrea Capanna a partire dal 6 dicembre alle ore 18.30, fino al 31 dicembre. Nell’ambito della mostra personale di Capanna “Urban Human”, visitabile fino al 30 dicembre, la titolare della galleria Francesca Anfosso e il curatore Gianluca Marziani promuovono la messa a disposizione della tecnica utilizzata dall’artista al fine di realizzare ritratti unici al mondo.
I quadri vengono effettuati mediante la stratificazione su base lignea di cemento, calce, sabbia e intonaco, depositati e dipinti per strati, lavorati con carta vetrata, spatole e spazzole di acciaio. Una metodologia che unisce l’archeologia e la cultura urbana per raffigurare “il volto come parte umana del paesaggio urbano”, come spiega Marziani. Chi vorrà potrà posare per uno scatto fotografico che servirà all’artista Andrea Capanna per creare un ritratto davvero originale utilizzando la sua particolare tecnica.
Oltre a questa possibilità offerta al pubblico, sarà visitabile la mostra personale con trenta opere divise nelle sezioni “urban” e “human”. Nella prima, si ha come l’impressione che i muri si trasformino in quadri, sembrano graffiati, tanto che le opere si possono definire come “cementificazione” al contrario. Protagonista, in questo caso, è la città di Roma, luogo di origine, di vita e di lavoro di Capanna. Una città che si strugge tra le rovine archeologiche, simbolo della sua storia e della grandezza passata, cercando di ripristinare almeno in parte la bellezza di un tempo nell’ambito del Novecento italiano.
Nella sezione “human”, invece, le opere vertono sui ritratti di profilo, un genere tipicamente rinascimentale e ad oggi quasi del tutto in disuso. La scelta di una tipologia di ritratto prettamente collocabile in un passato lontano permette di prendere le distanze da questi quadri che assumono un tono solenne e pacato, in netta opposizione con la frenesia moderna. Queste loro peculiarità non escludono, però, che essi possano sposarsi perfettamente ed essere in armonia con i paesaggi di città tipici dell’altra sezione.