L’industria del medio oriente in questi giorni si confronterà all’Arabian Travel Market per capitalizzare sul settore turistico musulmano che sul mercato vale orami diversi miliardi.
Faeez Fadhlillah, co-fondatore e CEO della Salam Standard e Tripfez si occuperà dei procedimenti necessari per rilevare come la GDP ha impattato il settore turistico musulmano per un valore economico di quasi $138 miliardi di dollari nel 2015 generando oltre 4.3 milioni di posti di lavoro e contribuendo per 18 miliardi in entrate fiscali.
“Per rendere bene l’idea potremmo dire che l’impatto della GDP pari a 138 miliardi di dollari è stato più ingente dell’intera economia del Marocco o del Kuwait” ha dichiarato Fadhilliah.
Il settore musulmano relativo ai trasporti e ai viaggi ha un impatto significante sulle economie globali, creando posti di lavoro e a accelerando le pubbliche finanze. Le mete più gettonate del Medio oriente, con le loro numerose infrastrutture da primato mondiale, sono in prima posizione per capitalizzare su questo mercato in espansione.
Nella sessione dell’ATM Fadhlillah ha colto l’occasione per illustrare e introdurre i punti chiave dell’influenza del mercato asiatico sull’’economia globale, come riportato su Salam Standard un portale di informazioni dedicato al settore turistico musulmano.
Uno sguardo verso l’estero all’insegna degli scambi
Il medio oriente ha stilato un bilancio che conta per il 60% dell’outbound comprensivo le spese dal valore di 60 miliardi, lo stesso bilancio raccoglie come confermato dai report successivi la maggior parte dello share del turismo della GDP.
Stati Uniti ed Europa si attestano tra i primi beneficiari delle spese del turismo musulmano, registrando circa 64 miliardi di entrate solamente nel 2015, o se vogliamo in altri termini circa il 44% del mercato totale.
Il complessivo insieme dei viaggi esteri fanno registrare flussi che ci danno un’idea chiara delle preferenze in fatto di mete più o meno preferite da chi viaggia verso fuori. Circa il 67% indica gli Stati Uniti come destinazione preferita, in seconda posizione segue l’Europa. Si cercano però anche altre mete emergenti, infatti seguono nella top la città stato di Singapore, Malesia, Vietnam e Sud Corea.
Il fondatore di Irhal.com, portale relativo al flusso turistico locale spiega come nel corso degli anni la preferenza dei cittadini dell’oriente mediterraneo abbiano cominciato a preferire mete a breve raggio, per lo più puntando su poli turistici ormai in piena età dell’oro come Beirut, Bahrain, Doha e Dubai.
I tre grandi pannelli di speakers che prenderanno la parola nel corso dell’Arabian Travel Market ci spiegheranno in maniera dettagliata cosa sia bene tenere all’interno degli standard attuali del mercato e fare in modo che questo conosca una continua fase di crescita perpetua nel tempo.
Intanto in questi giorni L’ATM di Dubai ha registrato importanti entrate ed interventi che ci fanno capire come eventi del genere siano sempre più una necessità per consolidare la nostra consapevolezza riguardo alle potenzialità del settore turistico medio orientale, in un epoca in cui questo settore in questa parte di mondo sembra non conoscere crisi.
Fonte: Arabian Travel Market – The Official Show Daily